Presentata nella Sala Stampa vaticana la visita di Benedetto XVI a Vigevano e Pavia.
Il Papa pregherà accanto alle spoglie di Sant'Agostino
E' stata presentato oggi nella Sala Stampa vaticana il viaggio pastorale del Papa
a Vigevano e Pavia il 21 e 22 aprile prossimi. Benedetto XVI, a Pavia, pregherà accanto
all’urna delle reliquie di Sant’Agostino, dove verrà posta una lampada votiva. Il
servizio di Tiziana Campisi:
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“Vigevano
è l’unica diocesi della Lombardia che non era stata visitata da Giovanni Paolo II
… bisogna venire”. Con queste parole Benedetto XVI ha risposto all’invito rivoltogli
dal vescovo Claudio Baggini; la sua diocesi vuole salutare il Papa prima della sua
tappa a Pavia. Nell'occasione il consorzio dei calzaturieri di Vigevano, città nota
per l’ottima qualità delle calzature che vi vengono prodotte, donerà 10 mila paia
di scarpe per alcuni Paesi poveri, mentre un paio, ha detto padre Federico Lombardi,
direttore della Sala Stampa della Santa Sede, sarà regalato al Papa. Nella Basilica
di San Pietro in Ciel d’Oro, a Pavia, dove sono custodite dall’VIII secolo le reliquie
di Sant’Agostino il Papa farà il suo ingresso dopo la benedizione di un Centro culturale
per la promozione del dialogo interreligioso e interculturale, come ha spiegato il
priore generale dell’Ordine di Sant’Agostino padre Robert Prevost:
“Il
Santo Padre, prima di entrare nella Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, benedirà
il progetto e la prima pietra del Centro culturale ‘Augustinianum’ che l’Ordine intende
costituire ed intitolare a Benedetto XVI, a motivo dei forti legami spirituali e teologici
che legano Benedetto XVI al Padre della Chiesa, Sant’Agostino”.
La
figura del vescovo di Ippona ha affascinato il giovane Joseph Ratzinger sin da quando
era studente al seminario di Frisinga, tanto che poi ha voluto dedicare la sua tesi
all’ecclesiologia di Sant'Agostino, come ha ricordato padre Vittorino Grossi,
docente dell’Istituto Patristico Augustinianum:
“Tutti
ormai sappiamo che lui fece la tesi di laurea nel 1953 proprio con questo titolo:
‘Popolo e casa di Dio nella dottrina della Chiesa di Sant’Agostino’. Poi, lui più
tardi ha spiegato questo amore di Sant’Agostino, l’ha spiegato recentemente nell’incontro
con i seminaristi del Seminario Romano Maggiore, facendo rilevare che lo aveva affascinato
la teologia di Agostino che non mirava tanto ad un sistema – anche buono – teologico,
ma era attento alla persona umana nel suo concreto esistere”.
E queste
le parole di Benedetto XVI lo scorso 17 febbraio al Seminario Romano Maggiore, dove
ha rivelato com’è nato il suo amore per Sant’Agostino:
“Per me era affascinante
soprattutto la grande umanità di Sant’Agostino, che non ebbe la possibilità semplicemente
di identificarsi con la Chiesa, perché catecumeno, fin dall’inizio, ma che dovette
invece lottare spiritualmente per trovare, man mano, l’accesso alla Parola di Dio,
alla vita con Dio, fino al grande sì detto alla sua Chiesa. Questo cammino così umano,
dove anche oggi possiamo vedere come si comincia ad entrare in contatto con Dio, come
tutte le resistenze della nostra natura debbano essere prese sul serio e poi debbano
anche essere canalizzate per arrivare al grande sì al Signore. Così mi ha conquistato
la sua teologia molto personale, sviluppata soprattutto nella predicazione. Questo
è importante, perché inizialmente Agostino voleva vivere una vita puramente contemplativa,
scrivere altri libri di filosofia…, ma il Signore non l’ha voluto, l’ha fatto sacerdote
e vescovo e così tutto il resto della sua vita, della sua opera, si è sviluppato sostanzialmente
nel dialogo con un popolo molto semplice. Egli dovette sempre, da una parte, trovare
personalmente il significato della Scrittura e, dall’altra, tenere conto della capacità
di questa gente, del loro contesto vitale, e arrivare a un cristianesimo realistico
e nello stesso tempo molto profondo”. Dopo aver presieduto
la celebrazione del Vespro, davanti all’Arca marmorea di Sant’Agostino, dove sono
state collocate le spoglie mortali del vescovo di Ippona, Benedetto XVI accenderà
una lampada votiva. Ricorderà il viaggio della fiaccola del dialogo, la torcia accesa
a Tagaste, in Algeria, dove è nato il Padre della Chiesa, e che ha percorso le stesse
tappe del filosofo numida. Con la fiaccola l’Ordine di Sant’Agostino ha voluto celebrare
i suoi 750 anni di storia, volendo anche offrire il proprio contributo alla costruzione
del dialogo e della pace tra i popoli, le culture e le religioni. E oggi i religiosi
agostiniani intendono favorire questo dialogo con diverse iniziative. Padre Giustino
Casciano priore della Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro:
“Noi,
come agostiniani d’Italia, abbiamo già da tempo progettato il cosiddetto ‘Progetto
Pavia’, cioè fare della nostra presenza a Pavia un vero santuario di Sant’Agostino,
un santuario come luogo di interiorità, di bellezza, di cultura ... Vorremmo fare
della nostra presenza un punto di riferimento per i giovani ...”.