2007-04-11 13:35:24

Benedetto XVI all'udienza generale: non tenere per sé ma annunciare al mondo la gioia di Gesù Risorto


Testimoni e annunciatori oggi di ciò che gli Apostoli videro e annunciarono duemila anni fa: la Risurrezione di Gesù. Alle circa 35 mila persone che affollavano da questa mattina Piazza San Pietro per l’udienza generale, Benedetto XVI ha ripetuto il mandato missionario di diffondere nel mondo la “grande notizia” che, ha detto, i cristiani non possono conservare per sé. Al termine dell'udienza, il Papa è rientrato a Castel Gandolfo, da dove ripartirà per Roma sabato prossimo, antivigilia del suo 80.mo compleanno. La cronaca dell'udienza nel servizio di Alessandro De Carolis: RealAudioMP3

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La Maddalena, San Tommaso, i discepoli di Emmaus. Sono tante le figure che popolano i giorni della Risurrezione di Gesù. Ciascuna si traduce in un “incontro” che trasforma il diretto interessato in un apostolo, perché - ieri come oggi - l’evento della Risurrezione deve essere annunciato al mondo. La sostanza della prima catechesi del mercoledì dopo la Pasqua porta Benedetto XVI sulle tracce di chi poté riconoscere e parlare con Gesù dopo i giorni della sua Passione e della sua morte. Maria Maddalena che cerca Gesù la mattina di Pasqua, o Pietro e Giovanni che si sfidano, quasi, a raggiungere il sepolcro vuoto incarnano - ha spiegato il Papa - un modello valido per sempre, la “gara nella ricerca di Cristo”:
 
"Anche noi, se cerchiamo il Signore con animo semplice e sincero, lo incontreremo, anzi sarà Lui stesso a venirci incontro; si farà riconoscere, ci chiamerà per nome, ci farà cioè entrare nell’intimità del suo amore".
 
Per quaranta giorni dopo essere risorto, Gesù conversa, mangia, si fa riconoscere. Fornisce cioè quelle “molte prove” ai suoi ancora increduli. Ma questo suo mostrarsi “vivo”, come scrive il Vangelo, va ben compreso:

 
"Occorre capire bene: quando l’autore sacro dice che 'si mostrò vivo' non vuole dire che Gesù fece ritorno alla vita di prima, come Lazzaro. La Pasqua che noi celebriamo, osserva san Bernardo, significa 'passaggio' e non 'ritorno', perché Gesù non è tornato nella situazione precedente, ma 'ha varcato una frontiera verso una condizione più gloriosa', nuova e definitiva".

 
In quest’ottica, allora, come si spiega, ha proseguito Benedetto XVI, quell’apparente contraddizione tra il “non trattenermi” che Gesù rivolge alla Maddalena e il “metti il dito al posto dei chiodi” di Gesù a Tommaso? Eppure “i due episodi - ha osservato il Papa - non sono in contrasto; al contrario l’uno aiuta a comprendere l’altro”:
 
"Maria Maddalena vorrebbe riavere il suo Maestro come prima, ritenendo la croce un drammatico ricordo da dimenticare. Ormai però non c’è più posto per un rapporto con il Risorto che sia meramente umano. Per incontrarlo non bisogna tornare indietro, ma porsi in modo nuovo in relazione con Lui: bisogna andare avanti! (...) E’ ciò che è avvenuto con Tommaso. Gesù gli mostra le sue ferite non per dimenticare la croce, ma per renderla anche nel futuro indimenticabile".
 
Dunque, le prove che Gesù fornisce hanno lo scopo di far “toccare con mano” ai discepoli la realtà straordinaria della Risurrezione, di rendereli “testimoni diretti”. Realtà che diventa, in questo modo, ritrasmettibile nel presente e nel futuro, dove “lo sguardo - ha detto il Pontefice - è ormai proiettato”:

 
"Anche noi, come Maria Maddalena, Tommaso e gli altri apostoli, siamo chiamati ad essere testimoni della morte e risurrezione di Cristo. Non possiamo conservare per noi la grande notizia. Dobbiamo recarla al mondo intero: 'Abbiamo visto il Signore!'. Ci aiuti la Vergine Maria a gustare pienamente la gioia pasquale, perché, sostenuti dalla forza dello Spirito Santo, diventiamo capaci di diffonderla a nostra volta dovunque viviamo ed operiamo. Ancora una volta, Buona Pasqua a tutti voi!"
 
(Applausi)

 
Prima di congedarsi dalla folla assiepata sotto il sole di Piazza San Pietro e di ritornare in elicottero a Castel Gandolfo - dove rimarrà fino a sabato prossimo - Benedetto XVI ha voluto rivolgere, fra gli altri, un augurio ai circa 5 mila fedeli della Basilicata, giunti a Roma in coincidenza con l’inizio della visita "ad Limina" dei loro vescovi. “Esorto voi tutti - ha concluso il Papa - a tenere sempre salda la vostra vita sulla roccia dell’indefettibile Parola di Dio, per esserne fedeli annunciatori agli uomini del nostro tempo. Le feste pasquali, che abbiamo solennemente celebrato, vi siano di stimolo ad aderire sempre più al Signore crocifisso e risorto e vi spingano a partecipare con generosità alla missione delle vostre rispettive comunità cristiane”.

 
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