Una raccolta di meditazioni per leggere e pregare con la Sacra Scrittura attraverso
Sant’Agostino
“Il frutto di una vita”: così mons. Giovanni Scanavino, vescovo di Orvieto e Todi,
ha definito i due volumi di meditazioni agostiniane sulla Sacra Scrittura proposte
da padre Gabriele Ferlisi, degli Agostiniani Scalzi. “Solo davanti a te” e
“Insieme sui sentieri della carità” raccolgono quarant’anni di studio, di ricerche
e di esercizi spirituali. Tiziana Campisi ha intervistato l’autore dell’opera,
pubblicata dall’Editrice Ancora:
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R.
- La prima parte ha come tema soprattutto l’interiorità, il cuore, l’inquietudine,
la preghiera tempio di Dio ed ha come titolo questa frase delle Confessioni “Solo
davanti a Te”. La seconda parte, ossia il secondo volume, “Insieme sui sentieri della
carità”, parla di temi di cristologia, di ecclesiologia, temi di comunione, amicizia,
vita di comunità, modelli da seguire nella vita. Apostolato, autorità, obbedienza
sono trattati invece nell’ultima parte del volume, "In cammino verso la Gerusalemme
Celeste", questa frase si prestava proprio a racchiudere questi temi.
D.
- Sant’Agostino ha scritto tantissimo. Come ha scelto le meditazioni che ha voluto
inserire nei suoi testi?
R. - Ho scelto quei temi
che in questi 40 anni sono andato svolgendo nei corsi, negli esercizi, nei ritiri,
negli articoli sulla rivista “Presenza agostiniana”, è una scelta fatta nel corso
di questi anni. Scritti nella maniera la più facile possibile, cercando di levare
tutti gli aggettivi difficili - "soteriologico", "metafisico" - che poi danno fastidio
nella preghiera, nella meditazione.
D. - In pratica
quale percorso lei propone al lettore?
R. - Si parte
dal cuore, cuore inquieto, così si aprono le Confessioni, per arrivare poi al termine
alla Gerusalemme Celeste: a quel "dammi la pace, la pace del Sabato e la pace senza
tramonto". Quindi, attraverso un’esperienza di interiorità e attraverso un’esperienza
forte di Chiesa - perché Agostino era innamorato della Chiesa - arrivare finalmente
a questo incontro con il Signore nella pace del Sabato, la pace senza tramonto.
D.
- Ma qual è il "cuore" della persona di Agostino?
R.
- Il suo cuore è il cuore della Chiesa, è il cuore di Dio, è il cuore della misericordia,
perché tutto parte dall’esperienza di misericordia che lui ha fatto e sperimentato.
Per cui tutto Agostino è l’uomo della speranza, è l’uomo della misericordia, l’uomo
della fiducia. Basterebbe soltanto la citazione di questa frase, nel commento al Salmo
149, dove mette sulle labbra di Dio queste parole, Dio che si rivolge a una persona
che ha tanto peccato: “Non mi interessa ciò che siete stati finora, siate ciò che
finora non siete stati”. Qui c’è tutta la misericordia di Dio, tutto l’Agostino che
ha sperimentato questa misericordia e l’ha voluta comunicare agli altri. L’uomo oggi
ha bisogno di questo, di guardarsi non con gli occhi umani ma con gli occhi di Dio,
perché se si guarda con gli occhi umani o è troppo severo con se stesso o è troppo
largo, troppo indulgente. Guardandosi con gli occhi di Dio si guarda nella misura
giusta e da questo sguardo di Dio c’è allora da fare quello che lui chiama la confessio
peccati, la confessione del peccato, e la confessio laudis, la confessione
della lode, della misericordia di Dio.