Cardinali e vescovi in pellegrinaggio tra le capitali europee per chiedere ai leader
del G8 di mantenere gli impegni presi nella lotta alla povertà
Undici tra cardinali e vescovi in tour nelle capitali europee per sponsorizzare “Prima
che sia troppo tardi”, una campagna promossa da Focsiv e Caritas, insieme ad altre
associazioni cattoliche, per chiedere ai governi del G8 di rispettare gli impegni
assunti nella lotta alla povertà. Ieri il gruppo, guidato dal cardinale honduregno
Maradiaga, è stato ricevuto in udienza da Benedetto XVI. Subito dopo, la conferenza
stampa presso la nostra emittente. Francesca Sabatinelli:
Londra,
Berlino, Roma. Le tappe di un pellegrinaggio per chiedere ai grandi di mantenere gli
impegni assunti in merito alla lotta alla povertà e riguardo agli aiuti allo sviluppo.
A farsi portavoce degli ultimi è stato un gruppo di cardinali e vescovi che alla vigilia
del summit del G8 di giugno, ha incontrato il cancelliere tedesco Merkel, il premier
britannico Blair e quello italiano Prodi, per ribadire la necessità di cancellare
il debito estero ai Paesi in via di sviluppo, di lottare contro la corruzione nella
gestione degli aiuti e soprattutto di operare in piena trasparenza economica e finanziaria.
Tutti si sono detti preoccupati per la mancanza di progressi, nonostante le promesse.
Ma, convinti che si possa ancora essere ottimisti, vescovi e cardinali continueranno
ad andare avanti nella loro opera, fortemente incoraggiati dal Papa che ha assicurato
loro pieno sostegno. Al loro fianco anche la Chiesa italiana, che proseguirà nella
campagna per la riduzione del debito, come ha assicurato incontrando i vescovi e i
cardinali mons. Bagnasco presidente della CEI. “L'attuale modello di sviluppo
sostenuto dai Paesi del Nord del mondo ha dimostrato tutte le sue debolezze e deve
essere cambiato perché, negli ultimi dieci anni, la povertà nel Sud anziché diminuire
è aumentata”, ha spiegato il cardinale Rodriguez Maradiaga, arcivescovo
di Tegucicalpa, in Honduras, convinto che la campagna sia necessaria:
R.
– Penso che la campagna è buona, è una maniera di educare anche l’opinione pubblica.
E’ anche una nuova evangelizzazione perché portare la dottrina sociale della Chiesa
nei luoghi che abbiamo visitato, è una cosa buona.
Mons.
Laurent Monsengwo, arcivescovo di Kisangani nella Repubblica Democratica
del Congo:
R. – Noi abbiamo praticamente detto a
loro il principio classico degli antichi romani “pacta sunt servanda” cioè voi ci
avete promesso un aiuto che vada fino allo 0,7 per cento del prodotto nazionale lordo:
quindi mantenete la parola. E abbiamo visto che quelli che potevano dirlo dicevano
“guardate le cifre, siamo già andati molto avanti e siamo decisi a continuare”. Altri
dicevano: “Ora non possiamo, però siamo decisi a farlo”. Quindi, la speranza esiste.
Si
insiste nel sollecitare i grandi prima che sia troppo tardi, e forse già lo è, spiega
Sergio Marelli, direttore generale della Focsiv. Il rischio,
sottolinea, è che ci si abitui al fatto che 800 milioni di persone nel mondo soffrono
la fame:
R. – In questo G8, non ci saranno nuovi
impegni nei confronti delle povertà nel mondo. La nostra richiesta è: mantenete quelli
che avete già assunto. Anche i più ottimisti dicono che per raggiungere quei famosi
otto obiettivi del millennio fissati per il 2015, occorreranno 100 anni in più. Ricordiamo
in particolare ai governi che 100 anni in più vogliono dire otto miliardi di persone
che moriranno per fame, dieci miliardi di persone che moriranno per assenza di acqua
potabile. A loro scegliere come comportarsi.
Ciò
che si chiede è dunque che i governi del G8 si assumano le loro responsabilità ed
adottino le necessarie scelte politiche per raggiungere la crescita economica e soprattutto
per uno sviluppo integrale dell’uomo nella solidarietà universale.