Il cardinale Errázuriz Ossa: la V Conferenza dell'Episcopato Latinoamericano e Caraibico
risveglierà l'impulso missionario nell'intera regione
“Sono certo che con la V Conferenza generale dell’Episcopato Latinoamericano e Caraibico
nascerà un grande risveglio missionario che toccherà l’intera regione”. Così si è
espresso ieri a Santiago del Cile, durante un affollato incontro con la stampa internazionale,
il cardinale Francisco Javier Errázuriz Ossa, presidente del CELAM, il Consiglio dell’Episcopato
Latinoamericano. L’arcivescovo di Santiago del Cile ha anche sottolineato l’attesa
e l’affetto che circonda l’imminente arrivo di Benedetto XVI in Brasile, dove il 13
maggio inaugurerà ad Aparecida i lavori dell’importante incontro. Il servizio di Luis
Badilla:
“La Conferenza
- ha spiegato il cardinale Errázuriz - si propone, di annunciare con maggiore forza
che il rapporto di ogni cristiano con il Signore e, dunque, la sua natura e missione
di ‘discepolo’, lo chiama all’esercizio della fratellanza nei confronti dell’altro”.
L’incontro episcopale, in comunione col Papa, cercherà di definire “i necessari orientamenti
pastorali nell’ora presente focalizzando l’attenzione sul modo in cui vive il battezzato,
che ama Gesù e che ha un ruolo e una responsabilità nel mondo. L’incontro col Signore,
ha precisato il cardinale Errázuriz, deve dare tutti i frutti dell’impegno evangelico
sia come discepoli sia come missionari” al servizio della vita che Lui dona in abbondanza.
La riflessione centrale della Conferenza “si colloca nella prospettiva della cultura
della vita tanto per quanto riguarda la vita, dal concepimento fino alla morte naturale,
come per quanto riguarda anche la sua qualità”. Da ciò, secondo il presidente del
Celam, nasce il bisogno di rinforzare e accrescere l’impegno missionario. La Chiesa,
spiega, “non sempre arriva a tutti i battezzati”. Inoltre “dall’Europa arrivano influenze
culturali che ci pongono dei problemi etici, in particolare sulla costituzione e natura
della famiglia così come sul valore della vita”. Dall’altra parte, “la globalizzazione
economica e l’accentuata competitività incoraggia comportamenti egoistici tra la popolazione
della regione”. Il porporato ha ricordato anche l’enorme vitalità della Chiesa in
America Latina citando, per esempio, la presenza gioiosa dei fedeli che frequentano
le chiese, l’aumento delle comunità di base che rinvigoriscono il proprio impegno
nell’ambito sociale, l’avvicinamento alle letture bibliche, i movimenti ecclesiali
(oltre 40).
Il cardinale Errázuriz, ha analizzato
due realtà importanti del quadro socio-culturale ed economico che serviranno come
base per le riflessioni: la povertà da un lato e, dall’altro, la precarietà delle
espressioni democratiche. “La povertà persiste”, ha detto il porporato ricordando
che la Chiesa ha fatto propria l’opzione preferenziale per i poveri. “Chi ama Gesù
non può restare indifferente di fronte agli scandali che colpiscono i popoli latinoamericani”
per quanto riguarda la distribuzione della ricchezza e la giustizia sociale. “Ci sono
i grandi flussi migratori verso il nord del continente e verso l’Europa. Le migrazioni
interne, spesso a causa della violenza terroristica. La crescita del narcotraffico.
La cultura democratica non si è radicata in profondità nonostante la fine dei governi
militari nella regione”. “Abbiamo l’impressione – ha detto - che tra noi le democrazie
non si sono consolidate abbastanza. Vediamo ancora comportamenti populistici, atteggiamenti
contrari al fatto che i popoli hanno diritto di decidere liberamente e di essere ben
informati. In campo politico si osserva la tendenza all’attaccamento al potere più
che al servizio dei popoli. La Chiesa, in quest’ambito - ha concluso - è molto interessata
alle politiche pubbliche in vista del servizio al bene comune e, dunque, guarda con
particolare attenzione alle grandi questioni dell’educazione, del lavoro e della famiglia”.