Folla di fedeli in Piazza San Pietro per la Messa presieduta da Benedetto XVI in occasione
del suo 80.mo compleanno. Il Papa ha ricordato Giovanni Paolo II e la Festa della
Divina Misericordia: forza che porta pace nel mondo e insegna il perdono
Cinquantamila fedeli, Piazza San Pietro gremita e inondata dal sole, una sessantina
di cardinali accanto all’altare sul sagrato della Basilica: sono i numeri e lo scenario
che stamattina hanno fatto da cornice alla Messa solenne presieduta da Benedetto XVI
in ringraziamento per il suo 80.mo compleanno, che cadrà domani. Il Papa ha ricordato
il suo predecessore, Giovanni Paolo II, che scelse anni fa di dedicare la domenica
dopo la “Pasqua”, cosiddetta in Albis, alla Festa della Divina Misericordia:
misericordia che, ha detto, “pone un limite al male” offrendo certezza di perdono
e di consolazione per l’intera umanità. La cronaca della celebrazione nel servizio
di Alessandro De Carolis:
********** “Ripetutamente
vedo con gioia riconoscente quanto è grande la schiera di coloro che mi sostengono
con la loro preghiera; che con la loro fede e con il loro amore mi aiutano a svolgere
il mio ministero; che sono indulgenti con la mia debolezza, riconoscendo anche nell’ombra
di Pietro la luce benefica di Gesù Cristo. Per questo, (applauso)
vorrei in quest’ora ringraziare di cuore il Signore e tutti voi”.
Sono
le parole che chiudono un’omelia nella quale la corrente della gratitudine a Dio,
alla propria famiglia e agli amici - gratitudine per il dono del ministero sacerdotale
e apostolico, per chi lo ha preceduto sulla cattedra petrina - legano ogni pensiero,
tra ricordi e commozione. I ricordi Benedetto XVI li ha condivisi con la grande folla
che ha riempito Piazza San Pietro in versione quasi estiva per esprimergli il proprio
affetto e i propri auguri. Il pensiero, il primo, è stato per chi volle dedicare alla
Divina Misericordia l’Ottava di Pasqua e che all’ombra di quella Festa partì per il
cielo e per riaffacciarsi dalla finestra della casa del Padre, Giovanni Paolo II.
(canto)
Benedetto XVI ha spiegato
come il cuore di Papa Wojtyla - “che visse sotto due regimi dittatoriali”, a contatto
”con necessità, povertà e violenza” - “sperimentò profondamente” tanto la “forza delle
tenebre”, che ancora oggi, ha detto, insidiano il mondo, quanto “la presenza di Dio”
che a quelle forze oppone un argine con il suo potere “totalmente diverso e divino”,
il potere della misericordia: “È la misericordia che pone un
limite al male. In essa si esprime la natura tutta peculiare di Dio – la sua santità,
il potere della verità e dell’amore. Due anni orsono, dopo i primi Vespri di questa
Festività, Giovanni Paolo II terminava la sua esistenza terrena. Morendo egli è entrato
nella luce della Divina Misericordia di cui, al di là della morte e a partire da Dio,
ora ci parla in modo totalmente nuovo. Abbiate fiducia - egli ci dice - nella Divina
Misericordia! Diventate giorno per giorno uomini e donne della misericordia di Dio!”.
Riandando
con la memoria agli avvenimenti salienti dei suoi 80 anni, Benedetto XVI ha ripetuto
con insistenza la parola “Ringrazio Dio”: per l’esperienza della paternità spirituale
e della “bontà materna”, per gli amici e i consiglieri che lo hanno aiutato, e per
quella singolarità di essere nato nel periodo spiritualmente più significativo per
un battezzato:
“Ho sempre considerato un grande dono
che la nascita e la rinascita siano state a me concesse, per così dire insieme, nello
stesso giorno, nel segno dell’inizio della Pasqua. Così, in uno stesso giorno, sono
nato membro della mia propria famiglia e della grande famiglia di Dio. (...) Ringrazio
in modo particolare perché, fin dal primo giorno, ho potuto entrare e crescere nella
grande comunità dei credenti, nella quale è spalancato il confine tra vita e morte,
tra cielo e terra”. E un dono certamente è stata la chiamata
al sacerdozio, quando nel 1951 il 24.enne Joseph Ratzinger si prostrò sul pavimento
della cattedrale di Frisinga, a Monaco, per ricevere il Sacramento dell’Ordine. La
personale limitatezza avvertita allora davanti allo schiudersi del ministero fu alleviata,
ha raccontato Benedetto XVI, dalla consolazione della presenza dei Santi invocata
nelle litanie. La storia che cominciava allora, poi culminata nell’elezione pontificia,
non gli ha fatto dimenticare la forza dell’"ombra di Pietro", ricordata dalla liturgia
di oggi: "L’ombra di Pietro, mediante la comunità della Chiesa
cattolica, ha coperto la mia vita fin dall’inizio, e ho appreso che essa è un’ombra
buona - un’ombra risanatrice, perché, appunto, proviene in definitiva da Cristo stesso.
Pietro era un uomo con tutte le debolezze di un essere umano, ma soprattutto era un
uomo pieno di una fede appassionata in Cristo, pieno di amore per Lui. Per il tramite
della sua fede e del suo amore la forza risanatrice di Cristo, la sua forza unificante,
è giunta agli uomini pur frammista a tutta la debolezza di Pietro. Cerchiamo anche
oggi l’ombra di Pietro, per stare nella luce di Cristo!” L’evento
speciale celebrato dalla liturgia di questa mattina si è avvalso anche di speciali
ornamenti sacri, come la croce processionale in smalto realizzata dal Laboratorio
di oreficeria dell’Abbazia benedettina di Silos, in Spagna, o come l’evangeliario
ornato da formelle d'oro e pietre preziose, donato al Papa dal cardinale di Monaco
di Baviera, Friedrich Wetter. Tra i saluti di Benedetto XVI ai moltissimi rappresentanti
della Curia e del mondo ecclesiale, diplomatico e politico, di rilievo le parole che
il Papa ha rivolto al Patriarca ecumenico Bartolomeo I, per il tramite del suo inviato
personale, il Metropolita di Pergamo, Ioannis, al quale ha espresso l’auspicio “che
il dialogo teologico cattolico-ortodosso possa proseguire con lena rinnovata”.
(canto)
Al
Regina Caeli recitato dopo la Messa, Benedetto XVI ha aggiunto un concetto
a quanto già espresso in precedenza: il desiderio della pace, lasciata come “benedizione”
da Cristo a “tutti gli uomini e a tutti i popoli”, frutto della Divina Misericordia.
E salutando i molti pellegrini polacchi ha aggiunto:
“Pozdrawiam
serdecznie rodaków Jana Pawła II... Saluto cordialmente tutti i
connazionali di Papa Giovanni Paolo II. Cinque anni fa, a Cracovia, egli affidò il
mondo intero alla Divina Misericordia, della quale l’umanità ha così tanto bisogno
oggigiorno. Domandiamo che questo dono di Dio sia elargito soprattutto in quelle nazioni
dove dominano la sopraffazione, l’odio e la tragedia della guerra. Che il Divino Amore
sconfigga il peccato e che il bene vinca il male. Dobbiamo essere testimoni della
misericordia. Auguro a tutti voi la vera gioia pasquale”.