Sarà nelle librerie da lunedì prossimo il libro di Benedetto XVI “Gesù di Nazaret”.
Il cardinale Schönborn: il desiderio del Papa non è di sucitare dibattiti ma di avvicinare
di più alla figura di Cristo. Una riflessione di padre Lombardi
Presentare Cristo come “una figura storicamente sensata e convincente”. E’ questo
l’assunto di partenza del libro-evento “Gesù di Nazaret” scritto da Benedetto XVI
e presentato ieri pomeriggio nell’Aula Nuova del Sinodo in Vaticano. Il cardinale
arcivescovo di Vienna, Cristoph Schönborn ne ha illustrato i passaggi salienti
davanti a una folla di giornalisti e alla presenza di molte autorità della Curia e
del mondo politico e culturale. Ad alimentare la riflessione, gli interventi del filosofo
Massimo Cacciari e del prof. Daniele Garrone, decano della Facoltà Valdese
di Teologia per Roma. Il servizio di Alessandro De Carolis:
**********
Sulla
copertina delle 350 mila copie che solo in Italia saranno in libreria da lunedì prossimo,
giorno dell’80.mo compleanno del Papa, il nome dell’autore scritto in caratteri più
piccoli è quello che dà l’esatta dimensione dell’opera: Joseph Ratzinger. C’è un’intera
vita di ricerca spirituale di un credente - prima ancora di un esegeta certamente
e sommamente esperto, poi divenuto un Pontefice - dietro le oltre 400 pagine che compongono
il libro “Gesù di Nazaret”: prima parte di un’opera dedicata alla riflessione sulla
figura di Cristo - dal Battesimo nel Giordano alla Trasfigurazione sul Tabor - che
nelle intenzioni di Benedetto XVI verrà completata appena possibile da un secondo
volume riguardante l’infanzia di Gesù e il mistero della sua morte e della sua risurrezione.
Dopo “un lungo cammino interiore”, ha ricordato il cardinale e discepolo del prof.
Ratzinger, Cristoph Schönborn, presto milioni di lettori del mondo - e le traduzioni
saranno in una trentina di lingue - potranno rivivere il viaggio di Joseph Ratzinger
sulle orme di Gesù. Il libro, è noto, si propone di dimostrare se si sappia “qualcosa
davvero di sicuro sull’uomo della Galilea”. Ma in che modo argomenta questa dimostrazione?
Il cardinale Schönborn lo ha spiegato anzitutto con una provocazione: “Sul pubblico
mercato mediatico - ha detto - si mettono in vendita, senza pausa, ‘scoperte’ apparentemente
nuove, che dovrebbero rivelare una storia completamente diversa di Gesù di Nazaret”.
La rappresentazione biblica ed ecclesiale della figura di Gesù, ha ironizzato l’arcivescovo
di Vienna, sarebbe così “una truffa da preti e un imbroglio della Chiesa. La ‘verità’
su Gesù verrebbe soffocata da oscuri cospiratori, localizzati con particolare preferenza
in Vaticano”. Viceversa, le affermazioni che il teologo Ratzinger fa nel suo libro
vengono, ha sostenuto il cardinale Schönborn, da una persona di assoluta “dimestichezza”
con la scienza biblica. Dimestichezza dalla quale scaturisce una fondamentale convinzione:
quella di “potere avere fiducia nei Vangeli” e che dunque si possa presentare Gesù
di Nazaret come una ”figura storicamente sensata e convincente”:
“Le innumerevoli
immagini fantasiose di Gesù come di un rivoluzionario, un mite riformatore sociale,
come l'amante segreto di Maria Maddalena ecc., si possono tranquillamente depositare
nell'ossario della storia. Ma il grande quesito permane pur sempre: Gesù è in sé coerente?
La comprensione che egli ha di sé, della sua identità, non è un enorme sbaglio che
la cristianità segue da 2000 anni? L'ebraismo e l'islam si scandalizzano proprio di
questa pretesa. Dare ad essa una risposta è la vera sfida che si pone oggi al successore
di Pietro (e di Paolo) nell'areòpago del pubblico odierno”.
Usando il metodo
storico-critico e superandolo in una prospettiva teologica e in una direzione pastorale,
il libro del Papa si sofferma sul perché non sia solo un atto di fede ma anche di
“logica” comprendere l’umanità e la divinità del Gesù Verbo di Dio. Come pure la portata
socialmente rivoluzionaria del suo messaggio. Per esempio, quando Gesù con la Parabola
del Buon Samaritano rovescia dilatandolo il concetto di “prossimo”, invitando l’uomo
non tanto a definire chi sia il suo prossimo – connazionale o amico - ma a trovare
il “coraggio” di farsi prossimo di chiunque altro. O quando insegna agli uomini a
mettere Dio prima del bisogno materiale, pure importante, poiché – scrive – “laddove
questo ordine di beni non viene rispettato, ma rovesciato non ne consegue più la giustizia,
non si bada più all’uomo che soffre, ma si creano dissesto e distruzione anche nell’ambito
dei beni materiali”. E il fallito tentativo marxista di trasformare il “deserto in
pane”, o le sperequazioni negli aiuti occidentali ai Paesi in via di sviluppo, sono
lì a dimostrarlo:
“L’autore dice: ‘Qui sorge però la grande domanda che
ci accompagnerà per tutto questo libro: ma che cosa ha portato Gesù veramente, se
non ha portato la pace nel mondo, il benessere per tutti, un mondo migliore? Che cosa
ha portato? La risposta è molto semplice: Dio. Ha portato Dio’. Questo è tutto? ‘Solo
la nostra durezza di cuore ci fa ritenere che ciò sia poco’ (…) ‘È questo il presupposto
per i comandamenti dell'amore del prossimo. Senza il primato di Dio, la dignità dell'uomo
non regge a lungo’”.
