All'udienza generale, Benedetto XVI parla dell'innovazione teologica di Origene alessandrino
e invoca maggiore attenzione e sicurezza per le strade
E’ la coerenza di vita con una Parola che non “invecchia mai”, quella di Dio, che
rende la Chiesa nuova e giovane in ogni epoca. Nelle sue catechesi del mercoledì,
dedicate da qualche settimana ai Padri apostolici, Benedetto XVI ha approfondito questa
mattina, davanti ai circa 25 mila fedeli presenti in Piazza San Pietro, gli insegnamenti
di Origene alessandrino, vissuto nel terzo secolo dopo Cristo e definito un brillante
e rivoluzionario pensatore della Chiesa antica. Il Papa ha poi concluso l’udienza
invocando, in sintonia con l’iniziativa dell’ONU, un maggior rispetto del Codice di
sicurezza stradale. Il servizio di Alessandro De Carolis:
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La
Sacra Scrittura compresa non solo nella lettera ma anche nello spirito, in quell’unico,
incessante dinamismo che permette di “progredire nella conoscenza di Dio”. Per il
pensiero cristiano, Origene alessandrino segna un punto di non ritorno. E’ grazie
ai suoi studi, alla sua immensa produzione - 320 libri, 310 omelie secondo un computo
di San Girolamo - che al pensiero cristiano viene impressa una “svolta irreversibile”.
Benedetto XVI ha parlato con grande ammirazione della genialità di questo fondatore
della ricerca teologica, che insegnò a lungo per poi morire in seguito alle crudeli
torture inflittegli durante la persecuzione di Decio. Fu “un vero maestro”, ha detto
di lui, celebrandone la “novità” che divenne per i futuri dottori della Chiesa una
“lezione” da cui non poter più prescindere. Ma in cosa consisté questa svolta:
"Essa
corrisponde in sostanza alla fondazione della teologia nella spiegazione delle Scritture.
Far teologia era per lui essenzialmente spiegare, comprendere la Scrittura; o potremmo
anche dire che la sua teologia è la perfetta perfetta simbiosi tra teologia ed esegesi.
In verità, la sigla propria della dottrina origeniana sembra risiedere appunto nell’incessante
invito a passare dalla lettera allo spirito delle Scritture, per progredire nella
conoscenza di Dio".
Origene è un biblista completo, che convoglia
nello studio dei testi sacri tutta la sua preparazione filosofica, esegetica, filologica.
Celebre resta di lui, ha spiegato Benedetto XVI, la suddivisione in sei colonne sinottiche
del testo biblico, che riportano i vari brani in ebraico e in diverse traduzioni in
greco. Il frutto di questo sforzo si traduce nell’altrettanto celebre “triplice lettura”
della Bibbia, che ne permette una comprensione ben più alta della mera lettura letterale: "C'è
il senso 'letterale', ma esso nasconde profondità che non appaiono in un primo momento;
la seconda dimensione è il senso 'morale': che cosa dobbiamo fare vivendo la parola;
e infine il senso 'spirituale', cioè l'unità della Scrittura, che in tutto il suo
sviluppo parla di Cristo. E’ lo Spirito Santo che ci fa capire il contenuto cristologico
e così l'unità della Scrittura nella sua diversità".
Anche il teologo
Joseph Ratzinger ha imparato la “lezione” di Origene, ovvero la sua lettura multidimensionale
della Bibbia che in questo modo, ha riconosciuto, riesce “a promuovere efficacemente
la ‘lettura cristiana’ dell’Antico Testamento” non disgiunta dal Nuovo. Benedetto
XVI lo ha detto quasi come una confidenza poco dopo:
"Sarebbe interessante
mostrare questo. Un po' ho tentato, nel mio libro 'Gesù di Nazaret', di mostrare nella
situazione di oggi queste molteplici dimensioni della Parola, della Sacra Scrittura,
che prima deve essere rispettata proprio nel senso storico. Ma questo senso ci trascende
verso Cristo, nella luce dello Spirito Santo, e ci mostra la via, come vivere".
Ecco
dunque spiegata, ha terminato il Papa, l’importanza di “questo grande maestro nella
fede”:
"Egli ci ricorda con intimo trasporto che, nella lettura orante
della Scrittura e nel coerente impegno della vita, la Chiesa sempre si rinnova e ringiovanisce.
La Parola di Dio, che non invecchia mai, né mai si esaurisce, è mezzo privilegiato
a tale scopo. E’ infatti la Parola di Dio che, per opera dello Spirito Santo, ci guida
sempre di nuovo alla verità tutta intera. E preghiamo il Signore che ci dia oggi pensatori,
teologi, esegeti che trovano questa multidimensionalità, questa attualità permanente
della Sacra Scrittura, la sua novità per oggi. Preghiamo che il Signore ci aiuti a
leggere in modo orante la Sacra Scrittura, a nutrirci realmente del vero pane della
vita, della sua Parola".
(applausi)
Al termine dell’udienza,
Benedetto XVI ha salutato, fra gli altri, i circa duemila pellegrini del Triveneto,
giunti a Roma in coincidenza con la visita ad Limina dei loro vescovi. Nel giorno
della festa di San Marco, patrono di Venezia, il Papa li ha invitati a restare “fedeli”
alle loro “feconde tradizioni cristiane che - ha detto - hanno ispirato e dato vita
a significative opere di carità” e, inoltre, ad incoraggiare i giovani a seguire il
Vangelo e a far “sentire loro che anche oggi vale la pena di consacrarsi totalmente
al Signore nella vita sacerdotale e religiosa. Infine, unendosi idealmente alla campagna
di sensibilizzazione delle Nazioni Unite, che hanno dedicato la settimana in corso
al tema della sicurezza stradale, Benedetto XVI ha rivolto questo appello:
“Rivolgo
una parola di incoraggiamento alle Istituzioni pubbliche che si adoperano per mantenere
le arterie stradali sicure e salvaguardare la vita umana con strumenti idonei; a quanti
si dedicano alla ricerca di nuove tecnologie e strategie per ridurre i troppi incidenti
sulle strade di tutto il mondo. E mentre invito a pregare per le vittime, per i feriti
e le loro famiglie, auspico che un consapevole senso di responsabilità verso il prossimo
induca gli automobilisti, specie i giovani, alla prudenza e a un maggior rispetto
del codice della strada”.