Parte in Italia la "Missione Internet Sicuro" per proteggere i minori dai pericoli
del web
Un mondo digitale migliore. E’ l’obiettivo della “Missione Internet Sicuro” ideata
da UNICEF, Microsoft con la collaborazione della Polizia di Stato. 1000 le scuole
secondarie di primo grado coinvolte attraverso percorsi didattici e un concorso online.
Il progetto è stato presentato in questi giorni a Roma. Per noi c’era Paolo Ondarza.
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su internet liberi da pericoli e da rischi di manipolazioni. Quello che per molti
sembra un sogno è l’obiettivo che UNICEF e Microsoft in collaborazione con la Polizia
si propongono di offrire soprattutto ai minori. Alla base dell’idea c’è la convinzione
che l’accesso sicuro alla rete è un diritto. Basta demonizzare il web: non è solo
luogo di orchi e frodi. E’ ora di comunicare: in primis con i ragazzi. Ecco allora
il concorso che vede coinvolte circa 6000 classi delle scuole secondarie di primo
grado: è richiesta la compilazione di un cruciverba. Giocando, gli alunni imparano
rischi e opportunità del web. Antonio Sclavi è il presidente di UNICEF Italia:
R.
- Vogliamo arrivare ai bambini e all’informazione corretta attraverso le scuole, perchè
è il modo più facile. La finalità, però, è quella del collegamento con i genitori.
D.
– I genitori, secondo lei, sottovalutano il problema o delegano per la risoluzione
del problema la scuola?
R. – Delegano anche perché
non conoscono molto bene la questione. Alcuni sono entrati nel meccanismo di internet
e del computer, altri no ed è difficile farceli entrare.
Informazione
e sicurezza: due validi aiuti per i genitori che stentano a seguire i rapidi sviluppi
della tecnologia e faticano ad apprendere il linguaggio del web. Marco Comastri,
amministratore delegato di Microsoft Italia:
R. – Credo che i genitori debbano
fare lo sforzo di entrare nel mondo di internet. Devono diventare anche loro degli
utenti, toccando anche dove sono i rischi, in modo tale di essere consci e poter trasferire
il giusto modo, la giusta educazione, ai bambini che utilizzano lo strumento. Credo,
però, che un ruolo importante ce l’abbiano gli educatori, gli insegnanti. Gli insegnanti
possono per primi raccontare come sfruttare al meglio questo strumento.
Il
79% dei minori usa internet e un bambino su cinque lo fa non in presenza dei genitori.
L’11% dichiara di essere venuto in contatto con un pedofilo via web. Ma solo un minore
su quattro lo ha rivelato ai genitori nella convinzione che non avrebbero capito.
Dati, questi, diffusi dalla Polizia delle Comunicazioni. Quali suggerimenti allora
per i genitori? Marco Valerio Cervellini, responsabile della Polizia dei progetti
di navigazione sicura:
R. – Controllare sempre quello che fanno i figli
sulla rete internet, non farli mai navigare da soli, non mettergli il computer all’interno
della propria stanza, ma installarlo in una zona di passaggio, dove è possibile verificare
in qualsiasi momento quello che stanno facendo. E soprattutto - per i figli - non
dare mai le proprie generalità, il telefono di casa, l’indirizzo e non fare gli scherzi,
dando invece i telefoni degli amichetti.