Benedetto XVI all'udienza generale: non tenere per sé ma annunciare al mondo la gioia
di Gesù Risorto
Testimoni e annunciatori oggi di ciò che gli Apostoli videro e annunciarono duemila
anni fa: la Risurrezione di Gesù. Alle circa 35 mila persone che affollavano da questa
mattina Piazza San Pietro per l’udienza generale, Benedetto XVI ha ripetuto il mandato
missionario di diffondere nel mondo la “grande notizia” che, ha detto, i cristiani
non possono conservare per sé. Al termine dell'udienza, il Papa è rientrato a Castel
Gandolfo, da dove ripartirà per Roma sabato prossimo, antivigilia del suo 80.mo compleanno.
La cronaca dell'udienza nel servizio di Alessandro De Carolis:
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La
Maddalena, San Tommaso, i discepoli di Emmaus. Sono tante le figure che popolano i
giorni della Risurrezione di Gesù. Ciascuna si traduce in un “incontro” che trasforma
il diretto interessato in un apostolo, perché - ieri come oggi - l’evento della Risurrezione
deve essere annunciato al mondo. La sostanza della prima catechesi del mercoledì dopo
la Pasqua porta Benedetto XVI sulle tracce di chi poté riconoscere e parlare con Gesù
dopo i giorni della sua Passione e della sua morte. Maria Maddalena che cerca Gesù
la mattina di Pasqua, o Pietro e Giovanni che si sfidano, quasi, a raggiungere il
sepolcro vuoto incarnano - ha spiegato il Papa - un modello valido per sempre, la
“gara nella ricerca di Cristo”: "Anche noi, se cerchiamo
il Signore con animo semplice e sincero, lo incontreremo, anzi sarà Lui stesso a venirci
incontro; si farà riconoscere, ci chiamerà per nome, ci farà cioè entrare nell’intimità
del suo amore". Per quaranta giorni dopo essere risorto,
Gesù conversa, mangia, si fa riconoscere. Fornisce cioè quelle “molte prove” ai suoi
ancora increduli. Ma questo suo mostrarsi “vivo”, come scrive il Vangelo, va ben compreso:
"Occorre
capire bene: quando l’autore sacro dice che 'si mostrò vivo' non vuole dire che Gesù
fece ritorno alla vita di prima, come Lazzaro. La Pasqua che noi celebriamo, osserva
san Bernardo, significa 'passaggio' e non 'ritorno', perché Gesù non è tornato nella
situazione precedente, ma 'ha varcato una frontiera verso una condizione più gloriosa',
nuova e definitiva".
In quest’ottica,
allora, come si spiega, ha proseguito Benedetto XVI, quell’apparente contraddizione
tra il “non trattenermi” che Gesù rivolge alla Maddalena e il “metti il dito al posto
dei chiodi” di Gesù a Tommaso? Eppure “i due episodi - ha osservato il Papa - non
sono in contrasto; al contrario l’uno aiuta a comprendere l’altro”: "Maria
Maddalena vorrebbe riavere il suo Maestro come prima, ritenendo la croce un drammatico
ricordo da dimenticare. Ormai però non c’è più posto per un rapporto con il Risorto
che sia meramente umano. Per incontrarlo non bisogna tornare indietro, ma porsi in
modo nuovo in relazione con Lui: bisogna andare avanti! (...) E’ ciò che è avvenuto
con Tommaso. Gesù gli mostra le sue ferite non per dimenticare la croce, ma per renderla
anche nel futuro indimenticabile". Dunque, le prove che
Gesù fornisce hanno lo scopo di far “toccare con mano” ai discepoli la realtà straordinaria
della Risurrezione, di rendereli “testimoni diretti”. Realtà che diventa, in questo
modo, ritrasmettibile nel presente e nel futuro, dove “lo sguardo - ha detto il Pontefice
- è ormai proiettato”:
"Anche noi, come Maria
Maddalena, Tommaso e gli altri apostoli, siamo chiamati ad essere testimoni della
morte e risurrezione di Cristo. Non possiamo conservare per noi la grande notizia.
Dobbiamo recarla al mondo intero: 'Abbiamo visto il Signore!'. Ci aiuti la Vergine
Maria a gustare pienamente la gioia pasquale, perché, sostenuti dalla forza dello
Spirito Santo, diventiamo capaci di diffonderla a nostra volta dovunque viviamo ed
operiamo. Ancora una volta, Buona Pasqua a tutti voi!" (Applausi)
Prima
di congedarsi dalla folla assiepata sotto il sole di Piazza San Pietro e di ritornare
in elicottero a Castel Gandolfo - dove rimarrà fino a sabato prossimo - Benedetto
XVI ha voluto rivolgere, fra gli altri, un augurio ai circa 5 mila fedeli della Basilicata,
giunti a Roma in coincidenza con l’inizio della visita "ad Limina" dei loro vescovi.
“Esorto voi tutti - ha concluso il Papa - a tenere sempre salda la vostra vita sulla
roccia dell’indefettibile Parola di Dio, per esserne fedeli annunciatori agli uomini
del nostro tempo. Le feste pasquali, che abbiamo solennemente celebrato, vi siano
di stimolo ad aderire sempre più al Signore crocifisso e risorto e vi spingano a partecipare
con generosità alla missione delle vostre rispettive comunità cristiane”.