Via libera, nello Stato australiano di Victoria, alla clonazione di embrioni umani
per la ricerca sulle cellule staminali. Proteste dei movimenti pro-vita: “Scelta immorale
e pericolosa”
Ha subito acceso polemiche la decisione del Parlamento federale dello Stato australiano
di Victoria di legalizzare la clonazione di embrioni umani per la ricerca sulle cellule
staminali. Secondo il ministro della Sanità, Bronwyn Pike, che aveva presentato il
disegno di legge, la nuova normativa rafforzerà la reputazione dell’Australia come
leader nella ricerca medica. Le norme di licenza – ha tuttavia sottolineato – sono
sempre molto severe e vi saranno chiari limiti etici. Come riferisce il quotidiano
Avvenire, la legge permette di usare embrioni in eccedenza dal trattamento di fecondazione
in vitro per creare cellule staminali clonate per la ricerca medica, mirante a trovare
nuove cure per le malattie degenerative. La procedura comporta la rimozione del nucleo
di un ovulo umano non fecondato, aggiungendo DNA per farlo sviluppare in laboratorio.
Esclusa specificamente la creazione di ibridi uomo-animale, mentre è prevista una
pena di 15 anni di carcere per chi contravenga alle salvaguardie, concepite per prevenire
abusi. Durissime le proteste del Gruppo per il diritto alla vita, la cui presidente,
Margaret Tighe, ha accusato i parlamentari di permettere la produzione di “una classe
di esseri umani da essere usati per il beneficio di altri, come schiavi della scienza,
destinati poi a essere distrutti”. Secondo Tighe, la legge è immorale e crea un pericoloso
precedente. (R.M.)