2007-05-09 15:35:56

Nuove vittime civili negli scontri in Afghanistan


Polemiche e orrore in Afghanistan, dove i combattimenti in corso tra taleban e soldati della coalizione internazionale hanno provocato 21 vittime civili ieri sera nella provincia di Helmand, nel sud del Paese. Il governatore locale punta il dito contro i bombardamenti della Nato, dopo che ieri erano giunte le scuse dei militari statunitensi per altre 19 vittime civili nella provincia di Nangarhar. Ma qual è la situazione sul terreno? Risponde, al microfono di Stefano Leszczynski, padre Giuseppe Moretti, superiore della "missio sui iuris" in Afghanistan: RealAudioMP3


R. – Questa offensiva è in corso. Le forze della coalizione l’hanno preceduta con l’operazione Achille e si è spostata anche verso l’area di Herat, dove sembrava che la presenza dei talebani fosse meno consistente e quindi meno operativa. Queste offensive portano, ovviamente, gravissimi danni anche alle popolazioni civili con la corrispondente reazione da parte delle popolazioni contro le forze della coalizione e quindi in favore dei talebani.

D. – Uno dei comandanti americani ha chiesto perdono alla popolazione per una strage di civili che era avvenuta nei mesi scorsi in seguito ad una reazione dei soldati americani. Questi sono, secondo lei, segnali che possono essere compresi in Afghanistan?

R. – Io me lo auguro. Sulla sensibilità della popolazione afghana io sono certo. Quando poi queste azioni, legate purtroppo alla guerra, si ripetono, allora la validità delle scuse può essere messa in discussione.

D. – Spesso quando si parla di ricostruzione per il futuro dell’Afghanistan viene anche da pensare alla necessità della riconciliazione?

R. – Il padre spirituale di questa riconciliazione è l’attuale presidente del Senato e c’è stata anche una richiesta da parte del Parlamento di una amnistia generale pure per coloro che hanno violato i diritti umani. Su questa amnistia Karzai ha molto tergiversato. Non posso dire che questo sarà impossibile o che sia un’utopia. Certo ci vorrà del tempo. Quando le ferite - ancora molto aperte per quanto è avvenuto - si saranno rimarginate penso che questo possa essere possibile e certamente auspicabile.







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