Il patriarca maronita, Nassrallah Sfeir, ha lanciato un nuovo appello al dialogo in
Libano ed ha invitato a superare le polemiche che infiammano il Paese
Nuovo appello al dialogo del cardinale Nassrallah Sfeir. Durante la Messa presieduta
ieri a Bkerke, il patriarca maronita ha invitato tutti a ritrovare la capacità di
dialogare per ridare “un soffio di speranza” al Libano. Ormai si polemizza su tutto,
ha osservato il cardinale Sfeir, “discutiamo a proposito di ciò che è legale e di
ciò che non lo è, sulle nomine agli incarichi della funzione pubblica, sul governo
e i suoi componenti”, “su chi è in carica e su come sostituire i dimissionari”. E,
ha aggiunto, “litighiamo sul tribunale internazionale. Deve essere istituito nel quadro
del capitolo VI o VII?” della Carta dell’ONU, ossia in base ad un accordo nazionale
o in base alle norme che prevedono la possibilità dell’uso della forza contro le minacce
internazionali al mantenimento della pace? Da qui, l’esortazione del patriarca a superare
le polemiche. Intanto, scrive l’agenzia AsiaNews, a Beirut c’è viva attesa per la
visita che il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, compirà domani a Damasco
e durante la quale, tra le questioni principali da affrontare, si dovrebbe discutere
dell’istituzione del tribunale internazionale che dovrebbe giudicare i responsabili
degli assassini politici commessi in Libano, a partire da quello dell’ex premier,
Rafic Hariri. Quanto alla situazione generale del Libano, il patriarca Sfeir è tornato
ad esprimere la sua preoccupazione anche per il fatto che il suo attuale sviluppo
negativo costringe le forze vive e pacifiche ad abbandonare il Paese e ad emigrare.
“Tutto ciò provoca la disperazione dei cittadini, che hanno un grande bisogno di un
nuovo soffio di speranza - ha concluso il cardinale Sfeir – e i leader stranieri che
vengono a trovarci non sanno più come aiutarci a riprendere una vita normale e accettabile”.
(T.C.)