Mozione del parlamento Ue sull'omofobia. I commenti di Paolo Bustaffa e Giovanni Giacobbe
Il Parlamento europeo ha approvato, ieri, una risoluzione contro l’omofobia. Si tratta
di un documento, che accanto alla condanna dei rigurgiti di omofobia contiene anche
un invito velato ad approvare leggi in favore delle coppie dello stesso sesso. In
un primo momento, peraltro, la risoluzione presentava anche una censura – proposta
da tre europarlamentari italiani – contro le dichiarazioni del presidente della CEI,
mons. Angelo Bagnasco. A questo proposito Fabio Colagrande ha raccolto l’opinione
di Paolo Bustaffa, direttore dell’agenzia SIR, che ieri ha condannato l’ennesimo
attacco indecoroso nei confronti di esponenti della Chiesa italiana:
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R. – Tolto il riferimento diretto al presidente della Conferenza Episcopale
Italiana, rimane un riferimento agli esponenti religiosi. Poi si chiede, continuando
nella lettura della risoluzione, alle gerarchie delle rispettive organizzazioni di
condannare eventuali dichiarazioni omofobe. Ora qui è evidente che si mantiene un
atteggiamento di sospetto nei confronti di quello che è il pensiero della Chiesa riguardo
a queste situazioni, a queste persone, verso le quali invece è chiaro - anche nello
stesso Catechismo della Chiesa cattolica - c’è un grande rispetto. Il rispetto delle
persone, comunque, non può cancellare quello che rimane un aspetto problematico, attorno
al quale ci deve essere sicuramente la comprensione, l’accoglienza, ma in molti casi
non ci può essere una giustificazione.
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Dal
canto suo, l’eurodeputato Franco Grillini, presidente onorario dell'Arcigay,
ha affermato che la risoluzione dell’Europarlamento implica una condanna del “Family
day”, in programma a Roma il 12 maggio prossimo. Un’affermazione priva di fondamento,
sottolinea il prof. Giovanni Giacobbe, presidente del Forum delle Associazioni
Familiari, intervistato da Alessandro Gisotti:
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R. – Se la risoluzione intende condannare quelle posizioni discriminatorie
verso gli omosessuali, mi pare che sia una cosa ovvia e condivisibile. Quale sia il
rapporto tra la condanna delle discriminazioni, gli omosessuali e il Family Day, è
una pura invenzione, una fantasia dell’onorevole Grillini, che è assolutamente priva
di senso. Il Family Day è una manifestazione a favore della famiglia, così come è
voluta dalla Costituzione. Quindi, non vedo cosa c’entri con l’omosessualità.
D.
– Perché, secondo lei, la parola dei vescovi sulla famiglia, ma anche di esponenti
del laicato cattolico, viene percepita almeno in certi ambienti con fastidio?
R.
– Credo che il fastidio nasca dal fatto che siccome si tratta di valori che hanno
nella Costituzione il loro fondamento, è fastidioso che vengano richiamati proprio
dai vescovi e dal laicato cattolico.
D. – Come valorizzare
la bellezza della famiglia oggi? Come proporre questo valore ai giovani?
R.
– Valorizzare la bellezza della famiglia e sottolineare il senso che la famiglia ha
nella società civile può essere fatto soltanto realizzando una nuova cultura della
famiglia e sottolineando che, senza una nuova cultura della famiglia e senza un sostegno
radicale alla famiglia, crolla tutta la società civile. Io non vorrei che coloro i
quali contestano questa posizione, che si sta traducendo nella imponente manifestazione
del Family Day, abbiano come obiettivo quello di distruggere questa cultura della
famiglia e quindi vedano male che ci sia una manifestazione di popolo. Il Family Day
non è una manifestazione di Chiesa, ma è una manifestazione di popolo credente e non
credente, che vuole finalmente riaffermare questi valori della famiglia.