2007-05-08 14:36:02

Migliaia di fedeli a Pompei per la Messa e la Supplica alla Madonna del Rosario, presiedute dal cardinale arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe. Con noi, il vescovo prelato di Pompei, Carlo Liberati


Alla presenza di migliaia di fedeli, si è rinnovata stamani, sul sagrato del Santuario di Pompei, dedicato alla Madonna del Rosario, la tradizionale recita della Supplica: vibrante e corale preghiera di invocazione a Maria, composta nel 1883 dal Beato Bartolo Longo, in occasione della benedizione della prima campana. A presiedere la Supplica e, in precedenza, la celebrazione eucaristica, il cardinale arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe. Da Pompei, il servizio di Loreta Somma: RealAudioMP3


Avere lo sguardo in avanti è condizione costitutiva della città mariana ed è questo l’augurio che il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita di Napoli e presidente della Conferenza episcopale campana ha fatto al popolo del Rosario, alle migliaia di fedeli provenienti da tutta Italia, che oggi hanno gremito la piazza antistante il santuario di Pompei, per il tradizionale appuntamento con la Supplica alla Beata Vergine del Santo Rosario. Il cardinale Sepe ha ricordato il fondatore della città mariana, il Beato Bartolo Longo. “Ogni pietra della nuova Pompei - ha detto - continua a parlare oggi di questo grande apostolo della carità sociale”. Ma davanti ai nostri occhi sono ancora più trasparenti i segni disseminati dai grani del Rosario, consumati tra le dita e nel cuore da schiere di fedeli, che qui nella terra di Maria e in ogni parte del mondo hanno dato vita alla più grande di tutte le opere di Pompei, la preghiera. Nel saluto iniziale, mons. Carlo Liberati, vescovo prelato e delegato pontificio di Pompei, ha ricordato l’impegno sociale del Santuario, auspicando una sempre maggiore collaborazione con lo Stato ed altri enti assistenziali.

 
Per la Radio Vaticana, da Pompei, Loreta Somma.


Sul valore spirituale di questa celebre Supplica mariana, ecco un pensiero del vescovo prelato di Pompei, Carlo Liberati, al microfono di Giovanni Peduto: RealAudioMP3


R. - La supplica è ad un tempo lirica, ma anche musica. Su quelle paginette, sono caduti fiumi di lacrime e si sono stampati miliardi di baci. In questa preghiera universale, confluiscono tutti i dolori e tutte le speranze della famiglia umana. E’ così perfetta la risonanza che essa suscita in ogni cuore cristiano che ciascuno per recitarla ha l’illusione di comporla - egli stesso - per primo. Si direbbe che il vero autore non è Bartolo Longo, ma l’anima popolare, la pietà popolare. E’ la Chiesa che cammina nel mondo e che prega. Si può dire che la Supplica è un fenomeno religioso tra i più notevoli dell’epoca contemporanea. La Supplica che si caratterizza per una coralità unica ed unificante è la preghiera più famosa tra tutte quelle che sono state composte da italiani negli ultimi secoli.







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