Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
Nella quinta Domenica di Pasqua, la Liturgia ci propone il Vangelo del comandamento
nuovo di Gesù. Giuda è appena uscito dal cenacolo e il Maestro si rivolge così ai
discepoli:
“Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri;
come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno
che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri”.
Su
questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo don Massimo Serretti,
docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:
(musica)
Gesù dona, continua a donare, per questo è venuto:
perchè il Padre lo ha donato al mondo e sino alla fine non cessa mai di offrirsi in
puro dono. Così è in questo brano di Giovanni. Sono parole pronunciate dopo che Giuda
esce per tradirlo. Quello che per Giuda è tradimento, per Gesù è consegna, dono di
sé fino alla morte. Dopo questo atto dell’amore, che va fino alla fine, fino in fondo,
Gesù fa il dono del comandamento nuovo: un altro dono. Prima non avrebbe potuto farlo.
Il contenuto di novità del compito che Gesù dà ai suoi è tutto inscritto nel “come”,
nel “così come”. Il tratto distintivo di Gesù sarà anche il tratto distintivo di quelli
che lo seguono. Dall’amore di Gesù si riconoscono quelli che sono di Gesù e questo
tratto è personale, e tale è l’amore vero, ma lo si può vedere solo nella comunione
in atto, nella relazione, nella reciprocità. La gloria dell’amore è la gloria della
comunione.