Solidarietà dalla Chiesa e dal mondo politico a mons. Bagnasco
“Bisogna che l’Italia sostenga mons. Bagnasco e che non lo lasci solo”: è quanto
ha dichiarato ieri il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, commentando
le nuove minacce rivolte all'arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale
italiana: un bossolo calibro 9 corto e una fotografia dello stesso arcivescovo, ritagliata
da un giornale e segnata con una svastica, recapitati venerdì scorso presso la Curia
genovese. E secondo l’agenzia Ansa, anche la scritta “Posta per te”, accompagnata
da una stella a cinque punte. Solidarietà al presule da parte del cardinale vicario,
Camillo Ruini, che in un’intervista al Corriere della sera ha ribadito che la Chiesa
italiana non si farà intimidire dalle minacce e dagli atti intimidatori e, anzi, parlerà
“ancor più chiaro e forte”. Da parte sua, durante la cerimonia di ordinazione di tre
diaconi nella cattedrale di Genova, l’arcivescovo Bagnasco ha affermato: “Oggi la
nostra diocesi vive una grande gioia, una gioia che non può essere turbata da nulla”.
Un caloroso applauso ha salutato il presule al termine della celebrazione. Immutate,
rispetto ai precedenti atti intimidatori, le misure a tutela di mons. Bagnasco, con
due o tre agenti di scorta. La nuova minaccia - ha sottolineato il questore di Genova
- viene ritenuta il gesto di un mitomane e non di una organizzazione eversiva. Il
presidente del Consiglio italiano, Romano Prodi, ha telefonato in serata a mons. Bagnasco,
esprimendogli la piena solidarietà. “Sono atti di stupidità e di intimidazione - aveva
commentato il premier nel pomeriggio - che non devono essere tollerati”. Condanna,
tra gli altri, anche da parte del presidente della Camera, Fausto Bertinotti, e della
senatrice dell’Ulivo, Paola Binetti, che si è detta preoccupata perché il clima anticlericale
“sta peggiorando sia in Italia sia in Europa”. Un gesto che va “condannato e non sottovalutato”,
secondo i Repubblicani europei, mentre da New York, il rabbino capo di Roma, Riccardo
Di Segni, ha definito l’episodio un “vergognoso e vigliacco atto intimidatorio”. Un
fatto “preoccupante - ha chiarito - che invita le istituzioni a non abbassare la guardia”.
Di Segni ha poi espresso al presidente della CEI “la solidarietà umana, civile e religiosa
a nome degli ebrei romani, nella speranza che il dialogo, così come il dissenso, possano
essere espressi nelle forme del rispetto della dignità di ognuno”. (A cura
di Roberta Moretti)