In Afghanistan, si è intensificata negli ultimi giorni la lotta contro i ribelli talebani.
Due grandi operazioni sono state lanciate dalla NATO e dalla coalizione internazionale,
in varie aree del Paese. Il servizio di Eugenio Bonanata:
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Un
bilancio pesante quello degli ultimi giorni, che parla di 136 talebani uccisi, in
due combattimenti condotti dalla coalizione internazionale a guida statunitense nella
provincia occidentale di Herat, verso il confine con l’Iran. E’ la più dura offensiva
di questo anno contro la ribellione afgana: si parla di battaglie intense, una delle
quali durata 14 ore. Fra i ribelli caduti anche alcuni leader importanti dei talebani,
che però non confermano la notizia. Nella città, migliaia di afgani sono scesi in
strada per protestare contro le truppe americane accusate di aver ucciso civili. La
polizia ha inviato rinforzi per evitare l’arrivo dei manifestanti davanti alla grande
base americana nella zona. Ci sono stati momenti di tensione, alcuni spari, ma non
è chiaro se vi siano vittime. Intanto, nel sud del Paese, stamani anche la NATO e
i soldati afghani sono entrati in azione nella provincia di Helmand, dove si concentra
la produzione di oppio. Qui sono circa 2.000 le unità impegnate per stroncare quella
che è considerata una delle maggiori produzioni di droga dell’Afghanistan. La guerriglia
però non si ferma: stamani nel distretto di Zhari un kamikaze si è fatto esplodere
contro convoglio della sicurezza statunitense provocando la morte di almeno un dipendente
afgano e il ferimento di altri tre. In questo quadro il presidente afgano, Kharzai,
e quello pakistano Mhusharrraf, hanno siglato la collaborazione dei due Paesi contro
il terrorismo. La firma dell’accordo è avvenuta ad Ankara e sancisce la nascita di
una commissione congiunta sotto l’egida della Turchia.