2007-04-20 15:40:56

Proibita dalla Corte Suprema americana la procedura di aborto a nascita parziale


La Conferenza Episcopale degli Stati Uniti ha espresso la propria soddisfazione per la decisione della Corte Suprema di approvare una legge che vieta di applicare la tecnica dell’aborto a nascita parziale; nella dichiarazione rilasciata dal cardinale Justin Francis Rigali, arcivescovo di Philadelphia, riportata dall’agenzia Zenit, si legge: “La decisione della Corte non intacca lo status legale della maggior parte degli aborti, e non ribalta le decisioni passate che volevano trovare un diritto all’aborto nella Costituzione. Fornisce, tuttavia, ragioni per una rinnovata speranza e un rinnovato sforzo da parte degli Americani pro-vita”. “Il rispetto della vita umana – continua il porporato - trova la sua espressione ultima nel legame d’amore che unisce la madre al proprio figlio; l’aborto può anche causare dolore e sofferenza alle donne, che sono solo resi peggiori quando la realtà della procedura è stata loro nascosta finché è troppo tardi; l’integrità etica della professione medica, così come la fabbrica della nostra società, è minacciata dall’accettazione di pratiche che sono difficili da distinguere dall’infanticidio”. Secondo padre Frank Pavone, presidente dell’associazione cattolica “Priests for Life”, “in questi ultimi dieci anni il Congresso e la grande maggioranza dei legislatori e cittadini americani hanno ormai affermato in modo inequivocabile che la tecnica dell’aborto a nascita parziale non è ammissibile in una società civile”. Essa, infatti, consiste nel fermare la gravidanza nel secondo o terzo trimestre di gestazione, facendo scendere il feto lungo il ventre materno e aspirandone poi il cervello. Il Partial Birth Abortion Ban Act è stato approvato dal Congresso e trasformato in legge dal presidente George Bush nel 2003. (F.F)







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