2007-05-10 13:23:38

Il cardinale Bertone sulla diffusione delle sette in America Latina: la Chiesa sia più accogliente e vicina alla gente


Il Papa stamani ha celebrato la Messa in privato nella Cappella del Monastero di São Bento. Fra poco si recherà al Palacio dos Bandeirantes per una visita di cortesia al presidente del Brasile, Luis Ignacio Lula da Silva. Ma che clima si respira oggi nelle relazioni tra la Santa Sede e il governo brasiliano? Giovanni Peduto lo ha chiesto al cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone: RealAudioMP3

R. – Si respira un clima molto positivo sia da parte dei vescovi, sia da parte della Conferenza episcopale brasiliana, sia da parte della Santa Sede. Il nunzio apostolico, mons. Baldisseri, è testimone ed anche protagonista ed attore di questi rapporti positivi tra la Chiesa e il grande Stato brasiliano. Si sta elaborando anche un accordo, una sorta di accordo globale e fondamentale che si spera possa essere concluso certamente in questo anno e che tutti desiderano, per poter orientare Chiesa e Stato, Chiesa e comunità politica in quella che il Concilio definisce “una sana collaborazione” per il bene di ogni persona ed anche per la risoluzione dei problemi che possono essere ancora sul tappeto.

 
D. – In Brasile, Papa Benedetto XVI avrà due incontri con i giovani: il primo oggi a San Paolo e poi in una comunità di recupero per tossicodipendenti. Quale messaggio porterà il Papa ai ragazzi brasiliani?

 
R. – Ricordiamo che statisticamente il continente latinoamericano e il Brasile in particolare ha una grande maggioranza di giovani ed è quindi il continente dei giovani. Il Papa ha voluto, anche evidentemente su domanda dei vescovi brasiliani e dell’Americani Latina, incontrare i giovani, quei giovani entusiasti delle Giornate Mondiali della Gioventù, i giovani entusiasti degli incontri e delle attività delle associazioni ecclesiali, ma anche quei i giovani segnati da una tragica storia personale, come la tossicodipendenza. Il Papa chiede ai giovani di essere protagonisti della trasformazione del continente, protagonisti della loro storia, di essere loro gli attori, naturalmente senza staccare la spina dalle tradizioni dei padri, dalle tradizioni cristiane e quindi dall’esempio dei padri. Un rapporto, quindi, intergenerazionale positivo, un rapporto che si chiede alle famiglie, agli adulti, agli anziani con i giovani: gli adulti per i giovani, perché i giovani sono il futuro della società, il futuro della Chiesa. Ma allo stesso tempo il Papa lancerà anche il grande messaggio che ha lanciato già a Colonia ai giovani: di essere cioè essi stessi apostoli dei giovani, di essere pieni di gioia e di portare e di trasmettere una gioia contagiosa, la gioia dell’essere amici di Dio e amici di Gesù; la gioia di riconoscere un Dio amico, un Dio vicino.

 
D. – In America Latina si fa strada il fenomeno delle sette. Come affrontare questa realtà?

 
R. – Purtroppo il fenomeno delle sette rappresenta un fenomeno che affligge non solo il continente latinoamericano, ma anche il Nord America e i nostri stessi Paesi. La Chiesa è chiamata, come ha detto il Signore e come sentiamo ripetere dal Vangelo, ad un continuo processo di conversione al suo Signore, è un processo di purificazione e di rinnovamento. L’abbandono di una porzione notevole del popolo di Dio, l’abbandono della Chiesa cattolica da parte di persone che vanno a cercare altre comunità nelle quali sperano di poter soddisfare la loro ricerca religiosa o anche un po’ per una sete di spirito di famiglia, di spirito di comunità, pone seri interrogativi alla Chiesa, pone l’obbligo di una verifica della qualità della sua opera di evangelizzazione, dell’educazione alla fede e della edificazione delle sue comunità. Pone il problema – questo io lo ripeto sempre ai vescovi e ai sacerdoti – della capacità di accoglienza e di ascolto della gente da parte dei vescovi, da parte dei sacerdoti. Quindi quell’essere vicini alla gente, essere accoglienti, che i grandi santi vescovi ci hanno insegnato, che Papa Giovanni Paolo II ha tracciato anche nella sua autobiografia quando dice: “Ho cercato e cerco di essere accogliente, di essere vicino alla gente”, e che Papa Benedetto XVI ci insegna con la sua capacità di ascolto, di vicinanza e di immediatezza. La gente che incontra, anche solo “a volo d’uccello”, durante le udienze, si sente trasfigurata perché ha quasi la percezione di essere trattata proprio come amica, come se si trattasse di un incontro tra vecchi amici. Questa è una cosa veramente molto bella, è un insegnamento. Mi sembra che sia anche un mezzo semplice, ma efficace per impedire questo esodo dei nostri cristiani cattolici.







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