La via migliore per conoscere Dio è l'amore: così il Papa all'udienza generale
“La via privilegiata per conoscere Dio è l’amore”: è quanto ha detto Benedetto XVI
stamani durante l’udienza generale in Piazza San Pietro, dedicata anche oggi ad Origene,
“grande maestro alessandrino” della Chiesa antica. Il Papa, facendo riferimento al
mese di maggio dedicato in particolare a Maria, ha affidato i fedeli alla protezione
materna della Vergine. Circa 30 mila i pellegrini presenti nonostante la giornata
piovosa. Il servizio di Sergio Centofanti.
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''Prendiamo
la pioggia come una benedizione, si parla molto della siccita' quindi il Signore
dà un segno della grazia''.
Il Papa scherza sulla pioggia che cade abbondante
in Piazza San Pietro, interrompendo brevemente la sua meditazione che continua ad
incentrarsi sulle grandi personalità della Chiesa antica. Anche questo mercoledì come
la settimana scorsa ha approfondito la figura di Origene, brillante scrittore e teologo,
vissuto tra il secondo e il terzo secolo, torturato crudelmente durante la persecuzione
di Decio nel 250 e morto qualche anno dopo, non ancora settantenne, fiaccato dalle
sofferenze subite. Benedetto XVI ha sottolineato due aspetti della dottrina origeniana
che considera tra i più importanti e attuali: il primo è relativo al fatto che un
così grande conoscitore e studioso delle Sacre Scritture come Origene ritenga che
“il più alto livello della conoscenza di Dio … scaturisce dall’amore”:
“A
suo parere, infatti, l’intelligenza delle Scritture richiede, più ancora che lo studio,
l’intimità con Cristo e la preghiera. E se è vero che Cristo è il vero e ultimo autore
con lo Spirito Santo della Scrittura è anche evidente che solo in un contatto vivo
con Cristo si può comprendere la Scrittura. Origene è convinto che la via privilegiata
per conoscere Dio è l’amore, e che non si dia un’autentica scientia Christi senza
innamorarsi di Lui”.
“Anche tra gli uomini – aggiunge il Papa a braccio
– uno conosce realmente in profondità un altro solo se c’è amore, se si aprono i cuori”.
E per dimostrare la sua tesi Origene si fonda su un significato dato talvolta al verbo
“conoscere” in ebraico, quando cioè viene utilizzato per esprimere l’atto dell’amore
umano:
“Così viene suggerito che l’unione nell’amore procura la conoscenza
più autentica. Come l’uomo e la donna sono ‘due in una sola carne’ così Dio e il credente
diventano ‘due in uno stesso spirito’. In questo modo la preghiera dell’Alessandrino
approda ai livelli più alti della mistica”.
Origene – sottolinea inoltre
il Papa – svolge un ruolo primordiale nella storia delle lectio divina, la lettura
orante della Parola di Dio: è questo teologo infatti uno dei primi ad affermare che
insieme ad una lettura perseverante e fiduciosa della Sacra Scrittura è assolutamente
necessaria la preghiera per comprendere le cose Dio. A questo proposito Benedetto
XVI cita l’insegnamento di Giovanni Paolo II sulla preghiera:
“Egli mostrava
ai fedeli ‘come la preghiera possa progredire, quale vero e proprio dialogo d’amore,
fino a rendere la persona umana totalmente posseduta dall’Amato divino, vibrante al
tocco dello Spirito, filialmente abbandonata nel cuore del Padre…Si tratta’, proseguiva
Giovanni Paolo II, ‘di un cammino interamente sostenuto dalla grazia, che chiede tuttavia
forte impegno spirituale e conosce anche dolorose purificazioni, ma che approda, in
diverse forme possibili, all’indicibile gioia vissuta dai mistici come unione sponsale’”.
Il
secondo insegnamento di Origene riguarda il sacerdozio comune dei fedeli che richiede
a tutti i credenti purezza e onestà di vita e soprattutto fede e accoglienza e studio
della Parola di Dio. Si tratta – afferma il Papa - di un cammino di perfezione al
cui vertice si colloca il martirio: significa, in profondità, rinunciare a tutto per
prendere la propria croce e seguire Cristo. Una via percorribile solo tenendo fisso
lo sguardo del cuore su di Lui.
Dopo la catechesi il Papa, salutando i fedeli
nelle varie lingue, ha ricordato il suo ormai imminente viaggio apostolico in Brasile
(partirà il 9 maggio) per inaugurare la quinta Conferenza generale dell’Episcopato
latinoamericano e caraibico, auspicando che questo importante incontro ecclesiale
possa produrre abbondanti frutti di evangelizzazione e testimonianza cristiana.
Quindi,
Benedetto XVI, ricordando che siamo all’inizio del mese tradizionalmente dedicato
alla Vergine, ha voluto affidare tutti i fedeli alla protezione della Madre di Dio:
“Cari
giovani, mettetevi ogni giorno alla scuola di Maria Santissima per imparare da Lei
a compiere la volontà di Dio. Contemplando la Madre di Cristo crocifisso, voi, cari
malati, sappiate cogliere il valore salvifico di ogni croce, anche di quelle più pesanti.
E voi, cari sposi novelli, invocate la sua protezione materna, perché nella vostra
famiglia regni sempre il clima della casa di Nazareth”.
Infine, un particolare
saluto il Papa lo ha rivolto ai rappresentanti della Società delle Missioni Africane,
alla comunità del Pontificio Collegio Pio Romeno di Roma, che celebra in questi giorni
il 70° anniversario di fondazione, e all’Azione Cattolica di Tempio-Ampurias, guidata
dal vescovo Sebastiano Sanguinetti.