Festa della Liberazione in Italia: prosegue il confronto politico su legge elettorale
e immigrazione
Oggi, 25 aprile, l’Italia celebra il 62.mo anniversario della Liberazione. Il presidente
della Repubblica, Giorgio Napolitano, insieme alle più alte cariche dello Stato, ha
reso questa mattina omaggio all’Altare della Patria. Nel pomeriggio, Napolitano si
recherà nell’isola greca di Cefalonia per ricordare l’eccidio di migliaia di soldati
della divisione Acqui. E la giornata viene celebrata da tutto il mondo politico, alle
prese in questi giorni con un serrato confronto sulla legge elettorale e sulle nuove
regole per l'immigrazione. Servizio di Giampiero Guadagni: **********
Il
25 aprile non va vissuto semplicemente come richiamo alla storia, ma come punto di
partenza per costruire insieme un futuro migliore. Il messaggio del capo dello Stato,
Giorgio Napolitano, per la Festa della Liberazione fa riferimento all’impegno dell’Italia
in diverse aree del mondo. Ma anche a questioni più interne. Il presidente della Repubblica
ha sempre sottolineato l’esigenza di una maggiore coesione nazionale, sollecitando
un più civile confronto tra schieramenti. A partire dalla riforma della legge elettorale.
Proprio ieri, ha preso il via la raccolta di firme per i quesiti referendari, che
in sostanza propongono di attribuire il premio di maggioranza solo alla lista con
il maggior numero di seggi. Il referendum è appoggiato da parlamentari di entrambi
gli schieramenti. Ma al tempo stesso i due poli stanno cercando un accordo che eviti
il referendum. C’è in campo una proposta del ministro per i Rapporti col Parlamento,
Vannino Chiti, di una riforma del sistema elettorale in senso proporzionale, con una
soglia di sbarramento graduale, che tra due legislature arrivi al 5%. La proposta
punta a ridurre la frammentazione politica. Ad opporsi sono i partiti più piccoli,
che temono di perdere rappresentatività. E il ministro della Giustizia, Clemente Mastella,
minaccia l’uscita dell’Udeur dal governo, anche in caso di referendum. Confonto aperto,
dunque, sulla legge elettorale. Scontro invece sulla nuova legge per l’immigrazione,
varata ieri dal governo. Tra le novità: procedure più veloci per i permessi di soggiorno,
programmazione triennale dei flussi, ritorno dello sponsor garante, corsia preferenziale
per l’arrivo di lavoratori qualificati. Gli immigrati, infine, potranno votare ed
essere votati alle elezioni amministrative. La riforma accoglie sostanzialmente le
richieste delle associazioni cattoliche. E la Caritas parla di svolta culturale.