San Francesco di Paola esempio che invita al perdono: nel V centenario della sua morte
il Papa invita a sceglierlo come maestro di vita
“Interlocutore dei semplici con intuizioni e incitamenti che parlano ancora oggi a
chi regge le sorti degli uomini”: così ha definito San Francesco di Paola il cardinale
Raffaele Renato Martino, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della
Pace, durante la celebrazione conclusiva dei festeggiamenti per i 500 anni dalla morte
del fondatore dell’Ordine dei Minimi. Il porporato – legato pontificio in Calabria
per l’evento – nella sua omelia ha invitato i calabresi a seguire l’esempio del loro
patrono mettendo da parte l’odio e l’inimicizia. Nel suo messaggio al superiore generale
dell’Ordine dei Minimi, padre Francesco Martinelli, Benedetto XVI ha esortato a celebrare
il V centenario della morte del santo eremita “non solo nella prospettiva della memoria,
ma soprattutto in quella della ripresa di un cammino e del rilancio di una proposta
di vita”. “Come figli ed eredi di un così grande fondatore – scrive il Santo Padre
– i Minimi hanno nella Chiesa la missione di tenere vivo l’invito alla penitenza”.
“In questo V centenario – si legge nel testo – i fedeli devono essere aiutati a venerare
San Francesco di Paola scegliendolo come maestro di vita, che richiama alle esigenze
dello spirito”. Sull’esempio del Santo l’invito del Papa, inoltre, è ad avere attenzione
verso i bisognosi. Morto a Tours, in Francia, il 2 aprile del 1507 e canonizzato il
primo maggio del 1519, San Francesco di Paola è patrono della gente di mare oltre
che della Calabria e proprio ai calabresi il cardinale Martino ha rivolto l’invito
a lavorare per la pace, sottolineando il ruolo fondamentale affidato alle famiglie
cui spetta, insieme alle istituzioni, il compito di “educare all’amore per vincere
la cultura dell’odio, della vendetta e della morte, sull’insegnamento del Santo della
carità sociale, portatore delle parole perdono e misericordia”.