2007-04-13 12:24:38

E' emergenza alimentare in Madagascar: i cicloni hanno distrutto interi raccolti


E’ emergenza in Madagascar dopo il passaggio di alcuni cicloni che si sono abbattuti nelle ultime settimane nel nordest del Paese. Pesante il bilancio: oltre 80 i morti, più di 20 mila gli sfollati, interi raccolti andati distrutti. Ora si pensa alla ricostruzione, ma servono ingenti aiuti. In prima linea ci sono i Salesiani della missione di Bemaneviky che grazie ai primi fondi in arrivo dall’Italia e dalla Francia stanno avviando progetti di assistenza. Antonella Villani ha chiesto a don Saro Vella, direttore della missione, quale sia la realtà di questo villaggio dove i Salesiani sono presenti da 25 anni:
 
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R. – L’acqua ha invaso tutta la regione per chilometri e chilometri. Anche da noi, nella nostra missione e in tutto il villaggio c’era l’acqua ad un metro e 80. Tutta la gente è venuta a rifugiarsi da noi e in pochissimo spazio eravamo 2500, forse anche 3000 persone che hanno passato tutto il giorno e tutta la notte in attesa che il livello dell’acqua scendesse. Le conseguenze sono gravissime: molte case – che sono capanne – non ci sono più, non si vede neppure il posto dove si trovavano. Le coltivazioni, l’80 per cento, sono andate perse per cui sarà un anno molto e molto difficile proprio dal punto di vista alimentare. Per fortuna però, la gente ha tanta forza di ricominciare ma evidentemente mancano anche i mezzi. Qui la gente già in situazione di normalità ha veramente solo il necessario per poter vivere.

 
D. – Voi, tra l’altro, vivete in una zona molto isolata...

 
R. – Non abbiamo né telefono, né elettricità e anche le strade sono percorribili solo per pochi mesi all’anno e anche con difficoltà. Siamo costretti spesso ad andare a piedi oppure in bicicletta o con altri mezzi di fortuna come la piroga nel nostro piccolo fiume che non sempre è navigabile.

 
D. – Che cosa vi serve per ripartire?

 
R. – Del cibo perché essendo state distrutte le coltivazioni, i prossimi mesi saranno duri.

 
D. – Voi, come salesiani, siete presenti nella missione da 25 anni. Quanto avete creato in questo arco di tempo?

 
R. – Abbiamo costruito sette scuole elementari nei villaggi e poi una scuola media che arriva anche al liceo. Poi due internati, uno per i ragazzi e l’altro per le ragazze che vengono da lontano. Poi abbiamo una quindicina di chiesette e tante attività che abbiamo fatto con la gente locale come i progetti agricoli, i pozzi per avere l’acqua potabile.

 
D. – Sono tre anni che lei è responsabile di questa missione. Che cosa significa per lei stare in mezzo a questa gente?

 
R. – Anche se ci sono tantissimi disagi, io mi trovo benissimo con loro perché vedo che siamo una famiglia, portiamo insieme i pesi, le gioie, le sofferenze.

 
D. – A questo punto il suo appello...

 
R. – Il Signore ci parla con le cose che capitano tutti i giorni. Magari questo ciclone può farci comprendere che questi sono nostri fratelli e che li possiamo sostenere ed aiutare soprattutto con una solidarietà interiore, capire che siamo tutti una sola famiglia e se poi magari dentro il cuore sentiamo che dobbiamo fare qualche cosa di concreto, la mettiamo in pratica.

 
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