All'Università Gregoriana, inaugurato alla presenza dei cardinali Bertone e Martino
un Corso sulla Chiesa cattolica per diplomatici islamici e dei Paesi mediterranei
Inaugurato stamani presso la Pontificia Università Gregoriana dal cardinale segretario
di Stato, Tarcisio Bertone, e dal cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del
Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, il Corso d’introduzione alla conoscenza della
Chiesa cattolica per diplomatici dei Paesi a maggioranza musulmana del Mediterraneo
e del Medio Oriente, sul tema “La Chiesa cattolica e la politica internazionale della
Santa Sede”. Promosso, tra gli altri, dalla Fondazione “La Gregoriana” e dall’Istituto
internazionale Jacques Maritain, il corso - della durata di tre settimane - presenta
l’organizzazione ed il funzionamento dei diversi organi della Santa Sede, l’attività
diplomatica delle Nunziature, l’azione umanitaria della Chiesa per la pace. Nel suo
intervento, il cardinale Martino ha sottolineato, tra l'altro, l'azione "umanizzante"
messa in campo dalla diplomazia vaticana durante conferenze e vertici delle Nazioni
Unite, che negli ultimi decenni hanno orientato le politiche sociali ed economiche
del mondo contemporaneo. Sull'importanza del Corso, il commento del cardinale Tarcisio
Bertone al microfono di Luca Collodi: R.
- Il tema che mi è stato proposto dagli organizzatori di questo provvidenziale incontro
è “Il dialogo interreligioso come via per la pace”, quindi come strumento di educazione
alla pace per costruire una pace vera e durevole. Questa è la verità. E’ una affermazione
che risponde ad una esigenza profonda, perché il dialogo interreligioso non è certo
un optional, come ha detto Papa Benedetto XVI proprio durante un incontro con
un gruppo di rappresentanti dei Paesi islamici, nel settembre scorso a Castel Gandolfo.
Il dialogo è una necessità vitale. Non possiamo rinunciarci, anzi è un impegno da
parte di tutti, è un impegno per la costruzione della pace, per la promozione dei
diritti umani e fra i diritti umani sono citati due diritti fondamentali: il diritto
alla vita e alla libertà religiosa, sui quali dobbiamo far convergere la lotta contro
ogni forma di violenza, soprattutto se la violenza è invocata in nome di Dio, in nome
della religione. E’ quindi necessario lottare contro le forme di terrorismo. Infine,
poi, la costruzione di una convivenza, una convivenza amorevole, fondata sulla reciproca
conoscenza e, diciamo, secondo il precetto evangelico fondata sul reciproco amore.
D. - Cardinale Bertone, guardando alla politica
internazionale, c’è una preoccupazione particolare che in questo momento è all’attenzione
della Santa Sede?
R. - La preoccupazione principale
riguarda, come è ovvio, la situazione dei Paesi del Medio Oriente e questo conflitto
che non vede soluzioni proprio nella terra di Gesù. La Santa Sede si impegna con tutte
le sue forze e con tutte le vie: con la preghiera, anzitutto, con gli incontri interreligiosi,
con gli incontri diplomatici, con gli incontri con i capi di Stato della regione mediorientale
e con tutti coloro che sono impegnati a promuovere la pace in quella regione proprio
per eliminare le cause endemiche di questi conflitti. La Santa Sede, poi, così come
è stato anche rilevato nella Lettera di Benedetto XVI al cancelliere Angela Merkel,
guarda in modo particolare ai problemi dell’Africa ed insiste soprattutto affinché
l’Europa e le grandi potenze del Nord non la abbandonino. Adesso, il Papa parte per
l’America Latina e questo è un grande segno di attenzione da parte della Chiesa all’America
Latina e alle situazioni che sono state già ampiamente analizzate, anche dalla stampa
e dai mezzi di comunicazione in occasione di questo primo viaggio intercontinentale
del Papa. Vedremo poi i risultati, vedremo anche i frutti di questo viaggio, dei messaggi
forti che il Papa lancerà e che speriamo siano accolti, accolti anzitutto dalle comunità
locali e dalle Chiese locali, ma anche dagli uomini politici di ogni nazione.