2007-04-23 12:34:06

Lettera del Papa ad Angela Merkel: i Paesi ricchi mantengano le promesse sulla lotta alla povertà nel mondo


L’obiettivo di eliminare l’estrema povertà entro il 2015 è uno dei più importanti compiti del nostro tempo. E’ quanto scrive il Papa in una lettera inviata al cancelliere tedesco Angela Merkel in vista del prossimo Vertice del G8, il Gruppo dei 7 Paesi più industrializzati più la Federazione russa, che si terrà dal 6 all’8 giugno ad Heiligendamm, sulla costa baltica della Germania. La lettera porta la data del 16 dicembre 2006 ed è stata scritta in occasione dell’inizio della presidenza tedesca dell’Unione Europea e del G8. Angela Merkel, il 2 febbraio successivo, inviava una lettera di risposta al Santo Padre. Oggi l’Osservatore Romano pubblica questo importante carteggio. Ce ne parla Sergio Centofanti.

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Con la sua lettera Benedetto XVI manifesta l’apprezzamento e l’incoraggiamento della Chiesa Cattolica per l’intenzione espressa dal governo tedesco, e condivisa dagli altri membri del G8, di mantenere il tema della povertà al centro del prossimo Vertice di Heiligendamm, con particolare attenzione agli aiuti all’Africa.

Il Papa ricorda come la Germania condivida “la preoccupazione della Santa Sede per la incapacità dei Paesi ricchi di offrire ai Paesi più poveri, in particolare a quelli dell'Africa, adeguate condizioni finanziarie e commerciali che renderebbero possibile la promozione di un loro sviluppo duraturo”. Senza dimenticare che “i Governi dei Paesi più poveri hanno, da parte loro, la responsabilità della good governance e dell'eliminazione della povertà, che però in ciò è irrinunciabile un'attiva collaborazione da parte dei partner internazionali. Qui non si tratta – scrive il Papa - di un compito straordinario o di concessioni che potrebbero essere rimandate a causa di pressanti interessi nazionali. Esiste piuttosto un dovere morale grave e incondizionato, basato sulla comune appartenenza alla famiglia umana così come sulla comune dignità e destino dei Paesi poveri e dei Paesi ricchi che, mediante il processo di globalizzazione, si sviluppano in modo sempre più strettamente interconnesso. Per i Paesi poveri – continua il Papa - bisognerebbe creare e garantire, in modo affidabile e duraturo, condizioni commerciali favorevoli che, soprattutto, includano un accesso ampio e senza riserve ai mercati”. Per Benedetto XVI occorre prendere “provvedimenti per una rapida cancellazione completa ed incondizionata del debito estero dei Paesi poveri fortemente indebitati (heavily indebted poor countries - HIPC) e dei Paesi meno sviluppati (least developed countries - LDC)”. Nello stesso tempo “vanno prese misure affinché questi Paesi non finiscano di nuovo in una situazione di debito insostenibile. Inoltre, i Paesi industrializzati devono essere consapevoli degli impegni che hanno assunto nell'ambito degli aiuti allo sviluppo e assolverli pienamente. Occorrono poi – scrve ancora il Papa nella sua lettera al cancelliere tedesco - ampi investimenti nel campo della ricerca e dello sviluppo di farmaci per il trattamento dell'AIDS, della tubercolosi, della malaria e di altre malattie tropicali”. E in quest'ottica esorta i Paesi industrializzati ad affrontare “l'urgente compito scientifico di creare finalmente un vaccino contro la malaria” e a “mettere a disposizione tecnologie mediche e farmaceutiche come pure conoscenze derivate dall'esperienza nel campo dell'igiene, senza per questo avanzare richieste giuridiche o economiche”. Benedetto XVI afferma quindi con forza che “la comunità internazionale deve continuare ad adoperarsi per una riduzione significativa del commercio di armi sia legale sia illegale, del traffico illegale di preziose materie prime e della fuga di capitali dai Paesi poveri e deve impegnarsi per l'eliminazione tanto di pratiche di riciclaggio di denaro sporco quanto della corruzione di funzionari nei Paesi poveri”. Si tratta di sfide che vanno affrontate da tutti gli Stati membri della comunità internazionale – sottolinea il Papa - ma “il G8 e l'Unione Europea dovrebbero svolgere un ruolo-guida in proposito”. Benedetto XVI ricorda infine che "appartenenti a diverse religioni e culture di tutto il mondo sono convinti che il raggiungimento dell'obiettivo di eliminare l'estrema povertà entro il 2015 sia uno dei più importanti compiti del nostro tempo” e “condividono, inoltre, la convinzione che questo traguardo sia legato indissolubilmente alla pace e alla sicurezza nel mondo”. Nella sua risposta Angela Merkel, ringraziando il Pontefice per la sua lettera, lo assicura che queste tematiche saranno affrontate sia dall’Unione Europea che nell’ambito del prossimo G8 con l’auspicio che attraverso una globalizzazione “più equa” si possa “giungere a più giustizia e pace” nel mondo.

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Su questa corrispondenza epistolare tra Benedetto XVI e il cancelliere tedesco Angela Merkel ascoltiamo il commento del nostro direttore generale padre Federico Lombardi:

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La corrispondenza fra il Papa Benedetto XVI e la Dott.ssa Merkel, Cancelliere della Repubblica Federale tedesca e attualmente Presidente dell’Unione Europea e del G8, è un fatto importante. Le necessità urgenti e spesso drammatiche dei Paesi più poveri e in particolare dell’Africa vengono riproposte al centro dell’attenzione internazionale. Questa intenzione era stata già manifestata con apprezzabile decisione dalla Presidenza inglese dell’Unione Europea ed è stata prontamente ripresa da quella tedesca, e la Chiesa cattolica si affretta a manifestare il suo apprezzamento e il suo sostegno in modo esplicito e motivato.

Il Papa richiama i grandi temi della visione della Chiesa sulla lotta alla povertà e sulla instaurazione di una maggiore giustizia nei rapporti fra i popoli nel contesto dell’attuale processo di globalizzazione, come pure le principali vie concrete per raggiungere questi obiettivi: dal campo del commercio, della cancellazione del debito estero e dell’impegno per gli aiuti allo sviluppo, a quello della sanità, fino alla lotta al commercio delle armi.

Due osservazioni. Anzitutto di “metodo”: la lettera del Papa non ha nulla di astratto e di moralistico. Il Papa sa che vi è una faticosa, difficile e altissima responsabilità da esercitare nel campo politico ed economico, e appoggia chiaramente con la sua autorità morale e con le possibilità concrete di collaborazione della Chiesa cattolica, ogni progetto concreto e ogni sforzo per esercitarla con nobili intenti per il bene comune della famiglia umana. La risposta della Signora Merkel non è da meno, ponendosi allo stesso alto livello. E’ un ottimo esempio di corretto rapporto fra autorità politica e spirituale. Un segnale di speranza verso un mondo più equo. Poi di ampiezza di orizzonte. Il Papa manifesta la sua preoccupazione viva per i Paesi più poveri e per l’Africa in particolare. E’ una preoccupazione anche questa in piena continuità con quelle dei suoi predecessori. Non è vero che egli sia “eurocentrico”, come qualcuno sostiene. Fra poco si recherà nell’America Latina. Quando parla all’Europa, il Papa pensa a un’Europa aperta al mondo nella giustizia e nella solidarietà, per la costruzione di un mondo rispettoso della dignità di ogni persona umana.

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