E’ prevista per domani in Turchia la decisione della Corte costituzionale, che potrebbe
annullare la votazione presidenziale in corso al Parlamento e indire elezioni anticipate,
come chiesto dai partiti di opposizione. Intanto, dopo l’imponente manifestazione
di ieri a Istanbul in nome della laicità dello Stato e contro il governo, questa sera
il premier Erdogan parlerà alla nazione. Il suo discorso, in diretta televisiva, avviene
nel pieno di una crisi politico–istituzionale segnata anche dalla presa di posizione
dell’esercito che si è detto nettamente contrario all’elezione di un leader filo islamista
a capo dello Stato. E proprio i timori di un golpe da parte delle Forze Armate hanno
fatto registrare un segno negativo nei mercati finanziari. D'altro canto, la crescita
economica è un passo fondamentale nel cammino di Ankara verso l’Unione Europea. Questo
fattore influenzerà le scelte della leadership turca? Giada Aquilino lo ha chiesto
al prof. Franco Rizzi, docente di Storia dell’Europa e del Mediterraneo all’Università
Roma Tre e direttore dell’Unione delle università mediterranee:
**********
R. – E’ strano che un Paese, che sta crescendo economicamente, possa subire un
arresto. Sicuramente ci sono forze che probabilmente spingono verso un rallentamento
di un’entrata nell’Unione Europea. I dati dell’economia, però, dimostrano che il Paese
sta facendo dei passi avanti notevoli e ha una crescita superiore a quella, tra l’altro,
prevista. Quindi, questo fatto rafforzerà inevitabilmente anche le spinte di coloro
che vogliono entrare in un contesto europeo. Questo, ovviamente, determinerà delle
contraddizioni, perché la Turchia è sicuramente un Paese tra Occidente ed Oriente.
Si vede, comunque, che ci sono nodi molto profondi.
D. – Una destabilizzazione
della Turchia, con uno scontro tra militari e islamisti, potrebbe avere delle ripercussioni
in tutta quell’area che va dal Marocco all’Iran, passando per l’Egitto?
R.
– Io penso che la situazione della Turchia sia completamente diversa. Personalmente
non credo che la situazione nel quadro di riferimento politico generale possa portare
ad uno scontro con i militari. Io credo che troveranno o si troverà una via di uscita.
Un muro contro muro non credo sia riproponibile tout court come è stato nel passato.
D.
– Dopo le difficoltà emerse l’anno scorso nelle trattative, adesso l’Unione Europea
quale ruolo può assumere rispetto alla Turchia?
R. – Già ha assunto un ruolo
importante, dicendo che la democrazia ha le sue regole. Certo, sarà molto importante
quello che succederà per il proseguo delle trattative con l’Unione Europea. E anche
questo è un elemento che entra in gioco. Quindi, i militari non è che possano immaginare
di fare un muro contro muro, senza tenere presente quest’altro elemento che costituisce
la cornice di tutto il discorso della Turchia oggi. **********