Chiuso a Roma il Seminario sulla globalizzazione promosso dal CELAM
Si è chiuso, a Roma, il Seminario sull'impatto del processo di globalizzazione economica
nei Paesi dell'America Latina e dei Caraibi, organizzato dal CELAM in vista della
V Conferenza generale dell’Episcopato Latino Americano. Un’occasione per studiare
il processo di cambiamento in atto nelle società di quei Paesi, a partire dalle specifiche
situazioni politico-economiche oltre che culturali e religiose; uno strumento di lavoro
utile per comprendere le attuali sfide delle Chiese locali, chiamate a trovare mezzi
e strade, per un progresso integrale delle singole comunità alla luce del Vangelo.
Le riflessioni sul rapporto che intercorre tra globalizzazione e solidarietà, hanno
posto in evidenza: la centralità che deve avere l'opzione preferenziale per i poveri
e gli esclusi; la prospettiva cristiana dello sviluppo esposta dalla “Populorum Progressio”
e dalla “Sollicitudo rei socialis”, che interpellano "a lavorare decisamente per lo
sviluppo umano integrale, che implica un rispetto pieno dei diritti umani e l'inclusione
di tutti". Ma anche il rispetto per l’ecosistema e l'ecologia, affinché vengano messi
“in pratica principi fondamentali come il bene comune, la sussidiarietà, la solidarietà”.
Sulla relazione fra Stato e cittadinanza nei Paesi latinoamericani, terza sfida presa
in considerazione dai partecipanti al Seminario, è stato il necessario rafforzamento
dello Stato democratico per spingere verso quelle politiche di inclusione che garantiscano
accesso effettivo ed opportunità alle popolazioni più povere ed emarginate, “superando
una visione meramente assistenzialista”. A fronte di tutto ciò, nel comunicato finale
i Vescovi del CELAM sottolineano la validità dell’etica cristiana che “porta alla
creazione di opportunità per tutti, alla lotta contro la corruzione, alla validità
dei diritti lavorativi e sindacali (Cfr Laborem Exercens), a considerare come priorità
la creazione di opportunità economiche per i settori della popolazione tradizionalmente
emarginati, come le donne ed i giovani". L’esortazione finale consiste nel "dissipare
le paure, riappacificare i fenomeni di violenza, scuotere l’indifferenza” e partecipare
attivamente per promuovere l’interazione con la società civile ed il dialogo con politici
ed economisti. (F.F)