2007-05-07 15:12:37

Nicolas Sarkozy conquista l'Eliseo: "riabiliterò il lavoro, l'autorità, la morale, il merito e restituirò l'onore alla nazione"


In Francia, con oltre il 53 per cento dei voti, il candidato neogollista Nicolas Sarkozy, è stato eletto come nuovo presidente. Subito dopo la vittoria al ballottaggio, il neocapo di Stato ha detto di “rispettare” l’avversaria e “i milioni di francesi che l’hanno votata”. Dal canto suo, la socialista Ségolène Royal, che ha ottenuto quasi il 47 per cento dei consensi, ha ammesso la sconfitta e augurato buon lavoro al neopresidente. Il servizio, da Parigi, di Francesca Pierantozzi: RealAudioMP3
 
La Francia ha scelto Nicolas Sarkozy e il suo cambiamento. Eletto sesto presidente della Quinta Repubblica con una larga maggioranza del 53 per cento contro il 47 alla socialista Ségolène Royal, in un’elezione che ha visto un’altissima affluenza alle urne dell’84 per cento, Sarkozy ha ora un mandato forte per realizzare le promesse di profonde riforme, economiche, sociali e politiche del Paese. Resta alla destra ancora da vincere un ‘ultima battaglia, quella delle lesgislative del 10 giugno, per avere anche una forte maggioranza parlamentare. Per il momento, il neopresidente si è concesso qualche giorno di riposo, probabilmente in Corsica, prima del passaggio di consegne all’Eliseo con Jacques Chirac il 16 maggio. Ieri il primo discorso da presidente. Con un vocabolario che gli è caro, ha detto di voler “restituire ai francesi l’orgoglio della Francia”. “Voglio riabilitare il lavoro, l’autorità, la morale, il rispetto, il merito, - ha aggiunto - voglio restituire l’onore alla nazione e all’identità nazionale”. Sarkozy ha pero’ voluto mettere subito l’accento anche sull’unità. “Voglio essere il presidente di tutti i francesi” – ha aggiunto. Ha espresso rispetto per la sua avversaria, Ségolène Royal. “La Francia torna in Europa” ha detto, aprendo anche il capitolo internazionale e inviando un appello agli “amici americani”, per dire loro di “non ostacolare la lotta contro il riscaldamento del pianeta”. A sinistra, Ségolène Royal ha subito riconosciuto la sconfitta, ma ha assicurato che non uscirà di scena e che continuerà “la battaglia per il cambiamento della sinistra e della vita politica”. La passione che ha accompagnato la campagna elettorale, è esplosa di nuovo ieri all’annuncio dei risultati. Con rabbia e delusione è stata accolta l’elezione di Sarkozy nelle periferie. Ci sono stati scontri tra giovani e polizia a Parigi, in place de la Bastille e anche a Lione, Nantes, Tolosa e Bordeaux. In totale circa 370 auto sono state bruciate e 270 persone interrogate.
Francesca Pierantozzi, da Parigi, per la Radio Vaticana.

 
Ma dopo questa vittoria di Nicolas Sarkozy che cosa cambierà concretamente nella politica francese? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Massimo Nava, corrispondente da Parigi per il Corriere della Sera ed autore del libro “Il francese di ferro: Sarkozy, la sfida della nuova Francia” edito da Einaudi: RealAudioMP3

 
R. - Molto dal punto di vista dei risultati dei contenuti, dell’efficienza del sistema nella rigenerazione di tanti ambiti della società civile e soprattutto dell’economia e molto poco su quelle che sono le linee generali, i valori di fondo della Francia di ieri, di oggi e di domani. Credo che Nicola Sarkozy sia soprattutto un gollista attualizzato, un gollista della quarta generazione quindi ogni riferimento al passato e alla Francia di ieri è fuori luogo; nello stesso tempo credo che sia sbagliato attribuire a Sarkozy l’intenzione e il progetto di stravolgere quelle che sono le fondamenta del sistema francese.

 
D. – Dal palco di Place de la Concorde, ieri Sarkozy ha detto di voler essere il presidente di tutti i francesi...

 
R. – Dal primo discorso è già stato in linea con quello che è il suo progetto e con quello che vuole fare quando dice “nessuno rimarrà ai margini della strada”. Certo, poi è chiaro che sull’onda delle emozioni e delle elezioni, si possono fare anche molte promesse che rimarranno magari senza seguito. Tuttavia il senso della proposta di Sarkozy è questo, cioè lui parla veramente come un De Gaulle del terzo millennio: non sarà il leader di una parte, il leader di una maggioranza politica anche se chiaramente la logica politica lo impone, ovviamente, quando si tratterà di votare delle leggi all’Assemblea. Il presidente, è nella natura stessa del modello francese istituzionale, si pone veramente al di sopra delle parti, è comunque un po’ il “padre” della Nazione che infatti sceglie un primo ministro per governare.

 
D. - Ségolène Royal da parte sua, ringraziando i suoi sostenitori, ha detto che continuerà comunque nella sua lotta per cambiare la sinistra. Ci troviamo davvero dunque di fronte ad un punto di non ritorno nella politica francese?

 
R. – Sicuramente sì, con o senza Ségolène Royal perché subito dopo il risultato si è fatto vivo con forza Dominique Strauss-Kahn, il grande escluso della sinistra socialista alla corsa della presidenza e ha detto chiaramente, ha gridato in faccia a tutti quella che è la realtà cioè la sinistra perde da tre elezioni consecutive, è minoritaria nel Paese, l’unico modo per risalire la china è il rinnovamento programmatico ideologico e l’alleanza con i centristi.

 
Quali orientamenti si possono adesso prevedere nella politica estera francese dopo l'elezione di Sarkozy? Risponde al microfono di Eliana Astorri, il docente di giornalismo all'Università LUMSA, prof. Angelo Paoluzi, corrispondente alla fine degli anni '60 in Francia per il quotidiano "Il Popolo": RealAudioMP3
 
R. – La Francia, dopo l’ultimo periodo in cui Chirac si è trovato in qualche difficoltà, credo vorrà riprendere l’iniziativa sul piano europeo. Bisognerà vedere quali sono le proposte che ha Sarkozy nella sua cartella e l’affermazione di questa Francia eterna. Deve, però, far conto con un altro fenomeno e cioè la Francia in questo momento deve pensare al fatto che sta abbandonando l’Africa. Nonostante tutti gli sforzi fatti da Chirac, l’Africa è perduta per la Francia. Quindi, è un problema che è stato poco valutato, ma che Sarkozy si troverà di fronte. Il recupero dell’Africa potrà avvenire attraverso una politica europea generosa.







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