Di fronte alle argomentazioni che il teologo Ratzinger
produce nel suo libro – che sono una ideale replica alle considerazioni su Gesù riportate
in un volume del 1993 da un ebreo, il rabbino Neusner - il filosofo e sindaco di Venezia,
Cacciari, si è fatto in certo modo portavoce delle questioni che oggi interessano
il pensiero laico nel momento in cui esso si confronta con la dimensione cristiana.
Lo ha fatto in maniera problematica, soffermandosi, fra gli altri, su un punto che
da sempre, guardando a Gesù, è terreno di incontro-scontro tra fede e ragione:
“Tutto
il libro di Ratzinger ruota intorno a questa idea: io sono la Verità. Questo problema
interroga e inquieta per forza la ragione. Però qui vi è un ulteriore problema, un
ulteriore dramma, perchè Gesù di sé non dice soltanto di essere la Verità, ma anche
la Via (...) Questo è il dramma che da allora inquieta la stessa ricerca filosofica:
capire Verità e Via come uno, nella loro differenza”.
Per l’altro relatore,
il teologo valdese Daniele Garrone, la possibilità di vedere assieme un cardinale,
un protestante e un esponente della ricerca filosofica laica, è un segno molto positivo
di quanto prodotto dal Vaticano II ad oggi. Il fatto di essere stato invitato a commentare
il libro di un Papa, ha osservato:
“Non è un invito banale, perché credo
che la sostanza dell’ecumenismo sia questo: sapere che io dove cerco il volto di Dio,
che è la nostra comune passione, trovo sempre un altro davvero altro, che lo cerca
come me, che pone le domande che pongo io, e posso sentirmi con lui un altro cristiano,
che incontro sulla strada che Gesù ha percorso e percorre verso di noi”.
Dunque,
ha concluso, il cardinale Schonborn:
“Al di là dello splendore delle analisi,
di tutte le ricchezze di intuizioni e di prospettive di cui questo libro è straricco,
tutto è mosso dalla passione trattenuta per Colui che egli ora ha l'incarico di rappresentare
sulla terra. Il suo libro è ora sull'Agorà del 'mercato pubblico', si offre al dibattito
negli areopaghi della nostra società. Il semplice desiderio del suo autore non è,
in primo luogo, di suscitare dibattiti, anche se egli sa che le contraddizioni non
mancheranno. Egli vuole solo una cosa: ‘Che possa crescere una relazione vitale con
Lui, con Gesù di Nazareth’”.
**********
A moderare l'attesa conferenza
stampa di ieri pomeriggio è stato il direttore della Sala Stampa Vaticana, e nostro
direttore generale, padre Federico Lombardi. Ecco la riflessione suscitata in lui
dal libro di Benedetto XVI "Gesù di Nazaret":
**********
Quando
una persona compie gli anni, di solito gli si fa un regalo. Il Papa compie 80 anni,
ma il regalo ce lo ha fatto lui. Il suo libro su Gesù, annunciato da alcuni mesi,
è finalmente nelle nostre mani.
E’ il frutto di una vita di riflessione, di
ricerca culturale, di meditazione, di esperienza pastorale, nella fede cristiana.
Leggendolo, comprendiamo perché abbia voluto portarlo a compimento con tanta determinazione,
nonostante gli impegni di estrema responsabilità per la Chiesa universale che sono
sopraggiunti, negli ultimi due anni, a dominare l’orizzonte delle sue giornate.
La
vita, la mente e il cuore di questo credente, che è oggi il nostro Papa, continuano
ad essere centrati su ciò che è sempre stato ed evidentemente continua ad essere per
lui il primo necessario: conoscere e ascoltare Gesù per entrare in un rapporto vivo
e profondo con Lui; capire che cosa Gesù ci ha voluto portare: la conoscenza di Dio.
Paradossalmente, mentre egli stesso ci dice che questo libro non è un documento
del magistero papale, ma il frutto del suo personale impegno teologico, abbiamo la
chiara impressione che leggendo queste pagine abbiamo una chiave preziosa per comprendere
meglio molti aspetti del suo pontificato: le sue omelie, le sue catechesi del mercoledì,
lo stile del suo governo e dell’ordine della sua vita, in certo senso anche le priorità
e diverse scelte del suo governo. Sappiamo meglio chi è il Papa, che cosa è veramente
essenziale per lui, e quindi che cosa vuol dire a noi, a tutti i credenti in Gesù
Cristo, agli uomini e alle donne di oggi. Gliene siamo profondamente grati.