Lettera del Papa ad Angela Merkel: i Paesi ricchi mantengano le promesse sulla lotta
alla povertà nel mondo
L’obiettivo di eliminare l’estrema povertà entro il 2015 è uno dei più importanti
compiti del nostro tempo. E’ quanto scrive il Papa in una lettera inviata al cancelliere
tedesco Angela Merkel in vista del prossimo Vertice del G8, il Gruppo dei 7 Paesi
più industrializzati più la Federazione russa, che si terrà dal 6 all’8 giugno ad
Heiligendamm, sulla costa baltica della Germania. La lettera porta la data del 16
dicembre 2006 ed è stata scritta in occasione dell’inizio della presidenza tedesca
dell’Unione Europea e del G8. Angela Merkel, il 2 febbraio successivo, inviava una
lettera di risposta al Santo Padre. Oggi l’Osservatore Romano pubblica questo importante
carteggio. Ce ne parla Sergio Centofanti.
*********
Con la sua
lettera Benedetto XVI manifesta l’apprezzamento e l’incoraggiamento della Chiesa Cattolica
per l’intenzione espressa dal governo tedesco, e condivisa dagli altri membri del
G8, di mantenere il tema della povertà al centro del prossimo Vertice di Heiligendamm,
con particolare attenzione agli aiuti all’Africa.
Il Papa ricorda come la
Germania condivida “la preoccupazione della Santa Sede per la incapacità dei Paesi
ricchi di offrire ai Paesi più poveri, in particolare a quelli dell'Africa, adeguate
condizioni finanziarie e commerciali che renderebbero possibile la promozione di
un loro sviluppo duraturo”. Senza dimenticare che “i Governi dei Paesi più poveri
hanno, da parte loro, la responsabilità della good governance e dell'eliminazione
della povertà, che però in ciò è irrinunciabile un'attiva collaborazione da parte
dei partner internazionali. Qui non si tratta – scrive il Papa - di un compito straordinario
o di concessioni che potrebbero essere rimandate a causa di pressanti interessi nazionali.
Esiste piuttosto un dovere morale grave e incondizionato, basato sulla comune appartenenza
alla famiglia umana così come sulla comune dignità e destino dei Paesi poveri e dei
Paesi ricchi che, mediante il processo di globalizzazione, si sviluppano in modo sempre
più strettamente interconnesso. Per i Paesi poveri – continua il Papa - bisognerebbe
creare e garantire, in modo affidabile e duraturo, condizioni commerciali favorevoli
che, soprattutto, includano un accesso ampio e senza riserve ai mercati”. Per Benedetto
XVI occorre prendere “provvedimenti per una rapida cancellazione completa ed incondizionata
del debito estero dei Paesi poveri fortemente indebitati (heavily indebted poor countries
- HIPC) e dei Paesi meno sviluppati (least developed countries - LDC)”. Nello stesso
tempo “vanno prese misure affinché questi Paesi non finiscano di nuovo in una situazione
di debito insostenibile. Inoltre, i Paesi industrializzati devono essere consapevoli
degli impegni che hanno assunto nell'ambito degli aiuti allo sviluppo e assolverli
pienamente. Occorrono poi – scrve ancora il Papa nella sua lettera al cancelliere
tedesco - ampi investimenti nel campo della ricerca e dello sviluppo di farmaci per
il trattamento dell'AIDS, della tubercolosi, della malaria e di altre malattie tropicali”.
E in quest'ottica esorta i Paesi industrializzati ad affrontare “l'urgente compito
scientifico di creare finalmente un vaccino contro la malaria” e a “mettere a disposizione
tecnologie mediche e farmaceutiche come pure conoscenze derivate dall'esperienza nel
campo dell'igiene, senza per questo avanzare richieste giuridiche o economiche”. Benedetto
XVI afferma quindi con forza che “la comunità internazionale deve continuare ad adoperarsi
per una riduzione significativa del commercio di armi sia legale sia illegale, del
traffico illegale di preziose materie prime e della fuga di capitali dai Paesi poveri
e deve impegnarsi per l'eliminazione tanto di pratiche di riciclaggio di denaro sporco
quanto della corruzione di funzionari nei Paesi poveri”. Si tratta di sfide che vanno
affrontate da tutti gli Stati membri della comunità internazionale – sottolinea il
Papa - ma “il G8 e l'Unione Europea dovrebbero svolgere un ruolo-guida in proposito”.
Benedetto XVI ricorda infine che "appartenenti a diverse religioni e culture di tutto
il mondo sono convinti che il raggiungimento dell'obiettivo di eliminare l'estrema
povertà entro il 2015 sia uno dei più importanti compiti del nostro tempo” e “condividono,
inoltre, la convinzione che questo traguardo sia legato indissolubilmente alla pace
e alla sicurezza nel mondo”. Nella sua risposta Angela Merkel, ringraziando il Pontefice
per la sua lettera, lo assicura che queste tematiche saranno affrontate sia dall’Unione
Europea che nell’ambito del prossimo G8 con l’auspicio che attraverso una globalizzazione
“più equa” si possa “giungere a più giustizia e pace” nel mondo.
**********
Su
questa corrispondenza epistolare tra Benedetto XVI e il cancelliere tedesco Angela
Merkel ascoltiamo il commento del nostro direttore generale padre Federico Lombardi:
**********
La
corrispondenza fra il Papa Benedetto XVI e la Dott.ssa Merkel, Cancelliere della Repubblica
Federale tedesca e attualmente Presidente dell’Unione Europea e del G8, è un fatto
importante. Le necessità urgenti e spesso drammatiche dei Paesi più poveri e in particolare
dell’Africa vengono riproposte al centro dell’attenzione internazionale. Questa intenzione
era stata già manifestata con apprezzabile decisione dalla Presidenza inglese dell’Unione
Europea ed è stata prontamente ripresa da quella tedesca, e la Chiesa cattolica si
affretta a manifestare il suo apprezzamento e il suo sostegno in modo esplicito e
motivato.
Il Papa richiama i grandi temi della visione della Chiesa sulla
lotta alla povertà e sulla instaurazione di una maggiore giustizia nei rapporti fra
i popoli nel contesto dell’attuale processo di globalizzazione, come pure le principali
vie concrete per raggiungere questi obiettivi: dal campo del commercio, della cancellazione
del debito estero e dell’impegno per gli aiuti allo sviluppo, a quello della sanità,
fino alla lotta al commercio delle armi.
Due osservazioni. Anzitutto di “metodo”:
la lettera del Papa non ha nulla di astratto e di moralistico. Il Papa sa che vi è
una faticosa, difficile e altissima responsabilità da esercitare nel campo politico
ed economico, e appoggia chiaramente con la sua autorità morale e con le possibilità
concrete di collaborazione della Chiesa cattolica, ogni progetto concreto e ogni sforzo
per esercitarla con nobili intenti per il bene comune della famiglia umana. La risposta
della Signora Merkel non è da meno, ponendosi allo stesso alto livello. E’ un ottimo
esempio di corretto rapporto fra autorità politica e spirituale. Un segnale di speranza
verso un mondo più equo. Poi di ampiezza di orizzonte. Il Papa manifesta la sua preoccupazione
viva per i Paesi più poveri e per l’Africa in particolare. E’ una preoccupazione anche
questa in piena continuità con quelle dei suoi predecessori. Non è vero che egli sia
“eurocentrico”, come qualcuno sostiene. Fra poco si recherà nell’America Latina. Quando
parla all’Europa, il Papa pensa a un’Europa aperta al mondo nella giustizia e nella
solidarietà, per la costruzione di un mondo rispettoso della dignità di ogni persona
umana.