Pio XII e gli ebrei: i commenti dello storico Gian Maria Vian e dell'ambasciatore
Oded Ben Hur
Proseguono i commenti dopo la rinuncia del nunzio apostolico in Israele, mons. Antonio
Franco, a partecipare all’annuale cerimonia di commemorazione della Shoah, il 15 e
il 16 aprile allo Yad Vashem, il Museo dell’Olocausto a Gerusalemme. Motivo del contendere
è la presenza nel Memoriale di una foto di Pio XII con una didascalia che riferisce
della posizione del Papa, ritenuta ambigua, nella difesa del popolo ebraico durante
la persecuzione nazifascista. La modifica del testo era stata già chiesta dal precedente
nunzio, mons. Pietro Sambi, dopo che era apparsa nel Museo nel 2005. Sulla dolorosa
vicenda Roberta Gisotti ha intervistato Gian Maria Vian, storico del
Cristianesimo, docente all’Università “La Sapienza” di Roma:
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D. – Professore, questa didascalia della discordia, che sta procurando
così spiacevoli incomprensioni nelle relazioni tra Santa Sede ed Israele, pone maggiori
problemi ai fedeli delle due religioni o agli storici?
R.
– Voglio credere, voglio sperare, che sia una questione storica, che riguardi innanzitutto
gli storici, e non tanto, come lei dice molto bene, i fedeli delle due religioni.
Ritengo che gli storici debbano fare il loro mestiere, onestamente, senza preclusioni,
senza pregiudizi, riconoscendo da una parte che questa demonizzazione, questa 'leggenda
nera' - come si è detto - su Pio XII, nasce dalla propaganda sovietica negli anni
della Seconda Guerra Mondiale, e dall'altra investigando, senza deformazioni, su quella
che è stata l’opera del Papa e della Chiesa di Roma durante la Seconda Guerra Mondiale,
per salvare il maggior numero possibile di ebrei. E questo credo sia un dato innegabile.
D.
– Di questa spiacevole 'leggenda nera' che offusca la memoria di Pio XII si sono occupati
nel passato Paolo VI, Giovanni Paolo II ed ora Benedetto XVI. Qual è stata la linea
di continuità della Chiesa nel difendere la condotta di Eugenio Pacelli?
R.
– Io credo che siano tre i punti di continuità fra questi Pontefici, tra questi vescovi
di Roma, molto diversi l’uno dall’altro. Uno, la difesa storica della memoria di Pio
XII, della sua azione durante la Seconda Guerra Mondiale e di fronte alla spaventosa
tragedia della Shoah. Due, l’onore alla memoria dei sei milioni di vittime della Shoah.
E terzo punto, la volontà - e qui torniamo alla prima questione, cioè se riguardi
questa crisi più i fedeli che gli storici – la volontà indubbia, da entrambe le parti,
di procedere su un cammino di pace e di riconciliazione, come Benedetto XVI ha ripetuto
ad Auschwitz, come Giovanni Paolo II ha costantemente e tenacemente predicato e come
Paolo VI ha fatto ai tempi del Concilio, e durante il suo Pontificato.
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“Il Papa non può essere messo in mezzo a uomini che dovrebbero vergognarsi
per quanto compiuto contro gli Ebrei”, ha sottolineato l’arcivescovo Antonio Franco,
nunzio apostolico in Israele, aggiungendo che “Pio XII non dovrebbe vergognarsi per
tutto quello che ha fatto per la salvezza degli Ebrei”. Quali reazioni da parte israeliana?
Luca Collodi ha intervistato l’ambasciatore di Israele presso la Santa Sede,
Oded Ben-Hur: **********
R.
– Noi siamo del parere che questo dibattito difficile, penoso e doloroso – doloroso
quanto sia – non deve influire, non deve avere nessuna influenza sugli sforzi dinamici,
seri, veri, tra Israele e lo Stato del Vaticano, che ormai vengono fatti da 13 anni,
specialmente negli ultimi anni, per rafforzare i rapporti e portare alla vera riconciliazione.
Non possiamo dimenticare i passi drammatici, storici di Papa Giovanni Paolo II e del
Papa attuale, la visita a Colonia, ad Auschwitz, e così via. Io direi che, a nome
di questa fratellanza, bisogna considerare, bisogna rispettare i sentimenti del popolo
ebraico. Decine di migliaia di sopravvissuti che vivono ancora, portano con sé una
certa verità, che è tutt’altra di quella che dice il Vaticano. Allora, noi diciamo
una cosa molto semplice: non appena sarà possibile indagare, vedere, leggere i documenti
del Vaticano che parlano degli anni della guerra, sarà possibile arrivare ad un giudizio
storico.
D. – Torniamo al motivo del contendere: questa didascalia che accompagna
la figura e l’immagine di Papa Pio XII. Lei ha affermato che è comunque in corso un
ulteriore approfondimento, se apportare qualche elemento di modifica a questa didascalia
su Papa Pio XII o meno...
R. – Esattamente. Questo sta accadendo ormai da qualche
tempo. Già dopo la lettera dell’allora nunzio Pietro Sambi c’è stata una risposta,
ci sono state riflessioni, una promessa di riesaminare, vedere le possibilità di sanare
la situazione, vedere insieme. Nel frattempo, però, a prescindere da questo, c’è la
memoria dell’Olocausto che va rispettata. ***********