2007-05-05 11:41:42

Il cardinale Errázuriz Ossa: la V Conferenza dell'Episcopato Latinoamericano e Caraibico risveglierà l'impulso missionario nell'intera regione


“Sono certo che con la V Conferenza generale dell’Episcopato Latinoamericano e Caraibico nascerà un grande risveglio missionario che toccherà l’intera regione”. Così si è espresso ieri a Santiago del Cile, durante un affollato incontro con la stampa internazionale, il cardinale Francisco Javier Errázuriz Ossa, presidente del CELAM, il Consiglio dell’Episcopato Latinoamericano. L’arcivescovo di Santiago del Cile ha anche sottolineato l’attesa e l’affetto che circonda l’imminente arrivo di Benedetto XVI in Brasile, dove il 13 maggio inaugurerà ad Aparecida i lavori dell’importante incontro. Il servizio di Luis Badilla: RealAudioMP3

“La Conferenza - ha spiegato il cardinale Errázuriz - si propone, di annunciare con maggiore forza che il rapporto di ogni cristiano con il Signore e, dunque, la sua natura e missione di ‘discepolo’, lo chiama all’esercizio della fratellanza nei confronti dell’altro”. L’incontro episcopale, in comunione col Papa, cercherà di definire “i necessari orientamenti pastorali nell’ora presente focalizzando l’attenzione sul modo in cui vive il battezzato, che ama Gesù e che ha un ruolo e una responsabilità nel mondo. L’incontro col Signore, ha precisato il cardinale Errázuriz, deve dare tutti i frutti dell’impegno evangelico sia come discepoli sia come missionari” al servizio della vita che Lui dona in abbondanza. La riflessione centrale della Conferenza “si colloca nella prospettiva della cultura della vita tanto per quanto riguarda la vita, dal concepimento fino alla morte naturale, come per quanto riguarda anche la sua qualità”. Da ciò, secondo il presidente del Celam, nasce il bisogno di rinforzare e accrescere l’impegno missionario. La Chiesa, spiega, “non sempre arriva a tutti i battezzati”. Inoltre “dall’Europa arrivano influenze culturali che ci pongono dei problemi etici, in particolare sulla costituzione e natura della famiglia così come sul valore della vita”. Dall’altra parte, “la globalizzazione economica e l’accentuata competitività incoraggia comportamenti egoistici tra la popolazione della regione”. Il porporato ha ricordato anche l’enorme vitalità della Chiesa in America Latina citando, per esempio, la presenza gioiosa dei fedeli che frequentano le chiese, l’aumento delle comunità di base che rinvigoriscono il proprio impegno nell’ambito sociale, l’avvicinamento alle letture bibliche, i movimenti ecclesiali (oltre 40).

 
Il cardinale Errázuriz, ha analizzato due realtà importanti del quadro socio-culturale ed economico che serviranno come base per le riflessioni: la povertà da un lato e, dall’altro, la precarietà delle espressioni democratiche. “La povertà persiste”, ha detto il porporato ricordando che la Chiesa ha fatto propria l’opzione preferenziale per i poveri. “Chi ama Gesù non può restare indifferente di fronte agli scandali che colpiscono i popoli latinoamericani” per quanto riguarda la distribuzione della ricchezza e la giustizia sociale. “Ci sono i grandi flussi migratori verso il nord del continente e verso l’Europa. Le migrazioni interne, spesso a causa della violenza terroristica. La crescita del narcotraffico. La cultura democratica non si è radicata in profondità nonostante la fine dei governi militari nella regione”. “Abbiamo l’impressione – ha detto - che tra noi le democrazie non si sono consolidate abbastanza. Vediamo ancora comportamenti populistici, atteggiamenti contrari al fatto che i popoli hanno diritto di decidere liberamente e di essere ben informati. In campo politico si osserva la tendenza all’attaccamento al potere più che al servizio dei popoli. La Chiesa, in quest’ambito - ha concluso - è molto interessata alle politiche pubbliche in vista del servizio al bene comune e, dunque, guarda con particolare attenzione alle grandi questioni dell’educazione, del lavoro e della famiglia”.







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