In Italia si celebra la VI Giornata Nazionale per l'Epilessia
Far conoscere a pazienti e famiglie le reali opportunità di diagnosi e cura dell’epilessia
e diffondere una corretta informazione. E’ l’obiettivo della VI Giornata Nazionale
per l'Epilessia che si celebra oggi. Promossa dalla LICE, la Lega Italiana contro
l'Epilessia, la giornata ha, infatti, come tema: “Informarsi per non avere paura”.
In Italia le persone affette da questa malattia sono 500 mila e ogni anno vengono
diagnosticati 25 mila nuovi casi, cifre che pongono l’epilessia al terzo posto dopo
le patologie cardio-vascolari e con deficit intellettivo e sensoriale. Antonella
Villani ha chiesto al presidente della LICE Paolo Tinùper, in che cosa
consista la malattia:
R. –
Consiste nella presenza di crisi che si ripetono nel tempo, ad intervalli variabili,
in persone che per lo più sono per il resto normali.
D.
– Che cos’è che spaventa?
R. – E’ la non prevedibilità
della crisi. Quindi il paziente che in quel momento sta compiendo un’azione normale,
improvvisamente viene colto da un malore più o meno importante e, anche per un attimo
solamente, può distrarsi e poi ritorna tutto normale.
D.
– Voi per aiutare questi paziente avete, tra l’altro, stilato anche delle linee guida
per medici di base e pronto soccorso ospedaliero. E' un disturbo ancora poco conosciuto
anche per gli specialisti?
R. – Il disturbo è conosciuto,
ma i metodi di terapie nelle varie situazioni non è uniforme. Il nostro compito, quindi,
come società scientifica è quello di diffondere una conoscenza che sia attuale e che
sia attuabile in tutte le situazioni del territorio e quindi sia dal medico di base
che dal Pronto Soccorso, le Rianimazioni ed anche le Neurologie.
D.
– Altro tabù che cade è quello che le donne epilettiche rischiano la vita in gravidanza
o addirittura possono partorire, a loro volta, figli malati…
R.
– Questo è varamente un pregiudizio! Quattro bambini su mille circa nascono da donne
con epilessie, la maggior parte delle quali prende dei farmaci antiepilettici e la
probabilità di avere un bambino normale in una donna con epilessia che prende farmaci
è superiore al 90 per cento. Quindi bisogna programmare la gravidanza, gestire le
situazioni, scegliere i farmaci, ma le donne con l’epilessia, nella stragrande maggioranza
dei casi, possono ed hanno bambini sani.
D. – Per
migliorare l’informazione sull’epilessia avete istituito tre Borse di Studio da assegnare
ai migliori cortometraggi realizzati dalla Scuola Nazionale di Cinematografia. Come
mai questa scelta?
R. – Perché volevamo avere tre documenti
che fossero facilmente comprensibili, distribuibili su tutto il territorio e visibili.