I vescovi portoghesi criticano la legge sull’aborto da poco approvata in Parlamento:
rende l’interruzione della gravidanza una condotta legale in cui lo Stato è imputabile
di collaborazione attiva
L’episcopato portoghese ha criticato la legislazione sull’aborto da poco approvata
dal Parlamento portoghese dopo il referendum. “Si tratta di una legge ingiusta, alla
quale non possiamo dare il nostro appoggio – ha detto il presidente della Conferenza
episcopale mons. Jorge Ortiga Ferriera da Costa – è nostro dovere continuare a insistere,
positivamente, sul valore della vita”. Per i presuli riuniti a Fatima, riferisce l’agenzia
SIR, “l’inquadramento giuridico del nuovo testo legislativo non si limita a depenalizzare,
ma rende l’interruzione volontaria della gravidanza un diritto, una condotta legale
in cui lo Stato è imputabile di collaborazione attiva”. Ricordando che “in democrazia
non ci sono leggi immodificabili e irreversibili”, mons. Ortiga ha lamentato “la mancata
introduzione di un organismo di consultazione obbligatoria che, senza mettere in discussione
la libera scelta della donna, potesse funzionare da elemento dissuasore proponendo
opzioni alternative praticabili”. In tal senso, ha promesso, “la Chiesa portoghese
s'impegna a rispondere a questa banalizzazione della pratica abortiva con un’azione
ed uno sforzo raddoppiati, nel proposito di fornire un sostegno solidale e concreto
alle donne in gravidanza e alle famiglie in difficoltà confrontate con l’onere di
un’ulteriore maternità”. (T.C.)