2007-05-01 11:13:04

Festa di San Giuseppe Lavoratore: il Papa sottolinea il primato dell’uomo sul lavoro, contro ogni sfruttamento e idolatria


Oggi, primo maggio e festa internazionale del lavoro, la Chiesa ricorda San Giuseppe Lavoratore. In questi due anni di Pontificato, Benedetto XVI è intervenuto spesso sulle problematiche del mondo del lavoro reclamando con forza il primato della dimensione umana del lavoro, contro ogni sfruttamento e idolatria. Il servizio di Sergio Centofanti. RealAudioMP3

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Benedetto XVI già nel suo primo discorso da Pontefice, il 19 aprile di due anni fa, pronunciava due volte la parola “lavoro”: si definiva un semplice e umile “lavoratore” nella vigna del Signore, sottolineando di sentirsi consolato dal fatto che il Signore “sa lavorare” ed agire anche con strumenti insufficienti. Insieme, dunque, il lavoro di Dio e il lavoro dell’uomo: “il lavoro – ha affermato Benedetto XVI – rientra nel progetto di Dio sull’uomo … è partecipazione alla sua opera creatrice e redentrice”. Per questo “è la persona il metro della dignità del lavoro”:

“Dal primato della valenza etica del lavoro umano, derivano ulteriori priorità: quella dell’uomo sullo stesso lavoro, del lavoro sul capitale, della destinazione universale dei beni sul diritto alla proprietà privata: insomma la priorità dell’essere sull’avere”. (Discorso alle ACLI, 27 gennaio 2006).

Pochi giorni dopo la sua elezione, il 1° maggio 2005, Benedetto XVI si affacciava per la prima volta dalla finestra del suo studio privato per un Regina Coeli tutto dedicato al mondo del lavoro auspicando che il lavoro “non manchi specialmente per i giovani”. Il 19 marzo 2006, Solennità di San Giuseppe, presiedeva la Messa per i lavoratori invitando i credenti a “santificarsi attraverso il proprio lavoro” perché “non basta la pur necessaria qualificazione tecnica e professionale” per attuare la propria integrale vocazione:

“Il lavoro riveste primaria importanza per la realizzazione dell'uomo e per lo sviluppo della società, e per questo occorre che esso sia sempre organizzato e svolto nel pieno rispetto dell'umana dignità e al servizio del bene comune. Al tempo stesso, è indispensabile che l'uomo non si lasci asservire dal lavoro, che non lo idolatri, pretendendo di trovare in esso il senso ultimo e definitivo della vita”.

Il Papa ricorda l’importanza del riposo domenicale: “esigere … che la domenica non venga omologata a tutti gli altri giorni della settimana – sottolinea - è una scelta di civiltà”. Benedetto XVI in questi due anni di Pontificato ha lanciato numerosi appelli contro lo sfruttamento dei lavoratori, per la sicurezza del lavoro, per l’inserimento dei disabili nelle attività lavorative, ha denunciato il trattamento degli immigrati “come merce o semplice forza lavoro” e il lavoro precario che determina disagio e inquietudine, impedendo spesso qualsiasi progetto per il futuro, come il matrimonio e la formazione di una famiglia. Occorre “valorizzare la dimensione umana del lavoro” secondo il Papa “in spirito di giustizia e solidarietà”. Ai giovani dice che “non conta soltanto diventare più competitivi e produttivi” ma soprattutto “occorre essere testimoni della carità”. E il pensiero e la preoccupazione del Papa vanno proprio ai giovani che invita “a non perdersi d’animo dinanzi alle difficoltà”. Li affida a San Giuseppe:

“Vorrei affidare a lui i giovani che a fatica riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro, i disoccupati e coloro che soffrono i disagi dovuti alla diffusa crisi occupazionale. Insieme con Maria, sua Sposa, vegli san Giuseppe su tutti i lavoratori ed ottenga per le famiglie e l'intera umanità serenità e pace. Guardando a questo grande Santo apprendano i cristiani a testimoniare in ogni ambito lavorativo l'amore di Cristo, sorgente di solidarietà vera e di stabile pace”. (Messa per i lavoratori, 19 marzo 2006)

Benedetto XVI indica a tutti i lavoratori lo stile del loro patrono, San Giuseppe, la cui “grandezza risalta ancor più perché la sua missione si è svolta nell'umiltà e nel nascondimento” come del resto ha fatto Gesù, il Figlio di Dio, che si è dedicato “per molti anni ad attività manuali, tanto da essere conosciuto come il figlio del carpentiere”:
 
“Dall'esempio di San Giuseppe viene a tutti noi un forte invito a svolgere con fedeltà, semplicità e modestia il compito che la Provvidenza ci ha assegnato”. (Angelus del 19 marzo 2006)

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