2007-04-26 13:15:47

Il Papa sui cambiamenti climatici: promuovere stili di vita improntati alle reali esigenze di progresso sostenibile dei popoli


Apprezzamento e riconoscenza di Benedetto XVI per il Seminario su “Cambiamenti climatici e Sviluppo”, promosso dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. In un telegramma, inviato a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, il Papa guarda con favore all’incontro, oggi e domani, presso la sede del dicastero pontificio. Un’iniziativa, si legge, “volta ad approfondire problematiche di rilevante importanza ambientale, etica, economica, sociale e politica, con ripercussioni incidenti soprattutto sui settori più deboli della società”. Il Seminario si propone di analizzare i mutamenti del clima e le sue ricadute sociali e politiche. Il servizio di Barbara Castelli: RealAudioMP3

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Auspico che la “significativa iniziativa contribuisca ad incentivare ricerca e promozione di stili di vita, modelli di produzione e consumo improntati al rispetto del creato e alle reali esigenze di progresso sostenibile dei popoli, tenendo conto della destinazione universale dei beni, come ripetutamente ribadito dalla Dottrina sociale della Chiesa”. Con queste parole, in un telegramma, Benedetto XVI saluta l’apertura dei lavori del Seminario “Cambiamenti climatici e Sviluppo”, promosso dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. La due giorni di studio è una risposta al grido d’allarme ecologico lanciato nei giorni scorsi dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU, e ha radunato esponenti politici, esperti e autorità religiose dei cinque Continenti. Binario guida per l’assise, articolata in quattro sessioni, lo studio pubblicato dalla IPCC, l’Intergovernmental Panel on Climate Change, la più importante commissione di studio delle Nazioni Unite sul surriscaldamento globale, secondo cui, entro la fine del secolo in corso, la temperatura superficiale della Terra crescerà probabilmente da 1,8 a 4 gradi centigradi. Una prospettiva devastante, dunque, che chiama direttamente in causa le scelte di sviluppo energetico e produttivo centrate sui combustibili e sulla deforestazione. Ad aprire il confronto internazionale, il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del dicastero pontificio. Ricordando la lezione dei primi capitoli della Bibbia, il porporato ha sottolineato come “il dominio dell’uomo sul creato non deve essere dispotico e dissennato”. Da qui, l’urgenza di un perfetto equilibrio tra le esigenze della tutela ambientale e quelle dello sviluppo dei popoli più bisognosi. Occorre “coltivare e custodire” i beni creati, ha concluso il cardinale Martino, “per sviluppare l’uomo, tutto l’uomo, tutti gli uomini”. Di grande interesse l’intervento del ministro britannico per l’Ambiente, l’Alimentazione e gli Affari Rurali, David Miliband. Quest’ultimo, auspicando una sempre più fruttuosa collaborazione tra Stato e Chiesa, ha illustrato la realtà dei cambiamenti climatici nel mondo, presentando la strategia del suo Governo. “Il cambiamento climatico non può essere risolto dai governi o dal business da soli – ha precisato l’esponente del Regno Unito – dobbiamo mobilitare i cittadini nel mondo”. “Il cambiamento climatico”, infatti, solleva “questioni etiche circa l’equilibrio di responsabilità tra generazioni e tra nazioni ricche e povere”. In questa prospettiva, ha concluso il ministro Miliband, “i gruppi religiosi hanno un ruolo fondamentale nello sviluppare una base morale ed etica per un’azione internazionale”. L’ambasciatore francese per l’Ambiente, Laurent Stefanini, ha chiarito, invece, come, quando e perché sorge il problema dei mutamenti climatici; mentre il tedesco Stefan Rahmstorf, dell’Istituto Potsdam di ricerca sugli impatti climatici, ha parlato della dinamica dei gas serra. Ed ancora, l’italiano Antonino Zichichi, presidente della Federazione Mondiale degli Scienziati, ha riferito sui modelli della temperatura globale e Shyam Notka, del Comitato nazionale della Guyana per i Cambiamenti climatici, si è soffermato sulle foreste fluviali.

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