Nicolas Sarkozy conquista l'Eliseo: "riabiliterò il lavoro, l'autorità, la morale,
il merito e restituirò l'onore alla nazione"
In Francia, con oltre il 53 per cento dei voti, il candidato neogollista Nicolas Sarkozy,
è stato eletto come nuovo presidente. Subito dopo la vittoria al ballottaggio, il
neocapo di Stato ha detto di “rispettare” l’avversaria e “i milioni di francesi che
l’hanno votata”. Dal canto suo, la socialista Ségolène Royal, che ha ottenuto quasi
il 47 per cento dei consensi, ha ammesso la sconfitta e augurato buon lavoro al neopresidente.
Il servizio, da Parigi, di Francesca Pierantozzi: La
Francia ha scelto Nicolas Sarkozy e il suo cambiamento. Eletto sesto presidente della
Quinta Repubblica con una larga maggioranza del 53 per cento contro il 47 alla socialista
Ségolène Royal, in un’elezione che ha visto un’altissima affluenza alle urne dell’84
per cento, Sarkozy ha ora un mandato forte per realizzare le promesse di profonde
riforme, economiche, sociali e politiche del Paese. Resta alla destra ancora da vincere
un ‘ultima battaglia, quella delle lesgislative del 10 giugno, per avere anche una
forte maggioranza parlamentare. Per il momento, il neopresidente si è concesso qualche
giorno di riposo, probabilmente in Corsica, prima del passaggio di consegne all’Eliseo
con Jacques Chirac il 16 maggio. Ieri il primo discorso da presidente. Con un vocabolario
che gli è caro, ha detto di voler “restituire ai francesi l’orgoglio della Francia”.
“Voglio riabilitare il lavoro, l’autorità, la morale, il rispetto, il merito, - ha
aggiunto - voglio restituire l’onore alla nazione e all’identità nazionale”. Sarkozy
ha pero’ voluto mettere subito l’accento anche sull’unità. “Voglio essere il presidente
di tutti i francesi” – ha aggiunto. Ha espresso rispetto per la sua avversaria, Ségolène
Royal. “La Francia torna in Europa” ha detto, aprendo anche il capitolo internazionale
e inviando un appello agli “amici americani”, per dire loro di “non ostacolare la
lotta contro il riscaldamento del pianeta”. A sinistra, Ségolène Royal ha subito riconosciuto
la sconfitta, ma ha assicurato che non uscirà di scena e che continuerà “la battaglia
per il cambiamento della sinistra e della vita politica”. La passione che ha accompagnato
la campagna elettorale, è esplosa di nuovo ieri all’annuncio dei risultati. Con rabbia
e delusione è stata accolta l’elezione di Sarkozy nelle periferie. Ci sono stati scontri
tra giovani e polizia a Parigi, in place de la Bastille e anche a Lione, Nantes, Tolosa
e Bordeaux. In totale circa 370 auto sono state bruciate e 270 persone interrogate. Francesca
Pierantozzi, da Parigi, per la Radio Vaticana.
Ma dopo
questa vittoria di Nicolas Sarkozy che cosa cambierà concretamente nella politica
francese? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Massimo Nava, corrispondente
da Parigi per il Corriere della Sera ed autore del libro “Il francese di ferro: Sarkozy,
la sfida della nuova Francia” edito da Einaudi:
R.
- Molto dal punto di vista dei risultati dei contenuti, dell’efficienza del sistema
nella rigenerazione di tanti ambiti della società civile e soprattutto dell’economia
e molto poco su quelle che sono le linee generali, i valori di fondo della Francia
di ieri, di oggi e di domani. Credo che Nicola Sarkozy sia soprattutto un gollista
attualizzato, un gollista della quarta generazione quindi ogni riferimento al passato
e alla Francia di ieri è fuori luogo; nello stesso tempo credo che sia sbagliato attribuire
a Sarkozy l’intenzione e il progetto di stravolgere quelle che sono le fondamenta
del sistema francese.
D. – Dal palco di Place de
la Concorde, ieri Sarkozy ha detto di voler essere il presidente di tutti i francesi...
R.
– Dal primo discorso è già stato in linea con quello che è il suo progetto e con quello
che vuole fare quando dice “nessuno rimarrà ai margini della strada”. Certo, poi è
chiaro che sull’onda delle emozioni e delle elezioni, si possono fare anche molte
promesse che rimarranno magari senza seguito. Tuttavia il senso della proposta di
Sarkozy è questo, cioè lui parla veramente come un De Gaulle del terzo millennio:
non sarà il leader di una parte, il leader di una maggioranza politica anche se chiaramente
la logica politica lo impone, ovviamente, quando si tratterà di votare delle leggi
all’Assemblea. Il presidente, è nella natura stessa del modello francese istituzionale,
si pone veramente al di sopra delle parti, è comunque un po’ il “padre” della Nazione
che infatti sceglie un primo ministro per governare.
D.
- Ségolène Royal da parte sua, ringraziando i suoi sostenitori, ha detto che continuerà
comunque nella sua lotta per cambiare la sinistra. Ci troviamo davvero dunque di fronte
ad un punto di non ritorno nella politica francese?
R.
– Sicuramente sì, con o senza Ségolène Royal perché subito dopo il risultato si è
fatto vivo con forza Dominique Strauss-Kahn, il grande escluso della sinistra socialista
alla corsa della presidenza e ha detto chiaramente, ha gridato in faccia a tutti quella
che è la realtà cioè la sinistra perde da tre elezioni consecutive, è minoritaria
nel Paese, l’unico modo per risalire la china è il rinnovamento programmatico ideologico
e l’alleanza con i centristi.
Quali orientamenti si
possono adesso prevedere nella politica estera francese dopo l'elezione di Sarkozy?
Risponde al microfono di Eliana Astorri, il docente di giornalismo all'Università
LUMSA, prof. Angelo Paoluzi, corrispondente alla fine degli anni '60 in Francia
per il quotidiano "Il Popolo": R.
– La Francia, dopo l’ultimo periodo in cui Chirac si è trovato in qualche difficoltà,
credo vorrà riprendere l’iniziativa sul piano europeo. Bisognerà vedere quali sono
le proposte che ha Sarkozy nella sua cartella e l’affermazione di questa Francia eterna.
Deve, però, far conto con un altro fenomeno e cioè la Francia in questo momento deve
pensare al fatto che sta abbandonando l’Africa. Nonostante tutti gli sforzi fatti
da Chirac, l’Africa è perduta per la Francia. Quindi, è un problema che è stato poco
valutato, ma che Sarkozy si troverà di fronte. Il recupero dell’Africa potrà avvenire
attraverso una politica europea generosa.