Migliaia di fedeli a Pompei per la Messa e la Supplica alla Madonna del Rosario, presiedute
dal cardinale arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe. Con noi, il vescovo prelato
di Pompei, Carlo Liberati
Alla presenza di migliaia di fedeli, si è rinnovata stamani, sul sagrato del Santuario
di Pompei, dedicato alla Madonna del Rosario, la tradizionale recita della Supplica:
vibrante e corale preghiera di invocazione a Maria, composta nel 1883 dal Beato Bartolo
Longo, in occasione della benedizione della prima campana. A presiedere la Supplica
e, in precedenza, la celebrazione eucaristica, il cardinale arcivescovo di Napoli,
Crescenzio Sepe. Da Pompei, il servizio di Loreta Somma:
Avere
lo sguardo in avanti è condizione costitutiva della città mariana ed è questo l’augurio
che il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita di Napoli e presidente della
Conferenza episcopale campana ha fatto al popolo del Rosario, alle migliaia di fedeli
provenienti da tutta Italia, che oggi hanno gremito la piazza antistante il santuario
di Pompei, per il tradizionale appuntamento con la Supplica alla Beata Vergine del
Santo Rosario. Il cardinale Sepe ha ricordato il fondatore della città mariana, il
Beato Bartolo Longo. “Ogni pietra della nuova Pompei - ha detto - continua a parlare
oggi di questo grande apostolo della carità sociale”. Ma davanti ai nostri occhi sono
ancora più trasparenti i segni disseminati dai grani del Rosario, consumati tra le
dita e nel cuore da schiere di fedeli, che qui nella terra di Maria e in ogni parte
del mondo hanno dato vita alla più grande di tutte le opere di Pompei, la preghiera.
Nel saluto iniziale, mons. Carlo Liberati, vescovo prelato e delegato pontificio di
Pompei, ha ricordato l’impegno sociale del Santuario, auspicando una sempre maggiore
collaborazione con lo Stato ed altri enti assistenziali.
Per
la Radio Vaticana, da Pompei, Loreta Somma.
Sul valore spirituale
di questa celebre Supplica mariana, ecco un pensiero del vescovo prelato di Pompei,
Carlo Liberati, al microfono di Giovanni Peduto:
R.
- La supplica è ad un tempo lirica, ma anche musica. Su quelle paginette, sono caduti
fiumi di lacrime e si sono stampati miliardi di baci. In questa preghiera universale,
confluiscono tutti i dolori e tutte le speranze della famiglia umana. E’ così perfetta
la risonanza che essa suscita in ogni cuore cristiano che ciascuno per recitarla ha
l’illusione di comporla - egli stesso - per primo. Si direbbe che il vero autore non
è Bartolo Longo, ma l’anima popolare, la pietà popolare. E’ la Chiesa che cammina
nel mondo e che prega. Si può dire che la Supplica è un fenomeno religioso tra i più
notevoli dell’epoca contemporanea. La Supplica che si caratterizza per una coralità
unica ed unificante è la preghiera più famosa tra tutte quelle che sono state composte
da italiani negli ultimi secoli.