2007-04-13 11:35:49

Cresce in Italia lo "sniffing" di colle e solventi, la droga dei poveri


Aumenta in Italia l'attività di contrasto al fenomeno droga, ma crescono anche la richiesta e il consumo. E' quanto emerge dalla relazione annuale della Direzione centrale per i servizi antidroga che dimostra che il fenomeno droga e' in costante crescita. E anche in Italia, come tra i Paesi poveri, si comincia a diffondere il fenomeno di chi sniffa colle o solventi. Il servizio di Alessandro Guarasci. RealAudioMP3

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Le sostanze più richieste sul mercato restano i derivati della cannabis, anche se aumenta il consumo di cocaina e di droghe sintetiche. I decessi riconducibili agli abusi di sostanze stupefacenti sembrano invece diminuire. Nel 2006 se ne segnalano 517, il 20 per cento in meno rispetto all’anno precedente. Le operazioni antidroga lo scorso anno sono state 20.580, contro le 19.845 del 2005. Inoltre la situazione delle denunce per motivi di droga nelle varie regioni rispecchia sostanzialmente quella delle operazioni e dei sequestri. Dei 32.800 soggetti segnalati a vario titolo all’autorità giudiziaria nel 2006, il 36,38 per cento è stato registrato in tre regioni, in particolare in Lombardia, Campania e Lazio. Il numero minore di denunce è stato registrato, invece, in Valle d’Aosta. Purtroppo e soprattutto fra i giovani prende sempre più piede il cosìddetto "sniffing". Un comportamento alternativo al consumo dei classici allucinogeni, importato dai Paesi più poveri e che fa ricorso a sostanze volatili come colle, gas, lacche per capelli e solventi vari. Un effetto dell’aumento dell’infanzia abbandonata, per don Salvatore Lo Bue, fondatore della Comunità Casa dei Giovani, convinto che serve un intervento maggiore dei servizi sociali:
 
R. – Questi stessi fenomeni si sono già registrati nelle grandi metropoli all’estero da ormai parecchi anni. Parlo di quelle metropoli dove ci sono delle enormi sacche di proletariato urbano, là dove ci sono i meniños de rua, là dove ci sono – e questo anche a Londra – i bambini che vivono sotto terra, nei cunicoli, nelle fogne. Là dove ci sono queste comunità di minori abbandonati a se stessi è chiaro che il fenomeno della tossicodipendenza si sottoproletarizza e non avendo la possibilità di accedere facilmente al denaro, questi ragazzi si sono inventati un modo povero di sniffare. Questo era già avvenuto altrove ed è chiaro, quindi, che sarebbe prima o poi avvenuto anche in Italia, soprattutto in un momento socio-economico come quello in cui stiamo vivendo oggi, in un momento in cui queste fasce del sottoproletariato sono in aumento. Io le dico una cosa terribile: a Palermo noi abbiamo un centro di accoglienza e in 10 anni abbiamo sempre avuto mediamente un numero di utenti intorno ai 200; negli ultimi 10 mesi il numero di utenti si è raddoppiato. Questo è dovuto proprio al deterioramento economico, perché nei centri a bassa soglia arrivano i ragazzi più poveri, quelli cioè che non hanno neanche la possibilità di mangiare, che non hanno un posto per dormire e stanno nella strada, quelli che fanno una vita da barboni. Questo problema mieterà vittime in gran quantità. E’, quindi, necessario che vi sia un esercito di persone che stia in trincea, che lavori sul campo, che vada a cercare queste persone, ma che sappia anche come parlare loro. E’ necessario che si faccia veramente un’opera importante di reinserimento socio-lavorativo anche degli ex-tossicodipendenti, di cui una parte – non grandissima, ma senz’altro una buona parte – può anche essere riutilizzata, qualificandola, facendola anche laureare, come abbiamo fatto noi con un numero purtroppo limitato di persone, viste le nostre scarse possibilità economiche. Ora questi sono diventati dei nostri operatori.

 
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