Da Benedetto XVI l’incoraggiamento a proseguire sulla via del dialogo ecumenico: ricevuti
in Vaticano i membri della presidenza del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa
Benedetto XVI ha ricevuto, stamani, i membri della presidenza del CCEE, il Consiglio
delle Conferenze Episcopali d'Europa, guidati dal cardinale presidente, Péter Erdö.
L’udienza è avvenuta dopo la visita, nei giorni scorsi, di alcuni Dicasteri vaticani
per riflettere sulle questioni dell’Europa e sui progetti del CCEE. Per l’occasione
presso la Sala Marconi della nostra emittente, è stata organizzata una Conferenza
stampa in cui sono state fornite informazioni sulle prossime iniziative europee promosse
dal CCEE. Intervistato da Alessandro Gisotti, il segretario generale della
CCEE, mons. Aldo Giordano si sofferma sul colloquio con il Papa e i prossimi
appuntamenti di carattere ecumenico:
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R. – Certamente il Papa ha incoraggiato la riconciliazione tra i cristiani
e quindi il discorso ecumenico. Abbiamo parlato del progetto dell’Assemblea ecumenica
di Sibiu, che avremo a settembre. Abbiamo parlato del rapporto tra est ed ovest in
Europa e, quindi, anche dell’importanza del rapporto tra le Chiese d’occidente e le
Chiese dell’est, con la Chiesa ortodossa. Abbiamo parlato dell’Unione Europea e di
come le Chiese debbano contribuire per questa Unione Europea, facendo passi all’interno
e soprattutto cercando insieme di sostenere quei valori che sono importanti per l’Unione
Europea.
D. – Guardando all’attività del CCEE, proprio
in vista dell’importante appuntamento di Romania, quali sono i passi che porteranno
a questo evento?
R. – Noi abbiamo impostato questo
evento quasi come un pellegrinaggio. Quindi, abbiamo avuto una tappa a Roma, nel gennaio
2006, per conoscere più in profondità, dall’interno, la tradizione cattolica, con
l’incontro con il Santo Padre. Abbiamo avuto un altro incontro nella città di Lutero,
Wittemberg, in Germania, per conoscere meglio la tradizione della riforma. Abbiamo
suggerito che a livello nazionale si realizzassero tanti incontri sul tema dell’assemblea
“La luce di Cristo illumina tutti” e sappiamo di centinaia di incontri, che si realizzano
anche in Paesi dove la situazione è difficile, come in Bulgaria. La tappa ultima sarà
in un Paese a maggioranza ortodossa, dove verranno 2500 delegati ufficiali da tutti
i Paesi e tutte le comunità cristiane.
D. – Quali
sono le sue aspettative anche sulla scorta dell’esperienza? Com’è il clima nei confronti
dell'appuntamento di Sibiu?
R. – Nella prima attesa,
noi siamo capaci come cristiani di ripartire dal cuore del Vangelo e vedere quale
novità ci sia nel cuore del Vangelo, per affrontare le grosse problematiche che abbiamo
in Europa: dall’unificazione, alle migrazioni, al confronto con le religioni, al confronto
dell’Europa con il mondo. Cosa ha da dirci il Vangelo in questo nuovo scenario mondiale,
dove emergono Cina, India, ma dove per esempio c’è un’Africa che ha bisogno assoluto
di solidarietà? Secondo scopo sono le persone che vivono quest’esperienza, sono queste
migliaia di persone che possono vivere un’esperienza europea, un’esperienza globale
del cristianesimo, interrogarsi insieme su questi temi. Noi speriamo che queste persone
siano il vero messaggio vivente di Sibiu, che siano dei moltiplicatori.
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Dal canto suo, durante la conferenza stampa alla quale ha preso parte anche
il vicepresidente del CCEE il cadinale Josip Bozanić, il cardinale Péter Erdö,
ha presentato l’Incontro europeo dei docenti universitari, in programma a Roma dal
21 al 24 giugno prossimi. Il presidente del CCEE sottolinea l’importanza di un nuovo
umanesimo per l’Europa:
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R. – Parleremo del nuovo umanesimo per l’Europa, di valori umani fondamentali
da rappresentare, da difendere, da rinforzare anche nella vita pubblica del continente.
Questo convegno importantissimo comprenderà anche conferenze scientifiche, incontri
di livello sociale. E alla fine speriamo di avere anche un incontro con Sua Santità,
che incoraggia molto questa nostra attività comune. Sicuramente i valori fondamentali
non si difendono a livello politico, ma c’è anche un altro livello umano più profondo.
Con gli uomini della scienza e della cultura stiamo svolgendo un dialogo approfondito
e di anno in anno vediamo i segni di un’apertura sempre maggiore, che è una soddisfazione
speciale per noi.