2007-04-19 14:12:24

All’indomani del primo incontro tra Benedetto XVI e il nuovo segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, il cardinale Martino auspica, ai nostri microfoni, la visita del Papa al Palazzo di Vetro


Ripristinare la “fiducia nel multilateralismo” e rafforzare “il dialogo tra le culture”: questo, in sintesi, il contenuto dell’incontro tra Benedetto XVI e il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, avvenuto ieri sera in Vaticano. Ban Ki-moon, informa una nota della Sala Stampa della Santa Sede, ha voluto incontrare il Santo Padre nel quadro dei suoi primi viaggi effettuati in Africa, Europa e Medio Oriente, a pochi mesi dalla presa di possesso della carica. L’incontro ha offerto anche l’occasione al segretario generale di rivolgere al Papa un invito ufficiale a visitare la sede delle Nazioni Unite. Il colloquio tra Benedetto XVI e Ban Ki-moon ha voluto, inoltre, sottolineare “l’apprezzamento della Santa Sede per il ruolo centrale svolto dall’Organizzazione nel mantenere la pace nel mondo e promuovere lo sviluppo dei popoli”. Sul significato di questo incontro di ieri, Alessandro Gisotti ha intervistato il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, e per 16 anni Osservatore Permanente della Santa Sede all’ONU di New York: RealAudioMP3

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R. – Devo dire che ieri ho avuto anche io il piacere di vedere il mio vecchio amico Ban Ki-Moon. L’appoggio della Santa Sede e in particolare dei Papi alle Nazioni Unite risale fin dalla sua fondazione. E perché i Papi hanno creduto e credono tutt’ora all’ONU? Paolo VI disse: “E’ l’unica via che deve percorrere la civiltà moderna per una intesa tra tutti i popoli”. Ma, allo stesso tempo si aggiunge all’appoggio anche il pungolo alla riforma, perché un Organismo come l’ONU deve mantenersi al passo con i tempi.

 
D. – Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha invitato Benedetto XVI a visitare l’ONU. In considerazione anche di quanta eco hanno avuto il discorso di Paolo VI che lei citava, così come le due visite di Giovanni Paolo II nel ’79 e nel ’95. quali aspettative ci possono essere per una visita di Papa Benedetto XVI?

 
R. – Proprio ieri Ban Ki-moon mi ha detto che ha invitato il Santo Padre e da quello che mi ha anticipato, al suo ritorno a New York farà l’invito ufficiale. Quindi deve aver capito che il Papa non ha detto “no”! Ci auguriamo che lo faccia. Naturalmente Papa Benedetto XVI ci darà davvero una lezione in internazionalismo il giorno che andrà sul podio dell’ONU.

 
D. - Lei conosce da molti anni Ban Ki-moon: che personalità è, in vista del ruolo così importante e significativo che ora si trova a svolgere?

 
R. – Bisogna entrare, anzitutto, nel modo di essere degli orientali, perché altrimenti si possono avere false impressioni. Io che lo conosco bene posso dire, però, che dietro alla sua gentilezza, alla sua timidezza, che a volte è riservatezza, c’è una persona solida, una persona che farà benissimo e che non bisogna giudicare dai primi 100 giorni di governo.

 
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Nell’incontro tra il Papa e Ban Ki-moon - informa ancora la Sala Stampa vaticana - si è evocato il contributo che la Chiesa Cattolica e la Santa Sede “possono dare, a partire dalla loro identità e con i mezzi loro propri, all’azione delle Nazioni Unite per la soluzione dei conflitti in atto e il raggiungimento dell’intesa tra le Nazioni”. Sul rinnovato apprezzamento della Santa Sede per il multilateralismo, Alessandro Gisotti ha raccolto la riflessione del prof. Vittorio Emanuele Parsi, docente di Relazioni Internazionali all’Università Cattolica del Sacro Cuore: RealAudioMP3  **********

 
R. – Non c’è dubbio che ci sia una tradizione di attenzione al multilateralismo da parte della Santa Sede che si è progressivamente centrata nel tempo. Direi che in questo momento c’è un ritorno, in qualche modo, di prospettiva per questo multilateralismo legato da un lato alla crisi della politica estera americana, dall’altro al fatto che non c’è più Kofi Annan. Ban Ki-moon è sicuramente un personaggio dal profilo meno evidente, rispetto al suo predecessore, però questa è una buona notizia perché mi pare che consenta quel lavoro discreto alle Nazioni Unite che proprio la personalità eccessivamente presenzialista di Kofi aveva impedito.

 
D. – Ban Ki-moon ha invitato Benedetto XVI alle Nazioni Unite. Qualora il Pontefice accettasse, quale incidenza potrebbe avere – al di là dell’aspetto pastorale?

 
R. – Io credo che sia un test importante per due ragioni. La prima è che le Nazioni Unite sono in una forte crisi di legittimazione, data dal fatto che vengono denunciate sempre di più come una Organizzazione tutto sommato espressione della cultura politica occidentale uscita trionfante dalla seconda guerra mondiale. Dall’altra parte, questo Papa parlerà come capo della cattolicità in una stagione storica in cui la questione dei rapporti tra religioni è ben diversa da quella che si presentava ai tempi di Paolo VI e anche di Giovanni Paolo II.

 
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