Messaggio del card. Poupard per la festa buddista di Vesakh
“Cristiani e buddisti: educare le comunità a vivere in armonia e in pace”: è il titolo
del messaggio del cardinale Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio per
il dialogo interreligioso, in occasione della festa buddista di Vesakh che ricorre
in questo periodo: si tratta della principale festa buddista che commemora la nascita,
l’illuminazione e la morte del Buddha. Ecco il testo:
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Cari
amici buddisti,
1. In occasione della festa di Vesakh, ho il piacere di rivolgermi
alle comunità buddiste di varie parti del mondo per presentare i migliori auguri da
parte mia e del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.
2. Noi,
cattolici e buddisti, intratteniamo buone relazioni ed i nostri contatti, collaborazione
e realizzazione di diversi programmi ci hanno aiutato ad approfondire la nostra conoscenza
reciproca. Il dialogo è il cammino sicuro per avere fruttuose relazioni interreligiose,
poiché approfondisce il rispetto e alimenta il desiderio di vivere in armonia con
gli altri.
3. Il Concilio Vaticano II insegna che tutto il genere umano condivide
un’origine ed un destino comuni: Dio, nostro Creatore e fine ultimo del nostro pellegrinaggio
terreno. In Modo simile, Papa Benedetto XVI, nel Suo Messaggio per la Giornata Mondiale
della Pace 2007, ha sottolineato: “Perché creato ad immagine di Dio, l'individuo umano
ha la dignità di persona; non è soltanto qualche cosa, ma qualcuno, capace di conoscersi,
di possedersi, di liberamente donarsi e di entrare in comunione con altre persone”
(n. 2).
4. Costruire una comunità richiede gesti concreti che riflettano il
rispetto per la dignità degli altri. Inoltre, come persone religiose, siamo convinti
che “vi è una logica morale che illumina l’esistenza umana e rende possibile il dialogo
tra gli uomini e tra i popoli” (ibid., n. 3). Tuttavia, vi sono persone che hanno
ancora bisogno di imparare qualcosa sugli altri e sulle loro credenze, per superare
pregiudizi ed incomprensioni. Questa triste realtà, se vuol essere superata, richiede
molto impegno da parte dei leader sia civili che religiosi. Anche in luoghi dove la
gente fa quotidianamente esperienza dei danni provocati dalla guerra, alimentati da
sentimenti di odio e di vendetta, si può restaurare la fiducia. Assieme possiamo aiutare
a creare gli spazi e le opportunità perché le persone possano parlare, ascoltare,
condividere il dispiacere ed offrire perdono gli uni gli altri per gli errori del
passato.
5. L’Educazione alla pace è una responsabilità che deve essere
sostenuta da tutti i settori della società. Naturalmente, inizia nelle case dove la
famiglia, il pilastro fondamentale della società, si sforza di trasmettere valori
tradizionali e sani ai bambini con il deliberato impegno di formare le loro coscienze.
Le generazioni più giovani meritano di crescere, e anzi maturano, con un’educazione
fondata su valori, che rafforza il rispetto, l’accoglienza, la compassione e l’uguaglianza.
E’ importante dunque che le scuole, sia pubbliche, che confessionali, facciano tutto
il possibile per sostenere i genitori nel delicato, ma appagante compito di crescere
i loro figli nell’apprezzare tutto ciò che è buono e vero.
6. Il potere
dei mezzi di comunicazione di modellare le menti, specialmente dei giovani, non può
essere sottovalutato. Mentre si prende sempre più coscienza, per quello che realmente
sono, degli elementi irresponsabili che essi veicolano, si vede anche che molte cose
buone possono essere realizzate attraverso produzioni di qualità e programmi educativi.
Quando le persone che lavorano nei mezzi di comunicazione usano la loro coscienza
morale, è possibile dissipare ignoranza e trasmettere conoscenze, preservare i valori
sociali e presentare la dimensione trascendente della vita che nasce dalla natura
spirituale di ogni individuo. I credenti servono la società in modo ammirabile collaborando
in tali progetti per il bene comune.
7. In ultima analisi, lo scopo della vera
educazione è condurre ciascuno a incontrarsi con il fine ultimo della vita. Questo
motiva la persona a servire l’umanità scoraggiata. Auspico che insieme possiamo continuare
a contribuire alla pace e all’armonia nelle nostre società e nel mondo. Noi cattolici
ci uniamo a voi con i nostri cordiali saluti, mentre celebrate questa festa e vi auguro
ancora una volta una buona festa di Vesakh.