La pastorale di Giovanni Paolo II e la teologia di Benedetto XVI descritte in due
saggi dal loro vicario, il cardinale Camillo Ruini
Del secondo anniversario di Pontificato di Benedetto XVI si è parlato anche ieri pomeriggio,
alla Pontificia Università Lateranense, alla presentazione di due saggi dedicati dal
cardinale vicario, Camillo Ruini, all'attuale Pontefice e al suo predecessore. I due
libri si intitolano “Alla sequela di Cristo. Giovanni Paolo II il Servo dei Servi
di Dio” e “Verità di Dio e verità dell’uomo. Benedetto XVI e le grandi domande del
nostro tempo”. “Il mio sforzo personale è di parlare a tutti e per tutti”, ha detto
il cardinale Ruini nell'illustrare la genesi dei due volumetti, pubblicati dalla Cantagalli.
Il servizio di Tiziana Campisi:
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Due
libri attraverso i quali il cardinale Camillo Ruini fa rivivere l’esperienza di Giovanni
Paolo II ed introduce al pensiero di Benedetto XVI. Il primo libro è una raccolta
di discorsi del porporato che ripercorre - come ha spiegato l'arcivescovo Stanislaw
Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici - l’impegno missionario di
Giovanni Paolo II e la sua pastorale controcorrente. Il secondo, invece, vuole essere
una guida alla teologia di Benedetto XVI, che cerca di far comprendere le sue radici
nella Bibbia, nella grande tradizione cristiana e nella storia della cultura europea.
Pagine dalle quali emerge lo stetto legame tra verità e speranza, ha osservato mons.
Gianpaolo Crepaldi, segretario del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace.
Ma quale legame leggere nei due testi? Lo spiega ai nostri microfoni il cardinale
Ruini:
R. - Vi si può leggere il mio rapporto, oltre che con le persone
di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, con la persona del Papa in quanto tale, con
il ministero del Papa. Da quando ero ragazzo - nella mia parrocchia a Sassuolo, e
poi da studente a Roma, all'Università Gregoriana - ho assorbito, si può dire, un
profondo convincimento che ha guidato tutta la mia vita e che è stato molto importante,
credo, anche per il mio compito di cardinale vicario, di vicario del Papa: la convinzione
che, normalmente, parlando, lo spirito di Dio e gli uomini che rappresentano la Chiesa
in quanto istituzione - in particolare il Papa, che è il vertice dell’istituzione
ecclesiastica - siano in profonda sintonia e che normalmente lo spirito si esprima
in primo luogo attraverso questi uomini, che sono al vertice dell’istituzione. Perciò,
io ho potuto servire questi Papi dall’intimo del cuore, con una convinzione profonda
che veniva dalle mie radici.
Per il giornalista Giuliano Ferrara, direttore
de Il Foglio, i saggi del porporato fanno riflettere sul tema della verità, oggi inafferrabile
nella cultura laica ma che la Chiesa in questi ultimi anni sta proponendo in maniera
più comprensibile a tutti. E se le due pubblicazioni fanno conoscere al lettore il
264° e il 265° Pontefice, come guardare al loro avvicendarsi? Ci risponde il rettore
della Pontificia Università Lateranense mons. Rino Fisichella:
R.
- Il successore di Pietro ha dei nomi diversi, ma porta sempre con sé la grande missione
che Gesù ha affidato. E la missione che è stata affidata è quella di confermare i
fratelli nella fede e di essere per tutti il segno dell’unità.
D.
- Che cosa sta caratterizzando, secondo lei, il Pontificato di Benedetto XVI?
R.
- Innanzitutto, direi la sua capacità di comunicare i contenuti anche più difficili
con un linguaggio semplice, un linguaggio che arriva al cuore di tutti. Questo spiega
anche perché abbiamo una capacità di ritrovarci con un Santo Padre, le cui catechesi,
il cui insegnamento sono veramente seguiti. Non solo, basta vedere suo il libro "Gesù
di Nazaret", che in una sola giornata ha già venduto migliaia di copie. Questo vuol
dire che si trova in lui non soltanto il pastore e la guida, ma anche il pastore intelligente
che sa tradurre, sa dare forza, a quelli che sono anche i contenuti più difficili
della nostra fede.