Il rapporto tra Bibbia e morale al centro della plenaria della Pontificia Commissione
Biblica
E' iniziata questa mattina in Vaticano la plenaria della Pontificia Commissione Biblica
che si svolge sul tema del rapporto tra Bibbia e morale. La plenaria è presieduta
del cardinale William Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina delle Fede
e presidente della Commissione. Dirige i lavori dell'assemblea il padre gesuita
Klemens Stock, segretario generale. Giovanni Peduto lo ha intervistato:
********** R.
– Noi ci troviamo nella fase ultima dei nostri lavori, e adesso si tratta soltanto
di apportare gli ultimi ritocchi al nostro testo. Questo testo consiste di due parti.
Una prima parte dal titolo “Una morale rivelata, dono di Dio e risposta umana”. Questa
prima parte sviluppa lo stretto collegamento tra i doni che vengono dati da Dio e
il giusto comportamento delle persone umane e mostriamo, secondo la Bibbia, tre principali
doni di Dio: primo dono, la Creazione; secondo dono, l’alleanza con il Popolo di Israele;
e il terzo, ultimo e principale dono di Dio, la venuta e l’opera del Suo Figlio nella
Persona di Gesù di Nazaret. E poi, vogliamo mostrare quali sono le conseguenze per
un adeguato agire umano nell’accoglienza e nell’amministrazione di questi doni di
Dio. Questo per quanto riguarda la prima parte. Nella seconda parte, cerchiamo di
indicare criteri fondati sulla Bibbia per rispondere in maniera giusta ai problemi
moderni, e questi criteri sono: conformità con la concezione della persona umana biblica,
conformità con la Persona e l’esempio di Gesù. Poi ci sono altri criteri, più specifici:
convergenza, contrapposizione, progressione, finalità e discernimento. E nel nostro
testo, insistiamo molto anche sul fatto che la morale biblica non è un moralismo rigoroso,
ma importante è il fatto che Dio è misericordioso e che Dio perdona gli esseri umani
che hanno sbagliato. Un ultimo punto, l’agire umano secondo la Bibbia non è chiuso
in questa vita terrena, ma si svolge sull’orizzonte della vita eterna.
D.
– Padre Stock, quali sono i principali sviluppi della morale dall’Antico al Nuovo
Testamento?
R. – Per sé, di questo tema si è occupato
il documento precedente della Pontificia Commissione Biblica, proprio con il tema
“Le Sacre Scritture del Popolo d’Israele nella Bibbia cristiana”, e lì si mostrano
diversi aspetti: continuità, discontinuità e progressione, in questo rapporto tra
Antico e Nuovo Testamento. Possiamo darne un esempio: il più grande comandamento,
l’amore per Dio e l’amore per il prossimo, si trova nell’Antico Testamento; da Gesù
viene confermato. Ma poi, lo sviluppo consiste in questo: che Gesù, mediante la Sua
Persona e il Suo agire, dà una nuova interpretazione a questo, che è il comandamento
più grande.
D. – Benedetto XVI ha spesso esortato
a non vivere la fede come una serie di proibizioni moralistiche: come vivere allora
la morale?
R. – Certamente, la morale biblica non
è un sistema a sé stante; e la morale, secondo la Bibbia, non consiste in comandamenti
e ancora meno in proibizioni a sé stanti, isolate. I toni che noi mettiamo in rilievo
secondo la Bibbia, sono espressioni dell’amore di Dio e spero che noi, con il nostro
testo, ci troviamo sulla linea del Papa. Ho trovato questa frase nell’Enciclica “Deus
caritas est” del Papa, ove lui dice: “Fede, culto ed ethos si compenetrano a vicenda,
come un’unica realtà che si configura nell’incontro con l’agape di Dio”. Fondamentale
è l’incontro con l’amore di Dio, e da questo incontro, poi, proviene il giusto agire
umano.
D. – I precetti morali contenuti nel Nuovo
Testamento sono tuttora validi o sono da ripensare come precetti collocati in un periodo
storico, culturale e religioso ormai superato?
R.
– La rivelazione fatta da Gesù e l’esempio dato da Gesù non possono essere superati;
hanno un valore permanente per tutti i tempi. Per i problemi moderni, si devono cercare
le giuste soluzioni, ma le giuste soluzioni secondo l’esempio di Gesù e nello spirito
di Gesù.
D. – Come crescere in moralità facendosi
aiutare dalla Bibbia?
R. – La Bibbia è fondamentalmente
la testimonianza della rivelazione di Dio, e Dio si è rivelato come amore. Quanto
più noi accogliamo consapevolmente e con gratitudine questa rivelazione dell’amore
di Dio, tanto più siamo disposti e capaci di un agire giusto.