La Pontificia Accademia delle Scienze Sociali preoccupata per la debolezza delle istituzioni
internazionali nella lotta a povertà e fame
La preoccupazione per la debolezza del multilateralismo e la proposta di nuovi meccanismi
di finanziamento al centro, stamani presso la Sala Stampa della Santa Sede, della
conferenza stampa a conclusione della XIII Sessione Plenaria della Pontificia Accademia
delle Scienze Sociali, sul tema: “Carità e Giustizia nelle relazioni tra popoli e
nazioni”. Per noi, c’era Roberta Moretti:
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Combattere
la povertà nel mondo attraverso meccanismi innovativi di finanziamento: è questa la
proposta concreta della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, presentata al
termine di quello che è stato definito il più importante incontro dalla fondazione
dell’organismo pontificio, nel 1994. Centrale, per la riflessione degli accademici,
è stato il messaggio che Benedetto XVI ha inviato alla presidente, la professoressa
Mary Ann Glendon, in cui il Papa evidenziava tre sfide che oggi il mondo si trova
ad affrontare: l’ambiente e lo sviluppo sostenibile; la dignità inviolabile della
persona umana per il raggiungimento della piena giustizia nel pianeta; l’educazione
e la trasmissione della conoscenza per una divulgazione dei valori dello spirito.
"Oggi – ha affermato il cancelliere dell’Accademia, mons. Marcelo Sáncez Sorondo,
riprendendo le parole di Benedetto XVI – per arrivare alla giustizia, c’è bisogno
della carità”. Obiettivo degli accademici, che all’inizio del 2008 pubblicheranno
un documento finale con tutto il lavoro svolto negli ultimi cinque anni, è dunque
partecipare alla costruzione del consenso attorno a un’agenda centrata sullo sviluppo
integrale della persona. Ai leader mondiali vengono proposte nuove forme di tassazione
degli Stati per un raggiungimento, in futuro, degli Obiettivi di sviluppo del millennio
concordati dalla comunità internazionale nel 2000 per combattere povertà, fame e pandemie:
obiettivi che non verranno raggiunti - è stato sottolineato - anche a causa dell'assenza
di un efficace meccanismo di finanziamento. Invocato, poi, un ritorno allo spirito
originario dei negoziati sul commercio promossi dal Doha Round, con una maggiore attenzione
allo sviluppo e alla protezione sociale. Preoccupazione, inoltre, per gli squilibri
finanziari tra i vari Paesi, determinati – è stato detto – da un’assenza di governance
e di colloqui e accordi tra i leader mondiali. Gli accademici hanno infine auspicato
la realizzazione degli obiettivi del Protocollo di Kyoto e un’attenzione particolare
alla segregazione sociale nell’educazione con particoalre riferimento alle sfide poste
dall'immigrazione.