Il Papa nel 50.mo della Fidei donum: siamo tutti missionari
Siamo tutti missionari, siamo tutti coinvolti, anche se in modi diversi, nell’annuncio
del Vangelo. E’ quanto ha detto stamane il Papa ricevendo i partecipanti all'Incontro
del Consiglio Superiore delle Pontificie Opere Missionarie e al Congresso Mondiale
dei Missionari fidei donum, in occasione del 50° anniversario dell’Enciclica
Fidei donum di Pio XII. Proprio grazie a questo documento nascevano i missionari
fidei donum, sacerdoti e laici inviati dalle diocesi più ricche di risorse
alle Chiese più povere. A guidare i convegnisti il cardinale Ivan Dias, prefetto della
Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Il servizio di Sergio Centofanti.
Il
Papa ricorda l’intuizione profetica di Pio XII, il quale “dinanzi all’evolversi dei
tempi e all’affacciarsi sulla scena della storia di nuovi popoli e nazioni, con lungimirante
sapienza pastorale comprese che si aprivano inediti e provvidenziali orizzonti e itinerari
missionari per l’annuncio del Vangelo” specialmente in Africa. Di qui la creazione
di un nuovo “soggetto” missionario, che dalle prime parole dell’Enciclica trasse il
nome di “fidei donum”:
“Intendeva incoraggiare,
accanto alle forme tradizionali, un ulteriore tipo di cooperazione missionaria tra
le Comunità cristiane cosiddette ‘antiche’ e quelle appena nate o nascenti nei territori
di recente evangelizzazione: le prime cioè venivano invitate a mandare in aiuto delle
Chiese ‘giovani’ e in promettente crescita alcuni sacerdoti, perché essi collaborassero
con gli Ordinari del luogo per un tempo determinato”.
“Duplice
era lo scopo che animava” Papa Pacelli – sottolinea Benedetto XVI - “da una parte,
suscitare in ogni componente del popolo cristiano una rinnovata ‘fiamma’ missionaria
e, dall’altra, promuovere una più consapevole collaborazione fra le diocesi di antica
tradizione e le regioni di prima evangelizzazione”:
“Nel
corso di questi cinque decenni l’invito di Pio XII è stato a più riprese
ribadito da tutti i miei Predecessori e, grazie anche all’impulso impresso dal Concilio
Vaticano II, è andato moltiplicandosi il numero dei sacerdoti ‘fidei donum’, partiti
insieme a religiosi e volontari laici in missione per l’Africa e per altre regioni
del mondo, talora a costo di non pochi sacrifici per le loro diocesi di appartenenza.
Vorrei qui esprimere un particolare ringraziamento a questi nostri fratelli e sorelle,
alcuni dei quali hanno versato il loro sangue per diffondere il Vangelo”.
“L’esperienza missionaria – ha proseguito il Papa
- lascia un segno indelebile in chi la compie e contribuisce, al tempo stesso, ad
alimentare quella comunione ecclesiale che fa sentire tutti i battezzati membri dell’unica
Chiesa, Corpo mistico di Cristo. Nel corso di questi decenni i contatti e gli scambi
missionari si sono intensificati” e “la Chiesa è venuta a contatto praticamente
con ogni civiltà e cultura”:
“Lo scambio di doni
tra Comunità ecclesiali di antica e di recente fondazione ha costituito un arricchimento
reciproco e ha favorito la crescita della coscienza di essere tutti ‘missionari’,
tutti cioè coinvolti, sia pure in modi diversi, nell’annuncio e nella testimonianza
del Vangelo”.
Il Papa quindi si è soffermato
su alcune difficoltà che oggi emergono: tra queste “la diminuzione e l’invecchiamento
del clero nelle diocesi che un tempo inviavano missionari in regioni lontane. Nel
contesto di una diffusa crisi vocazionale – spiega - questo costituisce certo una
sfida con cui occorre confrontarsi”. Ma nonostante questi problemi il Pontefice esorta
a “volgere lo sguardo al futuro con fiducia, conferendo rinnovata e più autentica
identità ai missionari ‘fidei donum’ in un contesto mondiale indubbiamente mutato
rispetto agli anni 50 del secolo passato”: “Se tante
sono le sfide all’evangelizzazione in questa nostra epoca, tanti sono anche i segni
di speranza che in ogni parte del mondo testimoniano una incoraggiante vitalità missionaria
del popolo cristiano. Mai soprattutto venga meno la consapevolezza che il Signore,
prima di lasciare i discepoli per il Cielo, nell’inviarli ad annunciare il suo Vangelo
in ogni angolo del mondo, ha assicurato: Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino
alla fine del mondo”.
“Questa certezza – ha concluso
il Papa - non ci deve mai abbandonare. Il Padrone della messe non farà mancare operai
alla sua messe, se con fiducia e insistentemente glielo domandiamo nella preghiera
e nel docile ascolto della sua parola e dei suoi insegnamenti”.
In
occasione del 50° anniversario dell’Enciclica Fidei donum il cardinale segretario
di Stato Tarcisio Bertone ha inviato una lettera al cardinale Ivan Dias: oggi
– scrive il porporato - “è opportuno ripensare la comunione e la corresponsabilità
delle Chiese per la missione come pure le implicazioni metodologiche, quali l’esigenza
di una progettualità comune, l’inserimento dei missionari fidei donum con compiti
e ruoli specifici, il reinserimento nelle Chiese d’origine, lo scambio vicendevole
di persone, mezzi e metodologie apostoliche, i percorsi formativi per i missionari,
la necessità di istituire a livello nazionale centri di formazione missionaria per
i partenti e di coordinamento per rispondere adeguatamente alle richieste di personale
e di mezzi. Ulteriore obiettivo – scrive il cardinale Bertone - è quello di mettere
in condizione le giovani Chiese, che attualmente devono affidarsi al soccorso degli
Istituti missionari, di formare e inviare i loro missionari fidei donum”.