Seviziati crudelmente, prima di essere sgozzati, i tre cristiani uccisi in Turchia
da estremisti islamici. Il cardinale Bertone: sono martiri del nostro tempo
Nuovi particolari raccapriccianti sono emersi sull’omicidio dei tre cristiani evangelici
uccisi mercoledì a Malatya, nell’est della Turchia, da un gruppo di ultrafondamentalisti
islamici. Intanto, la polizia sta ricercando attivamente altre sette persone che potrebbero
essere collegate ai cinque killer, che hanno già confessato di essere gli autori dell’eccidio.
Il servizio di Roberta Moretti:
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Prima
di essere sgozzati, i due cittadini turchi e il cittadino tedesco, che lavoravano
in una Casa editrice cristiana, sono stati brutalmente torturati per tre ore e mutilati.
Lo scrive oggi la stampa turca, citando fonti ospedaliere. “E’ chiaro – hanno precisato
i medici che hanno effettuato l’autopsia sui tre cadaveri – che queste ferite sono
state inflitte per torturarli”. Sul corpo del cittadino tedesco, in particolare, sono
state inferte ben 156 coltellate. Le vittime – hanno dichiarato i colpevoli, durante
la confessione – sono state uccise perché la loro morte fosse “una lezione per i nemici
dell’Islam". Innumerevoli le condanne internazionali, tra cui quella dell’Unione
Europea. Costernazione è stata espressa anche dal Gran Muftì di Turchia, che ha parlato
di “tradimento dell’Islam”, e dal premier turco, Erdogan, che ha promesso che “i responsabili
dell'eccidio dovranno essere giudicati e puniti”. E mentre la polizia sta cercando
altre sette persone collegate ai cinque killer, la stampa locale rivela che i responsabili
dell’eccidio avevano già inscenato lo scorso anno una manifestazione contro la Casa
editrice, specializzata nella pubblicazione e distribuzione di Bibbie.
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E
sull’eccidio avvenuto in Turchia, sentiamo il commento del cardinale segretario di
Stato, Tarcisio Bertone, raccolto ieri da Marina Tomarro, durante un
incontro al Teatro Argentina di Roma per gli 80 anni di Benedetto XVI:
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"Continuano
i martiri, purtroppo, anche nel nostro tempo. Avete, però, sentito anche quel piccolo
gregge dei cristiani della Turchia che hanno riaffermato la loro volontà, la gioia
e l’entusiasmo di vivere e di dare testimonianza a Gesù Cristo anche in Turchia. Credo
che tutto il popolo turco abbia deplorato questo gesto, insano e frutto proprio di
una minoranza fanatica. Non dobbiamo, quindi, disperdere tutti i frutti della visita
del Papa in Turchia, che ha portato realmente ad un avvicinamento ed anche ad uno
sforzo di conoscenza del cristianesimo da parte del grande popolo turco".