Gli orrori del Darfur visibili in tempo reale su internet
Centinaia di foto per documentare gli orrori del Darfur. Immagini satellitari visibili
a tutti grazie ad un progetto congiunto lanciato dal motore di ricerca Google Earth
e dal Museo dell’Olocausto di Washington. Dopo aver scaricato gratuitamente un software
di lettura delle foto satellitari, si potrà visualizzare il sito 'Crisis in Darfur'
che documenta, anche in tempo reale, la tragedia vissuta dalla regione del Sudan.
Una iniziativa nata per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle sofferenze e sul
dramma delle popolazioni del Darfur. Il servizio di Francesca Sabatinelli.
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Migliaia di villaggi, di scuole, di abitazioni, ridotti in macerie dalla furia
distruttrice della milizia janjaweed. Basta il programma Google Heart per essere catapultati
negli orrori del genocidio nel Darfur, così forse ciò che si denuncia da anni potrà
essere evidente e sotto gli occhi di tutti. Il Papa ce lo ha ricordato a Pasqua, parlando
della sottovalutata e catastrofica situazione umanitaria. In questa regione occidentale
del Sudan dal 2003 la minoranza araba, la milizia islamica janjaweed, sostenuta dal
governo di Khartoum, massacra la locale maggioranza nera. La popolazione è abbandonata
e il Sudan impedisce l’intervento delle truppe internazionali. Duecentomila i morti,
in quattro anni di guerra civile, due milioni gli sfollati interni, 250 mila i rifugiati
nei campi del confinante Ciad, dove opera Medici Senza Frontiere. Duccio Staderini
è il capo missione:
R. – Queste persone non solo sono state scacciate e
hanno vissuto massacri e violenze estreme, ma per di più, da quattro anni, sono ospitati
in campi di rifugiati, con un accesso agli aiuti spesso limitato dalle condizioni
di sicurezza. Il problema dell’acqua è sintomatico: scarseggia e la divisione della
risorsa acqua genera uno stress a questa popolazione, costretta a fare lunghe code,
ad aspettare ore e anche a subire violenze, perché spesso esplodono risse nei punti
di distribuzione dell'acqua.
Pochi giorni fa l’ennesima denuncia dell’ONU
dell’uso sistematico dello stupro in Darfur, per punire e umiliare gli abitanti: è
un crimine di guerra, denunciano le Nazioni Unite. Ancora Staderini:
R.
– Nessuno oggi ha la capacità o la volontà politica di garantire la sicurezza delle
popolazioni civili, delle popolazioni rifugiate e degli operatori umanitari. Vorremmo
che tutti gli attori coinvolti in questo conflitto rispettassero il minimo sindacale
del diritto umanitario, in particolare.