A Roma l'assemblea dell'USMI: necessario un ritorno al Vangelo "sine glossa"
Si è aperta oggi a Roma, presso la Pontificia Università Urbaniana, la 54.ma Assemblea
Nazionale dell’USMI, l’Unione Superiore Maggiori d’Italia, che rappresenta le oltre
600 Congregazioni femminili presenti nel Paese. L’incontro si svolge sul tema ‘La
vocazione religiosa tra le vocazioni ecclesiali’. Al centro dei lavori dunque non
figura solo la situazione della vita religiosa femminile come spiega al microfono
di Giovanni Peduto la vicepresidente dell’USMI, suor Giuseppina Alberghina:
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R.
- Ci sembra, come USMI, di non dover insistere più solo sulla situazione della vita
religiosa femminile, ma sulla dimensione vocazionale della intera compagine ecclesiale,
che è comunque una situazione critica, anche per le altre vocazioni cristiane, sia
quelle al matrimonio che presbiterali. E’ la vita cristiana che ha bisogno di ritornare
alla freschezza della vita nuova, iniziata con il Battesimo. E’ una crisi non solo
di quantità, ma di qualità che segnala l’esigenza di un ritorno al Vangelo “sine glossa”
come direbbe Francesco d’Assisi. In questa situazione la vita religiosa, non solo
femminile, se ritornerà alle fonti, potrà svolgere un ruolo emblematico di segno e
di richiamo alle forti esigenze scaturite dal Battesimo per tutti i discepoli del
Signore. D. - Come mai gli istituti sorti tra '800 e
'900 accusano un progressivo calo di vocazioni?
R. -
Ci pare che la forma “congregazionale” della vita religiosa, che ha svolto un ruolo
importantissimo nel rispondere alle emergenze sociali ed ecclesiali negli scorsi due
secoli, è chiamata ad evolversi in forme più rispondenti all’emergenza di oggi: forme
più trasparenti e più capaci di trasmettere l’esperienza di Cristo alle nuove generazioni.
C’è oggi una prossimità da vivere nella compagnia dei nostri contemporanei e nella
testimonianza di fede nell’adesione a Cristo morto e risorto, in particolare di fronte
al senso del vivere e del morire, del patire e del gioire, del costruire la città
terrena in vista della città celeste. Il tema della vita nuova e della nuova creazione,
legato al Battesimo, qui tocca l’escatologia che è un incontro tra l’azione di Dio
e la maturazione del mondo verso il suo fine. D. - In
questa società che evolve rapidamente quale ruolo potete svolgere?
R.
- In questo senso il ruolo dei religiosi e delle religiose nella Chiesa richiede sempre
più di essere un segno non equivoco che anticipi la nuova creazione. Per questo riteniamo
importante recuperare il carisma comune della vita religiosa, che sta alla base dei
carismi delle diverse famiglie religiose, che è appunto l’affermazione del primato
di Dio, del primato dell’Amore gratuito e incondizionato di Dio per tutti i suoi figli.
E’ all’adorazione e alla memoria di Dio che la vita religiosa deve dedicare sempre
più le sue energie. D. - Rispondono oggi le persone
di vita consacrata alle attese del mondo?
R. - Rispondono
nella misura in cui soddisfano con la loro vita all’attesa di Dio, al bisogno di spiritualità
e di trascendenza, al recupero del silenzio e della vita interiore, capisaldi di un
nuovo umanesimo, quello fondato sulla divina umanità di Cristo, a noi partecipata
nel mistero della Pasqua e dei sacramenti scaturiti dal cuore trafitto di Cristo. ************