Il patriarca maronita Nasrallah Sfeir ha invitato cittadini e politici ad un impegno
comune per “far uscire dal baratro” il Libano
“La libertà che Dio ha dato all’uomo è un’arma straordinaria, noi possiamo utilizzarla
per fare il bene o il male e ciò che noi ascoltiamo oggi nelle dichiarazioni dimostra
che siamo più portati ad andare verso il male che verso il bene”. E’ quanto ha detto
ieri nella sua omelia il patriarca maronita Nasrallah Sfeir, che ha celebrato una
Messa a Bkerke. Il patriarca Sfeir, scrive l’agenzia AsiaNews, ha lanciato un forte
monito “ai cittadini e ai politici” libanesi perché abbiano “pietà” per il Libano
e perché si uniscano per far “uscire dal baratro” il Paese. Il cardinale Sfeir ha
ricordato l’80mo compleanno di Benedetto XVI e, illustrando il significato liturgico
della domenica “in Albis”, ha indirizzato un messaggio a tutti i cristiani perché
riscoprano il volto di Dio misericordioso e riprendano il ruolo che hanno svolto per
tanti secoli. Intanto il presidente della Camera, Nabih Berri - che è anche il capo
del movimento di Amal, all’opposizione – ha annunciato intanto che intende convocare
il Parlamento il 25 settembre, ma senza la presenza del governo “incostituzionale”,
per procedere alla elezione del nuovo presidente della Repubblica, al posto dell’attuale,
Emile Lahoud, il cui incarico scade a novembre. Il patriarca Sfeir ha anche ricevuto
il generale Michel Aoun il quale in una dichiarazione ad AsiaNews ha definito l''incontro
“costruttivo e necessario in questa fase storica”. Aoun ha lanciato “dure critiche
contro quelle persone che stanno cercando di capovolgere la tavola delle trattative,
indicando la sua alleanza con Hezbollah come permanente, e contro coloro negano il
pericolo dello scoppio della guerra, affermando che il tempo della guerra è finito”.
Aoun ha anche rinnovato il suo appoggio incondizionato alla formazione di un governo
d’unita nazionale, che rappresenti tutto il tessuto sociale libanese. (T.C.)