11 aprile. “Undici”, come l’11 settembre degli attentati americani e l’11 marzo di
quelli di Madrid. Una data che fa ripiombare l’Algeria nel terrore degli anni ’90.
Ieri la capitale Algeri è stata sconvolta da due esplosioni che hanno provocato almeno
25 morti ed oltre 220 feriti. L’arcivescovo di Algeri, mons. Henri Teissier, condannando
quanto successo, ha parlato di “un fatto preoccupante che mira a colpire la volontà
di pace del popolo algerino, una volontà che sarà più forte dei gruppi che hanno scelto
la violenza. Gli algerini – ha detto ancora il presule – vogliono definitivamente
la pace”. Unanime la condanna anche da parte della comunità internazionale per questi
nuovi attentati, dietro i quali spunta di nuovo la sigla di Al Qaida. Il servizio,
da Algeri, di Amina Belkassem:
Gli attentati
di Algeri fanno seguito a quelli dell’altro ieri avvenuti in Marocco, anch’essi rivendicati
da gruppi vicini ad Al Qaida. A Casablanca quattro kamikaze fondamentalisti, scoperti
dalla polizia, sono stati uccisi. I terroristi sono riusciti a far esplodere alcune
delle cariche che avevano indosso, causando la morte di un poliziotto e alcuni feriti.
Su tutti questi attacchi sentiamo l’analisi di Luciano Ardesi, esperto della regione
maghrebina: