Dichiarazione comune dei quattro leader religiosi cristiani dell’Irlanda del Nord
dopo la formazione del governo di coalizione fra i rappresentanti politici delle due
comunità cattolica e protestante
“In questa giornata storica esprimiamo apprezzamento per tutti i politici che hanno
compiuto coraggiosi passi verso la creazione di una società di stabilità e di pace”.
Si apre con queste parole la dichiarazione comune, diffusa martedì, dai quattro leader
religiosi dell’Irlanda del Nord, vale a dire gli arcivescovi cattolici Seán Brady
e Alan Harper, il moderatore presbiteriano David Clarke, e il presidente metodista
Ivan McElhinney. La dichiarazione è coincisa con il varo a Belfast del governo di
coalizione formato da rappresentanti delle due comunità protestante e cattolica. Durante
la cerimonia, svoltasi alla presenza del Primo ministro inglese Tony Blair e del premier
irlandese Bertie Ahern, il premier del nuovo governo Ian Paisley, leader del Dup,
il maggiore partito protestante, e il vicepremier Martin McGuinness, numero due del
principale partito cattolico Sinn Fein, hanno giurato con i dieci ministri del nuovo
governo (sei protestanti e quattro cattolici) di “servire tutto il popolo nordirlandese
nello stesso modo, senza distinzione di religione”. Nella dichiarazione comune i rappresentanti
delle comunità cattolica e protestante nell’Ulster riconoscono che “molto rimane ancora
da fare affinché tutta la popolazione dell’Irlanda del Nord possa condividere un futuro
comune”. “Siamo consapevoli in particolare che per molte persone la sofferenza per
il passato rimane ancora viva” osservano e, “in quanto responsabili della Chiesa,
invitiamo i cristiani a rendere grazie a Dio per quanto è stato raggiunto e a pregare
affinché coloro che governeranno la nostra comunità nei giorni a venire ricevano assistenza
e coraggio”. Dopo un sanguinoso conflitto durato 30 anni, l’intesa sulla condivisione
del potere, siglata lo scorso 27 marzo, mette fine ad un lungo e complesso processo
di pace avviato più di 10 anni fa e segnato, tra l’altro, dall’accordo del venerdì
Santo del 1998, a seguito del quale, due anni fa, l’Ira (Esercito repubblicano irlandese)
aveva deciso di rinunciare alla lotta armata. (A.M.)