Il 26 aprile di 21 anni fa esplodeva il quarto reattore della centrale nucleare di
Chernobyl, coprendo di radioattività 10 milioni di persone e 145 mila chilometri quadrati
fra Ucraina, Bioelorussia e Russia. Ancora non si è fatto chiarezza sugli effetti
sanitari del disastro. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità esiste solo una
correlazione diretta tra il disastro e i tumori della tiroide ma Greenpeace, citando
vari studi indipendenti, denuncia che i tumori solidi sono aumentati del 40% in Bielorussia,
di 3 volte in Ucraina e di 2,7 volte in Russia. Da 4 anni l’associazione non governativa
Soleterre opera nell’ospedale oncologico di Kiev. Al microfono di Antonella Villani
il presidente Damiano Rizzi racconta qual è la situazione sul posto:
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R. – La comunità internazionale non è per nulla presente. Ad oggi
c’è ancora una crisi politica. Sicuramente questi fenomeni non aiutano a migliorare
il livello sanitario. Pensiamo che in Ucraina non esiste la banca del sangue. Per
una semplice trasfusione occorre fare una fotografia del bambino che ha bisogno di
sangue. Questa fotografia poi viene messa su un giornale e si cerca il donatore. Dobbiamo
pensare che l’Ucraina è un Paese estremamente povero e che all’ospedale si recano
famiglie il cui reddito mensile è di 100 euro. Per curare un bambino, quindi per le
chemioterapie, per tutti i medicinali che leniscono il dolore, occorrono dai 15 mila
ai 20 mila euro. Quindi, a queste famiglie è persino negato il diritto alla speranza
di poter fare guarire i loro figli.
D. – Che tipo
di assistenza fornite voi di Soleterre?
R. – Dall’alimentazione
alle cure sanitarie, all’acquisto di materiale diagnostico. Il livello di intervento
è di pura emergenza e attraverso un finanziamento invece dell’Unione Europea stiamo
creando un network di associazioni ed enti che si occupano di oncologia pediatrica
per cercare di dire a gran voce che questi bambini hanno il diritto di essere curati
gratuitamente.
D. – Tra l’altro c’è tutto un effetto
sociale…
R. – Le donne hanno paura di avere figli.
C’è un impoverimento in atto con aumenti del tasso di alcolismo, aumenti della disoccupazione
e questo è stato anche riconosciuto a livello internazionale dal Chernobyl Forum.
Quindi, dal punto di vista sociale sono stati ampiamente riconosciuti gi effetti di
questa catastrofe ambientale di Chernobyl.
D. – A
questo punto, il suo appello in occasione di questo anniversario?
R.
– Non lasciare sole delle famiglie e dei bambini che si stanno esaurendo nella malattia.
Sono condizioni di vita davvero incredibili. Molto spesso basta poco, basta un sorriso.
Noi stiamo inviando regolarmente degli animatori, clown, che portino un sorriso, perchè
al di là delle cure e ovviamente dei fondi che permettono a questa oncologia di proseguire
nella cura dei bambini, è molto importante anche restituire una dimensione umana.