Festa di San Giuseppe Lavoratore: il Papa sottolinea il primato dell’uomo sul lavoro,
contro ogni sfruttamento e idolatria
Oggi, primo maggio e festa internazionale del lavoro, la Chiesa ricorda San Giuseppe
Lavoratore. In questi due anni di Pontificato, Benedetto XVI è intervenuto spesso
sulle problematiche del mondo del lavoro reclamando con forza il primato della dimensione
umana del lavoro, contro ogni sfruttamento e idolatria. Il servizio di Sergio Centofanti.
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Benedetto
XVI già nel suo primo discorso da Pontefice, il 19 aprile di due anni fa, pronunciava
due volte la parola “lavoro”: si definiva un semplice e umile “lavoratore” nella vigna
del Signore, sottolineando di sentirsi consolato dal fatto che il Signore “sa lavorare”
ed agire anche con strumenti insufficienti. Insieme, dunque, il lavoro di Dio e il
lavoro dell’uomo: “il lavoro – ha affermato Benedetto XVI – rientra nel progetto di
Dio sull’uomo … è partecipazione alla sua opera creatrice e redentrice”. Per questo
“è la persona il metro della dignità del lavoro”:
“Dal primato della
valenza etica del lavoro umano, derivano ulteriori priorità: quella dell’uomo sullo
stesso lavoro, del lavoro sul capitale, della destinazione universale dei beni sul
diritto alla proprietà privata: insomma la priorità dell’essere sull’avere”.
(Discorso alle ACLI, 27 gennaio 2006).
Pochi giorni dopo la sua elezione, il
1° maggio 2005, Benedetto XVI si affacciava per la prima volta dalla finestra del
suo studio privato per un Regina Coeli tutto dedicato al mondo del lavoro auspicando
che il lavoro “non manchi specialmente per i giovani”. Il 19 marzo 2006, Solennità
di San Giuseppe, presiedeva la Messa per i lavoratori invitando i credenti a “santificarsi
attraverso il proprio lavoro” perché “non basta la pur necessaria qualificazione tecnica
e professionale” per attuare la propria integrale vocazione:
“Il lavoro
riveste primaria importanza per la realizzazione dell'uomo e per lo sviluppo della
società, e per questo occorre che esso sia sempre organizzato e svolto nel pieno rispetto
dell'umana dignità e al servizio del bene comune. Al tempo stesso, è indispensabile
che l'uomo non si lasci asservire dal lavoro, che non lo idolatri, pretendendo di
trovare in esso il senso ultimo e definitivo della vita”.
Il
Papa ricorda l’importanza del riposo domenicale: “esigere … che la domenica non venga
omologata a tutti gli altri giorni della settimana – sottolinea - è una scelta di
civiltà”. Benedetto XVI in questi due anni di Pontificato ha lanciato numerosi appelli
contro lo sfruttamento dei lavoratori, per la sicurezza del lavoro, per l’inserimento
dei disabili nelle attività lavorative, ha denunciato il trattamento degli immigrati
“come merce o semplice forza lavoro” e il lavoro precario che determina disagio e
inquietudine, impedendo spesso qualsiasi progetto per il futuro, come il matrimonio
e la formazione di una famiglia. Occorre “valorizzare la dimensione umana del lavoro”
secondo il Papa “in spirito di giustizia e solidarietà”. Ai giovani dice che “non
conta soltanto diventare più competitivi e produttivi” ma soprattutto “occorre essere
testimoni della carità”. E il pensiero e la preoccupazione del Papa vanno proprio
ai giovani che invita “a non perdersi d’animo dinanzi alle difficoltà”. Li affida
a San Giuseppe:
“Vorrei affidare a lui i giovani che a fatica riescono
ad inserirsi nel mondo del lavoro, i disoccupati e coloro che soffrono i disagi dovuti
alla diffusa crisi occupazionale. Insieme con Maria, sua Sposa, vegli san Giuseppe
su tutti i lavoratori ed ottenga per le famiglie e l'intera umanità serenità e pace.
Guardando a questo grande Santo apprendano i cristiani a testimoniare in ogni ambito
lavorativo l'amore di Cristo, sorgente di solidarietà vera e di stabile pace”.
(Messa per i lavoratori, 19 marzo 2006)
Benedetto XVI indica a tutti i lavoratori
lo stile del loro patrono, San Giuseppe, la cui “grandezza risalta ancor più perché
la sua missione si è svolta nell'umiltà e nel nascondimento” come del resto ha fatto
Gesù, il Figlio di Dio, che si è dedicato “per molti anni ad attività manuali, tanto
da essere conosciuto come il figlio del carpentiere”: “Dall'esempio
di San Giuseppe viene a tutti noi un forte invito a svolgere con fedeltà, semplicità
e modestia il compito che la Provvidenza ci ha assegnato”. (Angelus
del 19 marzo 2006)