2007-04-25 15:12:35

L'ONU celebra la Settimana mondiale della sicurezza stradale


Come ricordato dal Papa oggi all'udienza generale, si sta celebrando in questi giorni la Settimana mondiale della Sicurezza stradale. Con questo evento l’ONU intende invitare governi e organismi internazionali ad adottare misure efficaci per ridurre gli incidenti stradali. Ogni anno, sulle strade di tutto il mondo muoiono un milione e 200 mila persone, mentre i feriti sono 50 milioni. In questa occasione la Federazione internazionale dell’automobile ha lanciato una campagna che si chiama “Rendi le strade sicure”. A questo proposito Antonella Villani ha intervistato Franco Lucchesi, presidente dell'Automobile Club Italia: RealAudioMP3

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R. - E' una campagna che mira a raccogliere firme su una petizione che verrà poi inviata all’Assemblea generale dell’ONU e che invita le organizzazioni internazionali che finanziano le infrastrutture nei Paesi in via di sviluppo a destinare il dieci per cento di questi investimenti in infrastrutture di sicurezza. Non solo quindi ponti e strade ma semafori, segnaletiche cioè tutto il complesso di misure che rendono le strade sicure. In aggiunta, si chiede anche che ci sia un investimento supplementare di 300 milioni di dollari in dieci anni. Si avrebbe cioè, ogni anno, un investimento di 60, 100 milioni di dollari esclusivamente per la sicurezza stradale.

 
D. - Anche nei Paesi in via di sviluppo?

 
R. - Soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, perché l’incidentalità maggiore è proprio lì: ogni anno muoiono nel mondo un milione e 200 mila persone; per il 92 per cento muoiono nei Paesi in via di sviluppo.

 
D. - Che si può fare, dal punto di vista operativo, per ridurre questi morti?

 
R. - Sensibilizzare, invitare, richiamare: tutto questo aiuta. Poi c’è un grosso lavoro di formazione che deve essere fatto a partire dalle scuole fino poi ad arrivare progressivamente anche alle autoscuole, a tutta la fase dei controlli che è fondamentale perché nessuna norma funziona se non si ha la certezza che qualcuno controllerà il mancato rispetto.

 
D. - L’obiettivo europeo è dimezzare entro il 2010 il numero delle vittime della strada. Quali sono i risultati finora raggiunti?

 
R. – A livello europeo, non sono risultati molto brillanti: in questo momento, soltanto due o tre Paesi sono in linea per raggiungere l’obiettivo. C’è una fascia di Paesi che sono in una zona media, fra questi anche l’Italia. Ci sono Paesi poi, soprattutto quelli di nuova acquisizione, i Paesi dell’Est europeo soprattutto, in cui questa cultura della sicurezza non è ancora penetrata e che sono molto indietro. Quindi complessivamente l’Unione Europea ha lanciato l’allarme dicendo che non si raggiungerà l’obiettivo. Per quanto riguarda l’Italia, l’introduzione della patente a punti ha portato dei miglioramenti interessanti; non riusciremo a raggiungere l’obiettivo se proseguiamo con questo ritmo. Diminuiamo l’incidentalità, i morti, i feriti, di un quattro e mezzo per cento all’anno anche se per raggiungere l’obiettivo dovremmo diminuirla del doppio, cioè del 9 per cento all’anno.

 
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