Presidenziali in Nigeria: l'opposizione denuncia brogli
In Nigeria, il più popoloso Paese africano e ottavo produttore mondiale di petrolio,
i risultati non ancora definitivi delle elezioni legislative e presidenziali di sabato
scorso danno in testa il partito attualmente al potere e il candidato di tale formazione,
Umaru Yar’Adua. Ma l’opposizione e gli osservatori internazionali denunciano casi
di brogli e irregolarità. Il principale gruppo di osservatori ha anche chiesto di
annullare il voto. L'Unione Europea ha poi reso noto che sono almeno 200 le persone
morte, tra il 14 ed il 21 aprile, durante e dopo le operazioni di voto per le elezioni
amministrative. Sulle sfide che attendono la nuova leadership della Nigeria la riflessione,
al microfono di Amedeo Lomonaco, padre Giulio Albanese, missionario comboniano e fondatore
dell’Agenzia missionaria MISNA:
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R. – Credo proprio che
la sfida, guardando al futuro, sia quella della formazione dei nuovi quadri; la nuova
classe dirigente dovrebbe essere molto più attenta - si spera – alla res pubblica,
al bene comune. Vi è poi un altro aspetto che, a mio avviso, va preso in considerazione:
i problemi sono molto complessi e la Nigeria - non dimentichiamolo – è un Paese che
vive grandi contraddizioni; è un Paese che potrebbe essere un autentico Eldorado,
un vero e proprio paradiso terrestre; purtroppo, per una serie di circostanze, molte
volte, i proventi dell’oro nero finiscono solo nelle tasche di alcuni. Questo richiama
anche un’altra questione molto importante, che non è soltanto di ordine economico,
ma è anche legata un po’ al processo di moralizzazione. La corruzione in Africa rappresenta
infatti una vera e propria maledizione e, questo, soprattutto per la Nigeria.
D.
– Il futuro presidente della Nigeria dovrà, dunque, governare un Paese con grandi
potenzialità economiche, ma dove la miseria è però molto diffusa. Questa distanza
è realmente colmabile?
R. – Certamente è migliorabile. Questo è un Paese con
grandi potenzialità, ma - non dimentichiamolo - è anche un arcobaleno di gruppi etnici.
Questo processo di integrazione, per certi versi, è ancora in salita. Vi è poi la
questione religiosa che non può essere misconosciuta: il nord è di tradizione islamica
e il sud è di tradizione animista e cristiana. C’è da considerare che sulla carta
la Nigeria, nonostante abbia una popolazione di musulmani abbastanza consistente,
non è comunque una Repubblica islamica. Credo, quindi, che sia una grande responsabilità
da parte del nuovo presidente e del nuovo esecutivo nigeriano quella di far in modo
che questa laicità dello Stato dello venga preservata.